Quella di settembre è stata solo una pausa. A ottobre il prezzo del gas ha ripreso a crescere, e molto più dell’inflazione. Il dato è particolarmente rilevante perché riguarda quelle famiglie italiane che rientrano nel servizio di tutela della vulnerabilità. Secondo Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, la bolletta del gas è cresciuta di ben il 5,3% rispetto al mese precedente e dell’11,7% rispetto a gennaio. L’aumento ha colpito, in particolare, coloro che, dopo la fine del mercato tutelato, rientrano nei seguenti requisiti:
- hanno più di 75 anni
- hanno condizioni mediche tali da richiedere l’utilizzo di apparecchiature alimentate dall’energia elettrica
- hanno una disabilità riconosciuta
- abitano in territori colpiti dalle emergenze (come alluvioni o terremoti)
- vivono sulle isole minori
- hanno un Isee non superiore 9.530 euro e rientrano tra i beneficiari di bonus economici
Sono, quindi le fasce più fragili della popolazione, quelle che lo Stato ha deciso di continuare a tutelare sulle quali si abbatte l’aumento del prezzo di riferimento del gas che è passato dai 110,93 centesimi al metro cubo di settembre ai 116,77 centesimi di ottobre, calcolato in base ai consumi medi di una famiglia tipo che utilizza 1.100 metri cubi all’anno. Un dato che appare ancora più alto se confrontato con i 104,56 centesimi di gennaio.
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Prezzo del gas, alla base dell’aumento l’incremento dei costi per il trasporto
Alla base di questo aumento c’è anche, secondo i numeri di Arera, quello del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano della materia prima, a sua volta dipendente dalle tariffe internazionali: è salito da 38,8 euro/MWh a 40,82 euro/MWh.
Tale incremento ha provocato la crescita di quella che è la componente principale della bolletta del gas, ovvero appunto la spesa per la materia gas naturale, che è stata di 46,59 centesimi al metro cubo per quanto riguarda l’approvvigionamento, 1,5 centesimi in più rispetto a settembre, e di 6,15 per quanto riguarda la vendita al dettaglio. In quest’ultimo caso non c’è stato alcun cambiamento mensile.
Più determinante per l’incremento del prezzo del gas è stato quello della componente che include la spesa per il trasporto e la gestione del contatore, che comprende anche quella per i servizi di distribuzione, misura, perequazione della distribuzione, qualità. In questo caso l’aumento è andato da 24,53 centesimi al metro quadro a 28,03, +14,27%. Tra le conseguenze vi è il fatto che queste spese in ottobre hanno rappresentato il 24% della bolletta del gas, contro il 22,2% di settembre. Il peso della componente materia gas naturale, invece, è sceso meno, dal 46,1% al 45,17% del totale.
C’è poi il prezzo da pagare per gli oneri di sistema: come nei mesi precedenti non è cambiato, 2,95 centesimi al metro cubo, che rappresenta il 2,2% dell’ammontare della bolletta.
Il ruolo delle imposte e le previsioni sul futuro
Infine più rilevanti, e in crescita, ci sono le imposte. Queste accrescono il prezzo del gas di 33,05 centesimi al metro cubo e, essendo proporzionali agli altri costi, aumentano se questi salgono. Tra settembre e ottobre, infatti, le tasse sono cresciute di 84 centesimi, rappresentando il 28,31% della bolletta, meno, comunque, del 29% di un mese prima.
Questo incremento del prezzo del gas era stato ampiamente previsto, sulla base delle tensioni crescenti in Medio Oriente. Cosa dobbiamo aspettarci adesso? Gli ultimi aggiornamenti parlano di prezzi di nuovo in calo, soprattutto grazie al clima mite in Europa che limita la domanda e agli stoccaggi pieni al 95% (98,5% in Italia) per l’inverno dovuti alla maggiore disponibilità di fonti di gas naturale, per esempio GNL. Ad avere peso sono anche le voci di un accordo tra ungheresi e slovacchi e l’Azerbaijan per sostituire le forniture russe che non possono più passare per i gasdotti che attraversano l’Ucraina. Il costo del gas in bolletta per le famiglie più fragili, insomma, anche quest’inverno dipenderà dal clima e da fattori esterni.