L’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha dato il via libera al rimborso del pedaggio in caso di disagi per cantieri o blocchi prolungati del traffico. Una decisione che risponde a un’esigenza concreta e che mira a offrire maggiori garanzie agli automobilisti che quotidianamente restano bloccati in autostrada. Ma ricevere questi rimborsi non è così semplice come si può pensare.
Le date da ricordarsi
Le misure diventeranno pienamente operative secondo un calendario ben definito:
- entro il 1° giugno 2026 per i casi di blocco del traffico e per la presenza di cantieri su tratte gestite da un unico concessionario;
- entro il 1° dicembre 2026 per i rimborsi relativi a cantieri su percorsi gestiti da più concessionari.
L’Autorità ha inoltre previsto un periodo di monitoraggio fino al 31 dicembre 2027 per valutare l’efficacia del meccanismo e apportare eventuali modifiche.
A quanto ammonta il rimborso
Il cuore del provvedimento risiede nei criteri specifici per attivare il diritto al rimborso in autostrada, differenziati in base alla tipologia di disagio e alla lunghezza del percorso. Se il traffico è dovuto dai cantieri, la soglia minima di ritardo per l’indennizzo varia:
- per i percorsi inferiori a 30 km, il risarcimento è automatico in caso di disagio, indipendentemente dalla durata del ritardo;
- per quelli tra 30 e 50 km, è richiesto uno scostamento dall’ordinaria percorrenza di almeno 10 minuti;
- se superiori a 50 km, la soglia minima di ritardo è di almeno 15 minuti.
Per i blocchi del traffico dovuti a incidenti o eventi eccezionali in autostrada, l’indennizzo viene calcolato in percentuale sul pedaggio della tratta bloccata:
- blocco tra 60 e 119 minuti, un risarcimento del 50%;
- tra 120 e 179 minuti, del 75%;
- superiore a 180 minuti è integrale del 100%.
Arriva l’app unica per i rimborsi
Il sistema dovrebbe essere il più automatizzato possibile, con l’obiettivo di gestire le informazioni sulla viabilità e i rimborsi attraverso un’app unica per tutti i gestori. Gli utenti che non vorranno o potranno utilizzare l’applicazione avranno comunque a disposizione canali alternativi come numeri verdi e portali web dedicati. Tra le caratteristiche di quest’applicazione c’è:
- l’estensione delle tutele agli abbonati e pendolari, che avranno diritto agli stessi risarcimenti degli utenti occasionali;
- la possibilità di recedere dall’abbonamento se i cantieri riducono in modo significativo la fruibilità del loro percorso abituale.
Perché riceverli è complesso
Tuttavia, il risarcimento presenta significative limitazioni. Sono infatti esclusi:
- i rimborsi inferiori a 10 centesimi (l’accredito avviene solo per somme cumulate di almeno 1 euro);
- quelli per tratte già soggette a riduzioni tariffarie generalizzate;
- i cantieri emergenziali o mobili (questi ultimi almeno fino al 2027).
Il punto più critico riguarda il recupero dei costi da parte dei concessionari. Per gli indennizzi da cantieri è previsto un periodo transitorio (fino al 2030) in cui i gestori possono recuperare gran parte delle somme attraverso aumenti tariffari futuri. Per i blocchi del traffico, il recupero è totale a condizione che i concessionari dimostrino un evento di forza maggiore.
Questo è alla base delle perplessità sollevate da molti: l’automobilista riceve un indennizzo per il disagio, ma il concessionario può recuperare la stessa somma attraverso adeguamenti tariffari. A questo si aggiungono le soglie considerate da molti eccessivamente alte (come le tre ore per il rimborso integrale) e l’esclusione dei cantieri mobili. E in diversi vedono questo nuovo diritto come una tutela più formale che sostanziale, che non produce un giusto risarcimento per la maggioranza dei disagi quotidiani.