Indennizzi su eventuali danni da vaccino, la novità nel Sostegni ter

Un totale di 150 milioni di euro per risarcire i soggetti che dovessero manifestare effetti avversi dal vaccino non obbligatorio

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Redazione

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Con l’approvazione in Cdm dell’ultimo decreto cosiddetto “Sostegni ter” con i nuovi ristori e le misure per fronteggiare il caro-bollette, il governo ha previsto degli indennizzi per le persone che dovessero subire dei danni dalla somministrazione del vaccino. I risarcimenti verrebbero erogati tramite un fondo di 50 milioni per il 2022 e di altri 100 milioni stanziati per il 2023. 

Indennizzi su eventuali danni da vaccino, la normativa

La decisione di prevedere degli indennizzi per “coloro che abbiano riportato lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, a causa della vaccinazione anti-Covid” come si legge nella bozza del decreto, riguarda anche le somministrazioni al di fuori delle categorie sottoposte a obbligo (qui il decreto nel quale è stato approvato l’obbligo vaccinale per gli over 50).

La norma sul risarcimento per eventuali effetti avversi subiti da soggetti a seguito della somministrazione del vaccino, estende quello già previsto nella legge 210/92, dove si stabilisce che “chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla presente legge”.

Una misura che recepisce la proposta avanzata nelle ultime settimane dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, capodelegazione al governo della Lega, ma che viene accolta con favore anche dagli altri partiti dell’esecutivo.

Indennizzi su eventuali danni da vaccino, il fondo da 150 milioni di euro

La conferma del fondo, per un totale di 150 milioni di euro in due anni, arriva dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “La norma di fatto esisteva già perché ci fu una sentenza della Corte Costituzionale che sostanzialmente equiparava la vaccinazione raccomandata, come quella che abbiamo effettuato nel nostro Paese, alla vaccinazione obbligatoria. Quindi esisteva già una legge e un capitolo di bilancio, dopo di che si è ritenuto necessario approfondire ulteriormente, specificare con una norma ad hoc alla legge già esistente.”

La Consulta spiegava, infatti, nel verdetto come non ci sia differenza tra obbligo e raccomandazione sui vaccini: “La ragione che fonda il diritto all’indennizzo del singolo – scrivevano i giudici costituzionali – non risiede allora nel fatto che questi si sia sottoposto a un trattamento obbligatorio: riposa, piuttosto, sul necessario adempimento, che si impone alla collettività, di un dovere di solidarietà, laddove le conseguenze negative per l’integrità psico-fisica derivino da un trattamento sanitario (obbligatorio o raccomandato che sia) effettuato nell’interesse della collettività stessa, oltre che in quello individuale”.

“Quindi ovviamente” ha chiarito ancora Costa, l’indennizzo “vale per tutti quei cittadini che si sottopongono a vaccino e, qualora venisse certificato un evento avverso grave, lo Stato risarcisce” (qui abbiamo parlato dell’ultimo effetto collaterale scoperto).

“Credo che questo sia un buon segnale da parte del Governo, un segnale – ha rimarcato il sottosegretario – che mi auguro dia tranquillità nei confronti di chi sosteneva che molti cittadini non si sono vaccinati perché mancava questo provvedimento. Ecco, oggi con l’adozione di questo provvedimento, se veramente per qualcuno questo era il motivo, mi auguro che da domani si prenoti per la vaccinazione” (qui il calcolo di quanti vaccini sono stati somministrati in Italia).