Mobilità sostenibile, Parigi accelera: sulle strade una corsia solo per auto in car pooling

Non è il primo esperimento né in Europa né nel resto del mondo, ma il fatto che lo faccia una capitale come Parigi è un importante passo avanti per il trasporto urbano sostenibile

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 12 Marzo 2025 17:43

Parigi rivoluziona il concetto di strada, e lo fa in ottica green. Dal 3 marzo, infatti, è iniziata nella capitale francese la sperimentazione che introduce una corsia riservata in tangenziale ai mezzi che trasportano più persone. Presentata nel 2023, la misura fa parte dell’eredità olimpica voluta dalla città di Parigi.

L’obiettivo è chiaramente ridurre il traffico, e quindi le emissioni di CO2, spalmandolo su più orari ed evitando il caos delle ore di punta. Il tutto incentivando la condivisione dell’auto e l’utilizzo dei mezzi pubblici.

Cos’è il “boulevard périphérique” di Parigi

Sette mesi dopo le Olimpiadi, dunque, gli automobilisti dell’Île-de-France tornano a provare le corsie riservate che erano state introdotte in via sperimentale proprio durante i Giochi Olimpici di luglio. La misura, che prende il nome di “boulevard périphérique” di Parigi, è una strada a scorrimento veloce lunga circa 35 chilometri che ruota intorno a quasi tutta la città.

Come funziona nel concreto questa novità? Dal 3 marzo, nelle ore di punta e solo da lunedì a venerdì, non si può più viaggiare da soli su alcune strade a scorrimento veloce (più precisamente sui tratti delle autostrade A1 e A13 situati intorno a Parigi e sulla tangenziale). È invece obbligatorio viaggiare in carpooling, cioè condividendo l’auto con qualcun altro. Questo naturalmente fa bene all’ambiente e abbatte anche i costi per chi si sposta.

Sulla A1, la corsia riservata al car pooling è quella più a sinistra ed è lunga 11,3 chilometri ed è attiva dalle 6:30 alle 10. Nella direzione opposta, la condivisione scatta dalle 17:00 alle 18:30, mentre a nord-ovest di Parigi, un tratto di 7 chilometri deve essere utilizzato in modalità sharing tra le 7:00 e le 10:00. La corsia può anche essere percorsa da taxi, autobus, pullman, NCC, moto e veicoli d’emergenza.

Perché Parigi ha deciso di rendere obbligatorio il car pooling

La misura verrà testata per tre anni e poi l’amministrazione comunale deciderà che fare. Obiettivi dichiarati dal Comune di Parigi sono:

  • ridurre il numero di auto in circolazione;
  • spingere i parigini a usare regolarmente il trasporto pubblico;
  • ridurre l’inquinamento, sia acustico che atmosferico.

Fino ad oggi circa l’80% delle persone che transitava su questa strada erano automobilisti da soli in auto e proprio nella zona più inquinata della capitale. In quest’area le polveri sottili si concentrano da 2 a 2 volte e mezzo in più rispetto alle aree urbane, spiega l’amministrazione di Parigi.

Non solo. C’è ben mezzo milione di abitanti che vive da una parte o dall’altra di questa strada e che è esposto a livelli di inquinamento ancora troppo elevati. Un dato che ha spinto la città a seguire questa iniziativa è stato, tra gli altri, l’aumento dei casi di asma tra i bambini del 30% in più rispetto alle altre zone di Parigi.

Le sanzioni previste in caso di violazione

In questa prima fase non sono previste multe per chi sgarra, ma dal 1° maggio prenderà il via un sistema di controllo tramite telecamere. Queste saranno in grado di identificare i tipi di veicoli e conteranno il numero di passeggeri su ogni mezzo, mentre un agente visionerà i filmati.

Le sanzioni saranno fino a 135 euro.

Dove il car pooling viene già usato da tempo

Non è la prima volta che si sente parlare di corsie preferenziali per il car pooling, che ad oggi rappresenta uno dei must della mobilità sostenibile.

Una soluzione di questo tipo è già in vigore nei Paesi Bassi addirittura dal 1993, in Spagna, a Madrid, dal 1995, e nel Regno Unito, a Leeds, dal 1998. Sistemi simili sono anche in vigore in Austria e Norvegia. Oltreoceano, ci sono esempi negli Stati Uniti e in Canada. In Italia, per ora, tutto tace.