Dopo lo sciopero degli aerei lo scorso 25 giugno (e attenzione che si replica il 17 luglio), l’Italia è ancora una volta sotto sopra. Questa volta il caos è generato dalla protesta dei taxi, che incrociano le braccia oggi martedì 5 e domani mercoledì 6 luglio. Il motivo del blocco è l’articolo 10 del cosiddetto ddl Concorrenza, che apre il settore ai servizi di mobilità digitali, da Uber ad altri.
Il decreto prevede “l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”.
Un’applicazione che non piace per nulla ai tassisti, convinti che l’utilizzo di questa tecnologia lasci “presagire l’interesse a regalare la gestione del settore a intermediari che pensano di arricchirsi alle spalle dei lavoratori, relegando la funzione del tassista a quella di un rider della mobilità”. Il dito puntato è contro Uber in particolare, che due mesi fa ha firmato un accordo con IT Taxi.
Indice
Lo strappo di Uil Trasporti
I tassisti scendono in piazza della Repubblica a Roma con oltre 14 associazioni di categoria, ma con un illustre assente: appena il giorno prima dello sciopero, Uil Trasporti ha deciso di dissociarsi al termine dell’incontro con la viceministra Bellanova, dalla quale sono arrivate, dice il sindacato, aperture “positive”.
“Valutiamo positivamente l’incontro avuto oggi con la viceministra Bellanova e per questo riteniamo incomprensibile la scelta di mantenere lo sciopero programmato per domani e dopodomani nel settore taxi”, spiega in una nota l’associazione.
Il governo oggi ha avanzato un’ipotesi di lavoro. “Confermiamo la disponibilità a ricercare le condizioni per un testo condiviso. Abbiamo riconvocato le rappresentanze sindacali presentando la proposta del Governo per rispondere alle richieste avanzate. Eravamo e siamo convinti che ci fossero tutte le condizioni per rimandare lo sciopero nel frattempo proseguendo il confronto”, ha detto Teresa Bellanova al termine dei due incontri al Mims prima con le rappresentanze sindacali dei tassisti e poi degli Ncc.
Cosa dicono i tassisti
I tassisti ci tengono a “dimostrare, come categoria, che non siamo disponibili a nessun passo indietro, a nessun tipo d’accordo, a nessuna resa e che ci batteremo fino all’ultimo respiro, contro tutti quei parassiti che vorrebbero sottrarci il frutto della nostra fatica”.
E ancora: “Probabilmente anche in questa occasione la comunicazione asservita al potere dirà che siamo il “vecchio” contro la “modernità”, che siamo dei privilegiati che ostacolano il mercato, e tutta un’altra serie di falsità, lo faranno anche in questa situazione, mentono sapendo di mentire. La realtà – proseguono le sigle sindacali- è che la nostra battaglia è la lotta di 40mila lavoratori contro la speculazione finanziaria, ma anche la difesa dell’utenza di un sevizio pubblico contro meccanismi come algoritmi e libero mercato che li andrebbero a strangolare nel momento del bisogno”.
Eppure, a guardare i numeri, stride che mediamente una licenza taxi costi 300mila euro, a fronte di dichiarazione dei redditi dei tassisti di appena 15mila. Ma nonostante l’incongruenza di fondo, palese, che rivela evidenti falle nel sistema, il governo ha scelto la via del dialogo e apre a un confronto.
Il piano del governo
Al centro delle ipotesi che il governo ha messo sul tavolo della vertenza ci sono il rafforzamento della funzione integrativa e complementare degli autoservizi pubblici non di linea rispetto al Tpl, con l’obiettivo di creare nuove opportunità per gli operatori.
Ma anche il mantenimento della distinzione tra taxi e Ncc, l’introduzione di una disciplina specifica delle attività delle piattaforme elettroniche, il rafforzamento delle misure di prevenzione e il contrasto dell’esercizio abusivo anche tramite l’attuazione del registro nazionale degli operatori del settore e l’introduzione delle targhe professionali.
E ancora: il rafforzamento della tutela degli utenti, la garanzia alla formazione professionale degli autisti e la promozione dello svolgimento dell’attività in forma associativa o cooperativa.
Ma ecco info e modalità di sciopero nelle principali città.
Sciopero taxi Roma
A Roma sciopero nazionale di 48 ore dei tassisti. La protesta è prevista per martedì 5 e mercoledì 6 luglio.
Dalle 10 alle 14 di martedì, inoltre, un corteo da piazza della Repubblica raggiungerà piazza Madonna di Loreto (accanto a piazza Venezia), sfilando lungo viale Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, via dei Fori Imperiali. Previste deviazioni delle linee 5, 14, 16, 40, 50, 51, 60, 61, 62, 64, 66, 70, 71, 75, 82, 85, 105, 117, 118, 170, 360, 492, 590, 649, 714, 910, H.
Sciopero taxi Milano
A Milano taxi fermi per 48 ore: i tassisti protestano davanti alla Prefettura.
Disagi anche all’aeroporto di Malpensa, per via dello sciopero di 24 ore, da mezzanotte alle 24.00, del personale della società Dusmann Service, SPD addetti pulizie.
Sciopero taxi Napoli
Stop ai taxi anche a Napoli per 2 giorni il 5 e 6 luglio. Per venire incontro alle esigenze di chi atterra all’Aeroporto di Capodichino è stato tuttavia potenziato il servizio dell’Alibus, il bus che collega l’Aeroporto con il Porto e la Stazione Centrale di Napoli.
La frequenza delle corse è stata raddoppiata e ci dovrebbero essere corse ogni 5 minuti, con la prima del mattino anticipata alle ore 5.10.
Sciopero taxi Torino
A Torino situazione ancora più complicata, con evidenti disagi, a causa del concomitante sciopero di GTT, l’azienda di trasporti locale. Martedì 5 luglio è previsto infatti uno sciopero della durata di 4 ore del settore trasporto pubblico, indetto dalle RSU settore TPL urbano su temi aziendali.
Lo sciopero coinvolge il personale viaggiante urbano e suburbano, cioè tram e bus, dalle ore 18.00 alle ore 22.00. Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro l’orario di inizio dello sciopero.
Nella fascia oraria interessata dallo stop non sono garantite le corse della LineaSF2 (collegamento stazione ferroviaria di Porta Susa – Stazione ferroviaria di Venaria).
La metropolitana invece funziona regolarmente lungo l’intera giornata (a Torino è attiva una sola linea di metropolitana).