Gli aspiranti medici possono tirare un sospiro di sollievo. Per passare il test di ingresso alla facoltà di Medicina non sarà più necessario essere esperti di culture indigene messicane. Lo scorso anno ci fu chi incappò nel trabocchetto delle domande di cultura generale dove, tra le definizioni da scegliere, compariva anche il poco noto aggettivo femminile “zapoteca”.
Il prossimo settembre – quando si svolgerà per l’ultima volta il concorsone da oltre sessantamila candidati in tutta Italia – le domande di cultura generale non ci saranno più o saranno fortemente ridimensionate, sostituite da “quiz di ragionamento logico, ragionamento numerico e humanities (discipline umanistiche) ai quali seguirà una seconda parte disciplinare con domande di fisica, chimica, biologia e matematica. E dal 2023 cambierà davvero tutto il sistema di accesso al test e, di conseguenza, alla facoltà.
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Test di medicina, prime modifiche sui quesiti già dal prossimo settembre
“Resta il numero programmato” ha affermato nella mattinata di oggi la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, in un intervista rilasciata al Corriere della Sera. Dunque non si cancella la barriera all’ingresso ma “non sarà più un quiz, bensì un vero e proprio percorso, che può cominciare già al quarto anno delle scuole superiori, con corsi online gratuiti preparati dalle università e prove di autovalutazione. E il test si potrà ripetere più volte per poter poi usare il punteggio migliore”.
Subentrata al dicastero al posto di Lucia Azzolina con l’avvicendamento dal governo di Giuseppe Conte a quello di Mario Draghi, Maria Cristina Messa ha messo a lavorare tre mesi fa una commissione di professori universitari, ha raccolto la loro proposta e l’ha discussa in Parlamento. Il prossimo martedì 15 febbraio 2022 alla Camera si vota la risoluzione che farà da cornice alla riforma, poi la ministra firmerà il decreto ministeriale che modificherà il sistema.
Il vero cambiamento avverrà solo dalla sessione in programma nel 2023
“Il test di settembre 2022 sarà ancora molto simile a quello degli anni scorsi” ha affermato la ministra, specificando che “sarà in presenza e cartaceo, verrà fortemente ridimensionata la parte delle domande di cultura generale, restano quelle di ragionamento logico e il resto sarà disciplinare. Dal prossimo maggio gli atenei forniranno materiale online per le esercitazioni che potrà essere scaricato gratuitamente dagli studenti per prepararsi e perfezionarsi durante i mesi dell’estate”.
Messa ha inoltre aggiunto che “ad agosto ci saranno veri e propri corsi di preparazione, sempre online e gratuiti, curati dalle università. Chi vuole potrà fare anche un test di autovalutazione”. Ma il vero cambiamento avverrà dal 2023: “Non ci sarà più la giornata da incubo del concorsone. Ogni candidato fa un suo percorso che lo porta a sostenere un esame online (come già avviene, ad esempio, per Ingegneria), si chiamerà Tolc-Medicina. Lo si potrà fare più volte all’anno a partire dal quarto anno delle superiori. Poi, nella data che il ministero stabilirà, ognuno inserisce il risultato migliore nella piattaforma e si formerà la graduatoria nazionale. I posti saranno assegnati secondo le disponibilità degli atenei e le preferenze indicate dai candidati, come avviene già ora”.