Rifiuti radioattivi, svelata la mappa: sette le regioni coinvolte. Quali sono i comuni

Dal Piemonte alla Sardegna, svelata la mappa delle 67 aree idonee in Italia per il deposito nazionale di rifiuti radioattivi

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

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Sono 67 le aree candidate ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi di media e bassa attività. Le aree sono collocate in Piemonte, Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia, Sardegna, e Sicilia.

È quanto indicato nella Cnapi, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee elaborata dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) pubblicata sul sito depositonazionale.it (potete consultare la mappa qui) con il nulla osta dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. Il documento individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito che dovrà contenere in sicurezza le scorie del nostro paese, che dovrebbe funzionare a partire dal 2025.

A questo punto si apre una fase di consultazione pubblica, della durata di 60 giorni, in cui le Regioni, gli enti locali e tutti i soggetti portatori di interesse qualificati possono formulare osservazioni e proposte tecniche.

Rifiuti radioattivi, quali sono le aree più favorevoli

Le aree candidate non hanno lo stesso punteggio e sono divise per colore dove con il verde (scuro e chiaro) si identificano quelle più favorevoli, con il giallo quelle meno indicate e celeste per le isole sulle quali viene tenuto in considerazione il fattore del trasporto marittimo. Le aree verdi (scuro e chiaro), sono in totale 23:

  • 8 in Piemonte tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo e così via);
  • 2 in Toscana tra Siena e Grosseto (che comprendono i Comuni di Pienza, Campagnatico);
  • 7 nel Lazio in provincia di Viterbo (comuni di Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Corchiano);
  • 6 in Basilicata/Puglia tra Matera e Bari (Comuni di Altamura, Matera, Laterza e Gravina di Puglia).

Quali sono i 67 luoghi potenzialmente idonei

La Carta, elaborata in base ai criteri previsti dall’Ispra nella Guida Tecnica n.29, oltre che in base ai requisiti indicati nelle linee-guida dell’International Atomic Energy Agency (Iaea), individua 67 aree idonee ad ospitare l’infrastruttura che da cronoprogramma dovrebbe funzionare a partire dal 2025.

  • Piemonte– In Piemonte sono 8 le aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. In particolare le 8 aree sono collocate tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Carmagnola, Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento, Fubine, Oviglio; Bosco Marengo, Novi Ligure, Torino, Caluso, Mazzè, Rondissone, Castelnuovo Bormida e Sezzadio).
  • Sardegna– Le 14 aree della Sardegna sono collocate in provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio) e nel Sud Sardegna (Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei e altri). Tutte e 14 le aree sono identificate con il colore celeste, e quindi meno idonee, per le quali viene tenuto in considerazione il fattore del trasporto marittimo.
  • Puglia e Basilicata – Le 17 aree sono collocate tra Potenza, Matera, Bari, Taranto (Comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso). Di queste 17 aree sono 6 quelle in zona ‘verde’, la cui candidatura è più favorevole (Comuni di Altamura, Matera, Laterza e Gravina di Puglia).
  • Lazio– Le 22 aree del Lazio sono collocate in provincia di Viterbo (nei comuni che comprendono i Comuni di Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano). Di queste 22 aree, però, quelle identificate con il colore verde, e quindi considerate più idonee, sono 7 (comuni di Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Corchiano).
  • Sicilia – Le 4 aree della Sicilia sono in provincia di Caltanissetta, Trapani e Palermo con i comuni di Calatafimi-Segesta, Petralia Sottana e Butera.

Cos’è il Deposito Nazionale

Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.

Insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.

Perché va costruito il Deposito Nazionale

L’Unione Europea (articolo 4 della Direttiva 2011/70) prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati. La maggior parte dei Paesi europei si è dotata o si sta dotando di depositi per mettere in sicurezza i propri rifiuti a bassa e media attività.

Per sistemare definitivamente i rifiuti ad alta attività, alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno la possibilità di studiare la localizzazione di un deposito profondo comune in Europa allo scopo di fruire dei potenziali vantaggi di una soluzione ottimizzata in termini di quantità di rifiuti, costi e tempi di realizzazione, così come prospettato dalla Direttiva Euratom 2011/70.