A quanto ammontano le tariffe forensi

Pur con la libertà tariffaria, esistono dei parametri per determinare il costo medio per una consulenza di un avvocato

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Gabriele Zangarini

Content Specialist

Gabriele Zangarini, Content Writer freelance. Dopo 11 anni nel settore Content Specialist freelance, si occupa di produrre guide utili sul mondo dell'economia e del risparmio.

Quanto costa rivolgersi a un avvocato? Ogni giorno in Italia numerose persone necessitano di un supporto o di una consulenza di un professionista forense, ma prima di scegliere questa strada vogliono comprendere quali sono le tariffe e i compensi degli avvocati. Facciamo luce sulle prestazioni forensi in questo articolo di QuiFinanza.

Tariffe forensi: il timore dei clienti

Quando un individuo decide di affidarsi alle prestazioni di un avvocato il più grande ostacolo è sempre rappresentato dai costi dello studio legale. In molti casi questa paura spinge l’interessato ad evitare il sostegno legale e a intraprendere iniziative per conto proprio. Purtroppo, il più delle volte queste azioni non hanno validità giuridica e rischiano solamente di compromettere l’intera strategia difensiva.

Avvocati: la libertà tariffaria

Ecco, quindi, che il supporto di un avvocato diventa fondamentale per far valere correttamente le proprie ragioni. Ma quanto potrebbe costare? Per comprenderlo dobbiamo in primis comprendere cosa dice la normativa relativa al sistema tariffario forense.

Fino al 2012 è stato attivo il vecchio sistema tariffario, creato nel 1933, che prevedeva la presenza di tariffe obbligatorie. Dopo una lunga serie di riforme, iniziate con il D.L. 223/2006 e convertite in legge nel 2012, si è finalmente giunti alla libertà tariffaria per gli avvocati. Cosa significa?

Molto semplice: ogni avvocato può liberamente applicare i compensi che reputa più adeguati in relazione alla prestazione professionale fornita.

Libertà tariffaria: i corollari

Il legislatore ha inoltre previsto dei corollari alla cosiddetta “libertà tariffaria”, esplicitati in questi due punti:

  • L’avvocato ha l’obbligo di fornire il preventivo;
  • L’introduzione di “parametri tariffari”.

Analizziamo nei prossimi sottoparagrafi cosa significano nel dettaglio.

Obbligo di fornire il preventivo

L’obbligo di fornire il preventivo è stato inserito al fine di evitare che il cliente possa ritrovarsi tariffe “a sorpresa”. In tal direzione l’avvocato è obbligato a fornire un preventivo scritto nel quale, come dice l’art. 13, comma 5, L. n 247/2012, comunica “a colui che conferisce l’incarico professionale la prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo tra oneri, spese, anche forfettarie, e compenso professionale”.

Vi sono comunque delle casistiche nelle quali il preventivo non è obbligatorio e riguardano nel dettaglio quelle prestazioni che si esauriscono in modo contestuale alla loro fornitura, come ad esempio:

  • Consulenza verbale in un unico colloquio;
  • Difesa e interrogatorio in carcere al momento dell’arresto;
  • Redazione di atti urgenti;
  • Procedimenti per direttissima.

Introduzione dei parametri tariffari

I parametri tariffari sono invece delle tariffe che la legge ha previsto per definire i compensi forensi in seguito a prestazioni che esulino dal classico percorso “accettazione del preventivo – conferimento dell’incarico”.

Può essere, ad esempio, il caso in cui un giudice, alla chiusura della causa, liquida le spese legali a carico della controparte soccombente.

Stime di costo per un avvocato

Quanto costa quindi un avvocato? Abbiamo evidenziato come vi sia oggi la libertà tariffaria per i professionisti forensi, ma sussistano anche dei paletti che possano evitare qualsiasi costo a sorpresa per i clienti.

Chiaramente la valutazione dell’onorario di un avvocato può cambiare in base ad altre variabili, come l’esperienza o la specializzazione in un determinato settore, oppure alla tipologia di giudizio.

Ecco una stima dei costi degli avvocati a seconda della tipologia di servizio:

  • Consulenza verbale: da 100 a 300 euro;
  • Consulenza scritta: da 200 a 1.000 euro;
  • Giudizio: da 300 euro a 2.000 euro;
  • Ricorso: da 150 euro a 1.300 euro;
  • Divorzio: da 300 euro a 1.500 euro;
  • Compenso per atto stragiudiziale: da 270 euro a 6.000 euro;
  • Compenso per amministrazione di sostegno: da 1.200 euro a 2.500 euro;
  • Sfratto: da 200 euro a 1.000 euro;
  • Eredità: da 2.000 euro a 2.500 euro;
  • Ordine per procedura di pagamento: da 180 euro a 500 euro;
  • Assistenza a detenuti: da 200 euro a 400 euro.

È importante inoltre sapere che a questi importi vanno aggiunti l’IVA, attualmente al 22%, e la Cassa Forense, con aliquota al 4%.