Addio ai check-in da remoto su Booking e AirBnB, gli ospiti andranno accolti di persona

Una circolare ministeriale impone ai gestori delle case vacanza di accogliere gli ospiti di persona per identificarli: cosa cambia per Booking e AirBnB

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 2 Dicembre 2024 12:29

Una circolare del dipartimento di sicurezza del ministero degli Interni ha vietato di fatto il check-in da remoto, molto diffuso nelle case vacanza che utilizzano servizi come Booking o AirBnB. Spesso i proprietari di queste strutture si fanno inviare via internet i documenti di identità dei propri ospiti per registrarli e consegnano poi loro un codice, con cui aprire una key box in cui sono presenti le chiavi dell’appartamento.

Questa pratica, secondo quanto riportato dalla circolare ministeriale, non rispetta però la normativa che prevede il riconoscimento diretto degli ospiti delle strutture ricettive per ragioni di sicurezza. Con l’avvicinarsi del Giubileo, la polizia di Stato ha tenuto a sottolineare nuovamente questa norma, rendendo di fatto illegale il check-in da remoto.

Addio check-in da remoto, cos’è l’identificazione de visu

Con una circolare il ministero degli Interni, tramite il suo dipartimento per la Sicurezza, ha ricordato a tutti i prefetti che, per le strutture ricettive, l’identificazione de visu degli ospiti è obbligatoria. Con questo termine si intende la conferma visiva che il documento di identità presentato da un ospite corrisponda, tramite la fotografia, alla persona che ne è in possesso.

La ragione per cui la polizia ha deciso di chiedere questo tipo di controlli è relativa sia al fatto che la norma ha sempre previsto questo tipo di riconoscimento, ma che spesso non viene rispettata, sia all’avvicinarsi del Giubileo. L’anno santo attrarrà in Italia milioni di pellegrini e sarà quindi necessario un maggiore controllo ai fini della sicurezza degli eventi che si terranno principalmente a Roma.

Questa circolare, che è stata diffusa il 18 novembre ma di cui non è stata data notizia, vieta di fatto il check-in da remoto, diffusissimo con AirBnB e Booking. Molti gestori delle case vacanza infatti si fanno inviare, spesso tramite un’app di messaggistica come WhatsApp, foto dei documenti di identità dei propri ospiti che poi utilizzano per compilare i campi necessari nel Servizio Alloggiati della polizia di Stato.

Le key box saranno vietate?

Una volta registrati gli ospiti, le strutture ricettive danno loro un codice che permette di aprire una key box, in cui sono contenute le chiavi dell’appartamento. Le key box sono piccole cassette di sicurezza che spesso appaiono sui muri esterni degli edifici che ospitano appartamenti affittati come case vacanza. A causa di questo sono diventate il simbolo di questo fenomeno, soprattutto in senso negativo.

La nuova norma non vieta esplicitamente le key box, come invece hanno fatto già alcuni comuni con specifiche ordinanze, come nel caso di quello di Firenze. Se però è necessaria per ogni struttura ricettiva l’identificazione de visu, questi oggetti diventeranno di fatto inutili. Potrebbero quindi scomparire completamente dai muri delle case delle città e delle località turistiche.

Se la circolare venisse interpretata in modo stringente dai prefetti e il check-in da remoto fosse completamente vietato, per i privati diventerebbe ancora più difficile avviare un’attività di casa vacanze senza affidarsi a un’azienda che gestisca il proprio appartamento, come già spesso avviene. Il check-in da remoto viene infatti utilizzato anche da chi, avendo un altro lavoro, non può essere presente ogni volta che un ospite arriva nel suo appartamento.