Sciopero generale 8 marzo 2024, stop del Garante nei trasporti per irregolarità: chi si ferma e chi no

La Commissione di garanzia per gli scioperi ha bloccato l'agitazione nel settore del trasporto passeggeri ad eccezione della sigla Slai Cobas: cosa cambia

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il Garante per gli scioperi ridimensiona l’agitazione nazionale indetta in occasione della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo. La Commissione di garanzia fa sapere, infatti, che rispetto alla mobilitazione generale proclamata dalle sigle sindacali Slai-Cobas, Adl-Cobas, Usb e Osp Faisa-Cisal in tutti i settori pubblici, privati e cooperativi, ha rilevato delle irregolarità nel comparto trasporto passeggeri. Per questo buona parte dei lavoratori del settore non potranno prendere parte alle proteste.

Lo stop del Garante allo sciopero

Il Garante, infatti, ha sottolineato come il regolamento vieti la partecipazione a scioperi generali degli addetti nei settori del trasporto aereo, ferroviario, marittimo e pubblico locale.

Nell’intervento dell’1 marzo, la Commissione ha dunque segnalato le irregolarità alle organizzazioni sindacali Usb, Cub, Adl Cobas, Usi 1912 e Usi Cit, comunicando che i settori del trasporto passeggeri indicati “saranno interessati esclusivamente dallo sciopero proclamato dal sindacato Slai Cobas per il Sindacato di Classe e non dalle altre sigle sindacali”.

La Commissione, inoltre, ha invitato, “ai sensi dell’articolo 13, lett. d, della legge n. 146/90 e successive modificazioni, i sindacati proclamanti ad escludere, limitatamente alla Regione Abruzzo, interessata dalle consultazioni elettorali del 10 marzo 2024, i settori: Regioni Autonomie Locali, Trasporto Pubblico locale, Igiene Ambientale, Telecomunicazioni, Elettricità, Energia e Petrolio, Gas-Acqua, Funerario, Ministeri, Trasporto Marittimo, Vigili del fuoco, Elicotteri e Carburanti.”

I servizi a rischio per lo sciopero dell’8 marzo

Escluso dunque buona parte del settore trasporti, lo sciopero nazionale indetto per la Giornata internazionale della donna, riguarderà diversi altri comparti, dalla sanità alla scuola, dall’università alla formazione professionale. I servizi saranno dunque a rischio dalla mezzanotte alle 21 dell’8 marzo.

Rispetto alle indicazioni sugli orari validi in generale per tutta Italia, si attendono ancora i comunicati delle società dei trasporti sia locali sia nazionali con le tabelle ufficiali per le fasce di garanzia, che varieranno da territorio a territorio (qui le indicazioni sullo sciopero generale dell’8 marzo).

Secondo quanto annunciato dalla sigla Usb, per quanto riguarda i Vigili del fuoco le modalità di sciopero interesseranno il personale turnista (4 ore senza decurtazione) dalle 9 alle 13, mentre il personale giornaliero o amministrativo sarà coinvolto per tutta la giornata. Anche in questo caso saranno garantiti i servizi minimi essenziali.

“L’8 marzo non è una festa. L’8 marzo è lotta condivisa e collettiva” scrive la Cigl nel comunicato con le motivazioni dell’agitazione generale, alla quale partecipano, oltre alla Flc CGIL, anche Slai Cobas, Adl Cobas, Cobas Usb, Cobas Sub, Osp Faisa Cisal, Usi Cit, Clap, Si Cobas, Cub Trasporti, Uitrasporti, Usi 1912, Flaei Cisl e Uiltec Uil .

“I diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, l’autodeterminazione, la parità salariale non sono ancora una realtà per tutte – si legge ancora nel comunicato – anzi assistiamo, e su larga scala, a un attacco, a una messa in discussione dei diritti che le donne si sono conquistate nel corso degli anni. Ciò è evidente anche nel nostro Paese che è ancora ai primi posti nel mondo per gender pay gap e per incidenza del lavoro povero e precario; per non dire dell’invisibile sfruttamento del lavoro di cura, mai riconosciuto come responsabilità sociale, sempre e ancora scaricato sulle donne”.