Che cos’è il domicilio e a cosa serve

Il domicilio è il luogo in cui una persona stabilisce la sede principale dei suoi affari e interessi, distinto dalla residenza che indica il luogo di abituale dimora

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Silvia Baldassarre

Avvocato Civilista

Iscritta all'Ordine degli Avvocati di Milano nel 2011 dopo il conseguimento della laurea in Giurisprudenza a pieni voti, ha maturato esperienza professionale in diversi studi civilistici di Milano.

Il domicilio è disciplinato dal Codice Civile all’art. 43 ed è identificato come il luogo in cui una persona ha la sede principale dei propri interessi e affari (non solo patrimoniali). Questa definizione di domicilio prevede innanzitutto il riconoscimento di un elemento oggettivo, ovvero la presenza nel luogo indicato come domicilio degli interessi personali e dei rapporti economici della persona.

Il secondo elemento è invece di tipo soggettivo, poiché si riferisce all’intenzione di stabilire in un determinato luogo tali affari e interessi.

Per quanto riguarda la Costituzione Italiana, l’art. 14 stabilisce come il domicilio di una persona sia inviolabile, in quanto la libertà personale in questo luogo è protetta dalle leggi e dalle giurisdizioni del nostro Paese: “Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale”. La Costituzione inserisce dunque il domicilio nella sua prima parte tra “i diritti e doveri dei cittadini” elevandolo a diritto inviolabile della persona, che si concretizza e completa con la definizione contenuta nel codice civile.

La differenza tra domicilio e residenza

Non bisogna fare confusione tra domicilio e residenza, in quanto hanno due significati e valori differenti. La residenza infatti corrisponde secondo il Codice Civile al luogo in cui la persona ha la sua dimora abituale, differente ad esempio dalla dimora temporanea come può essere una seconda casa per le vacanze. Per lo più il domicilio coincide con la residenza cioè con il luogo in cui il soggetto ha fissato stabilmente l’abitazione propria e della propria famiglia poiché è proprio in questo luogo che egli intrattiene principalmente i propri rapporti economici e personali.

Non è escluso tuttavia che in molti casi il domicilio sia distinto dalla residenza che possono trovarsi perfino in Regioni o Stati differenti.

È il caso ad esempio di un libero professionista che ha stabilito la sua residenza nell’abitazione principale, mentre ha il domicilio presso lo studio. Se il soggetto ha una pluralità di luoghi in cui svolge la propria attività personale o professionale il domicilio coincide con il luogo in cui si intrattiene l’attività principale. Nella residenza saranno concentrati servizi come il medico di famiglia e si potrà usare l’indirizzo per usufruire delle agevolazioni fiscali, mentre il secondo sarà utilizzato per tutti gli adempimenti e le esigenze legate all’attività lavorativa e personale.

Che cos’è il domicilio fiscale

Il diritto tributario prevede l’individuazione del domicilio fiscale, differente rispetto al domicilio e alla residenza che hanno una connotazione civilistica. Per gli aspetti di natura fiscale, infatti, è necessario identificare un luogo in cui stabilire il proprio domicilio fiscale, un adempimento essenziale per le persone giuridiche e fisiche. Per quest’ultime in genere corrisponde all’indirizzo dell’abitazione di residenza, per aziende e professionisti invece è spesso diverso.

Per le persone giuridiche il domicilio fiscale coincide di norma con la sede legale dell’attività o dell’azienda, altrimenti bisogna optare per la sede amministrativa o quella stabile in cui è presente una sede o un distaccamento. Qualora non dovesse esistere nessuna di queste sedi, bisogna scegliere il luogo in cui si svolge prevalentemente l’attività lavorativa.

Le tipologie di domicilio riconosciute

Come abbiamo visto per il domicilio fiscale, il domicilio può assumere varie connotazioni in base alla funzione che svolge. In alcune circostanze viene scelto liberamente dalla persona interessata, in altri casi invece viene determinato da altri soggetti, altrimenti può semplicemente rappresentare un luogo generico presso il quale è stato fissato il domicilio. Ecco quali sono i principali tipi di domicilio esistenti e riconosciuti.

  • Domicilio generale: è la concezione classica del termine, in quanto è il luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei propri interessi e affari, ed è unico (ad esempio lo studio presso il quale un avvocato esercita la professione).
  • Domicilio speciale: è un domicilio particolare utilizzato soltanto per determinati atti o affari, per adempiere ad alcune esigenze specifiche, come il domicilio eletto ai fini di un determinato procedimento giudiziale. Dev’essere eletto per iscritto e con dichiarazione espressa.
  • Domicilio legale: in alcune situazioni il domicilio può essere stabilito per legge, quindi non volontariamente dalla persona interessata, ad esempio quando un minore viene affidato a un tutore.
  • Domicilio volontario: si intende il domicilio concretamente eletto dall’interessato a centro della propria vita di relazione.
  • Domicilio digitale: con questa espressione ci si riferisce al domicilio virtuale, ad esempio l’indirizzo di posta elettronica certificata PEC utilizzato per delle comunicazioni ufficiali.
  • Domicilio temporaneo: in questo caso il domicilio viene stabilito presso un determinato luogo in modo provvisorio, in attesa di scegliere un domicilio più stabile, ad esempio quando un professionista si trasferisce per un breve periodo all’estero e sposta il domicilio presso un nuovo indirizzo per un certo lasso di tempo.

Il domicilio va dichiarato?

Le normative di legge italiane non obbligano a dichiarare il domicilio di una persona, mentre al contrario è necessario indicare l’indirizzo della residenza per le persone fisiche, oppure l’indirizzo del domicilio fiscale per le persone giuridiche. Ad ogni modo, in alcune circostanze può essere richiesta la comunicazione del domicilio, ad esempio da parte di una Pubblica Amministrazione, di un’azienda con la quale si collabora o dell’Agenzia delle Entrate per degli accertamenti.

In questo caso basta effettuare un’autocertificazione del domicilio, una dichiarazione con la quale si indica qual è il luogo scelto come domicilio sotto la propria responsabilità. Si possono usare dei moduli scaricabili online, alcuni dei quali sono messi a disposizione da enti pubblici come Comuni e Regioni. Altrimenti si può realizzare un’autocertificazione di proprio pugno, inserendo tutti i dati necessari per identificare la persona e il luogo del domicilio.

Come fare il cambio domicilio

Se il domicilio cambia non ci sono adempimenti obbligatori che si devono seguire, infatti basta l’atto in sé per certificare il cambiamento del domicilio e dare effetto al trasferimento. Se invece il domicilio è stato comunicato a persone fisiche, aziende ed enti per alcune motivazioni professionali o di altra natura, in questo caso basta segnalare ai soggetti interessanti il nuovo indirizzo scelto come domicilio attraverso una semplice autodichiarazione.