Il 4 marzo, Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un’intesa provvisoria sul nuovo Regolamento degli Imballaggi dell’Unione Europea, destinato a sostituire la Direttiva 94/62/EC. Questo segna un passo significativo nella lotta contro l’inquinamento da plastica e nell’impulso verso un’economia circolare. L’accordo preliminare è il preludio all’approvazione formale, che consentirà al Regolamento di entrare in vigore. Le prime analisi evidenziano l’adozione di una legislazione rigorosa elaborata dalla Commissione dell’Unione Europea alla fine del 2022, con l’obiettivo di “ridurre, riutilizzare e riciclare gli imballaggi, aumentare la sicurezza e promuovere l’economia circolare”.
A partire dal 2030, sarà vietato l’utilizzo di alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, inclusi quelli destinati alla frutta e verdura fresca non trasformata, gli imballaggi per alimenti e bevande consumati nei bar e ristoranti, le porzioni individuali come condimenti, salse, panna e zucchero, così come i prodotti in miniatura utilizzati nei servizi igienici degli alberghi.
L’accordo tra i negoziatori del Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo sulle nuove norme per gli imballaggi prevede un obiettivo specifico di almeno il 10% di riutilizzo degli imballaggi per bevande entro il 2030. Tuttavia, gli Stati membri avranno la possibilità di concedere una deroga di cinque anni a tali requisiti, a determinate condizioni, come indicato nella nota dell’Eurocamera.
Indice
Obiettivi di riduzione imballaggi e divieto di sostanze chimiche nei pacchetti alimentari
La relatrice Frédérique Ries (Renew, BE) ha commentato con favore l’accordo raggiunto sul nuovo Regolamento Ue sugli imballaggi: “Per la prima volta in una legge ambientale, l’Ue sta fissando obiettivi per ridurre il consumo di imballaggi, indipendentemente dal materiale utilizzato. Chiediamo a tutti i settori industriali, ai Paesi e ai consumatori di fare la loro parte nella lotta contro l’eccesso di imballaggi”.
Nuovo Regolamento Imballaggi Ue (PPWR), verso un futuro più sostenibile
Il recente accordo sul Regolamento Imballaggi dell’Unione Europea, cosiddetto PPWR, ha delineato una serie di obiettivi ambiziosi e misure chiave per affrontare le sfide legate agli imballaggi. Di seguito, i punti salienti di questa normativa rivoluzionaria:
- Riduzione degli Imballaggi e Divieti Specifici
- Obiettivi di riduzione degli imballaggi (5% entro il 2030, 10% entro il 2035, 15% entro il 2040).
- Vietati alcuni formati di imballaggi in plastica monouso a partire dal 1° gennaio 2030, compresi quelli per frutta e verdura fresca, alimenti e bevande nei bar, porzioni individuali e mini prodotti per l’igiene negli alberghi.
- Divieto per le buste di plastica leggera (sotto i 15 micron), salvo eccezioni per motivi igienici o come imballaggio primario per alimenti sfusi.
- Imballaggi Riciclabili e Raccolta Migliorata
- Tutti gli imballaggi dovrebbero essere riciclabili, con esenzioni per alcuni materiali.
- Obiettivi minimi di contenuto riciclato per le parti in plastica degli imballaggi.
- Il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo dovrà essere raccolto separatamente entro il 2029.
- Riuso, Riutilizzo e Ricarica
- Obiettivo specifico di riuso per bevande alcoliche e analcoliche pari almeno al 10% entro il 2030.
- Distributori finali di bevande e cibi da asporto obbligati a offrire contenitori riutilizzabili entro il 2030.
- Incentivi per promuovere l’uso di acqua del rubinetto nei servizi di ristorazione in contenitori riutilizzabili.
- Deposito Cauzionale
- Raccolta differenziata del 90% delle bottiglie di plastica monouso e contenitori per bevande in metallo entro il 2029.
- Sistemi di deposito cauzionale obbligatori entro il 2029, con esenzioni per sistemi già efficaci.
- Vietato l’Uso di “Forever Chemicals”
- Divieto delle “sostanze chimiche per sempre” (PFAS) negli imballaggi a contatto con gli alimenti, promuovendo la salute dei consumatori europei.
Questo nuovo regolamento segna una svolta significativa nella gestione sostenibile degli imballaggi, combinando obiettivi ambientali con soluzioni pratiche per un futuro più verde.
Ortofrutta e plastica monouso, cosa cambia con l’accordo sulla PPWR
L’accordo provvisorio sulla PPWR prevede alcuni miglioramenti generali, ma lascia indietro il settore ortofrutticolo. Infatti, secondo l’allegato V dell’accordo, dal 2030 sarà vietato usare imballaggi in plastica monouso per l’ortofrutta che pesa meno di 1,5 chili, a meno che non sia trasformata in qualche modo, come ad esempio il fresh cut.
Questo significa che l’insalata in busta pronta al consumo sarà ancora permessa, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni media, ma non la plastica monouso che avvolge frutta e verdura fresche non trasformate. Questi imballaggi dovranno essere eliminati dall’Ue, insieme alle singole confezioni monouso per alimenti e bevande vendute nei bar e nei ristoranti.
L’accordo prevede però anche la possibilità, per gli Stati membri, di stabilire dei criteri di qualità e sicurezza alimentare, che potrebbero giustificare delle deroghe al divieto. Ad esempio, si potrà continuare a usare imballaggi monouso quando sono necessari per proteggere un prodotto molto delicato, come i mirtilli e i piccoli frutti, o quando si tratta di prodotti che si deteriorano rapidamente e sono soggetti a rischi microbiologici, come l’insalata di quarta gamma, che è sempre stata considerata un prodotto trasformato e non ortofrutticolo.
Tuttavia, il rischio di questa soluzione è quello di frammentare il mercato interno, creando problemi per le aziende esportatrici di ortofrutta. Se infatti ogni Stato membro avesse una sua lista di prodotti esentati, la logistica sarebbe molto complicata per le imprese che vendono in altri Paesi.
Infine, va riconosciuto che l’accordo ha introdotto una novità positiva rispetto alla proposta iniziale della Commissione: ora sono ammessi per l’ortofrutta sotto i 1,5 chili gli imballaggi monouso in cartone, legno e plastiche compostabili, che sono materiali più ecologici della plastica tradizionale.
Italia, voto contrario al regolamento Ue sugli imballaggi, le ragioni
Lo scorso dicembre l’Italia è stato l’unico paese ad aver votato contro l’adozione del mandato negoziale del Consiglio Ue sul regolamento sugli imballaggi. Secondo il governo italiano, il regolamento ha costi sociali ed economici elevati, non controbilanciati da soluzioni ambientali ottimali.
Il 28 febbraio, la presidenza belga ha presentato al Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti all’interno del Consiglio Ue, un testo rivisto al fine di ottenere il mandato negoziale per il secondo round di negoziati con il Parlamento. La proposta ha ottenuto il mandato per negoziare sulla base del nuovo compromesso.
Soddisfazione a metà per l’Italia
“Accolte alcune delle richieste italiane”, ha commentato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, dopo l’accordo del 4 marzo tra Parlamento e Consiglio Ue sul nuovo Regolamento imballaggi.
Più dettagliata la valutazione della viceministra all’Ambiente, Vannia Gava: “L’esito del Trilogo conferma la bontà delle nostre proposte per tutelare ambiente e imprese. Apprezziamo la deroga orizzontale agli obblighi di riuso e le restrizioni circoscritte, ma serve ancora un surplus di riflessione”.
L’Italia ottiene quindi alcune concessioni, come la deroga agli obblighi di riuso per alcuni tipi di imballaggi e la limitazione delle restrizioni. Tuttavia, il governo italiano ritiene che non sia abbastanza e che siano necessari ulteriori miglioramenti per tutelare le imprese e l’ambiente.
Accordo Ue sugli imballaggi, Urso: “un passo nella giusta direzione”
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso soddisfazione per il nuovo accordo raggiunto tra Consiglio Ue e Parlamento Europeo sul regolamento sugli imballaggi.
“L’accordo è un passo nella giusta direzione, che accoglie una serie di indicazioni italiane e che rimuove delle criticità inizialmente presenti nella posizione della Commissione Europea”, ha dichiarato Urso.
L’impianto iniziale del regolamento sarebbe stato penalizzante, non solo per l’industria italiana del packaging, ma anche per molte filiere produttive, dall’agroalimentare alla farmaceutica.
“C’è ancora da lavorare nel negoziato: continueremo a sostenere le nostre aziende affinché possano operare al meglio e innovare, grazie anche all’eccellenza nel settore del riciclo, che vede l’Italia tra le più avanzate a livello internazionale”, ha concluso il ministro.
Rifiuti di imballaggio, trend preoccupante ed è necessario invertire la rotta
L’Ufficio Europeo per l’Ambiente (EEB) ha diffuso dati preoccupanti sull’andamento dei rifiuti di imballaggio nell’UE. Dal 2009 al 2021, la produzione di questi rifiuti è cresciuta del 27,7% e si stima che continuerà a crescere fino al 2040. Ogni anno, ogni abitante dell’Ue produce circa 190 kg di rifiuti di imballaggio, che hanno un forte impatto ambientale. Infatti, questi rifiuti sono responsabili del 40% della plastica e del 50% della carta consumate nell’Ue, oltre a generare emissioni di carbonio equivalenti a quelle dell’Ungheria. Inoltre, gli imballaggi sono il principale utilizzatore di materiali vergini e costituiscono il 36% dei rifiuti solidi urbani.
EEB celebra il compromesso storico per la riduzione dei rifiuti di imballaggio nell’Ue
Secondo EEB il compromesso raggiunto tra i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo rappresenta la conclusione di una lunga lotta politica per affrontare le crescenti preoccupazioni sui rifiuti di imballaggio.
Nonostante le pressioni senza precedenti e critiche, l’EEB ha evidenziato che le istituzioni dell’Ue hanno finalmente concordato una serie di regole volte a prevenire la generazione di rifiuti di imballaggio, promuovere sistemi di riutilizzo e ridurre la dipendenza dagli imballaggi monouso, secondo i comunicati stampa delle istituzioni.
L’Ue, per contrastare la crescita incontrollata dei rifiuti di imballaggio, sta fissando obiettivi vincolanti di riduzione degli imballaggi per i suoi Stati membri (5% entro il 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040), insieme a obiettivi di riutilizzo per alcuni segmenti di imballaggio, tra cui bevande e imballaggio per il trasporto.
ONG applaudono a norme Ue più severe sugli imballaggi, ma criticano le deroghe per la carta monouso
La coalizione di ONG che lavora sulle norme Ue sugli imballaggi plaude a disposizioni più rigorose sulle sostanze problematiche e a restrizioni dirette su un gruppo di sostanze chimiche nocive ed estremamente persistenti (PFAS) negli imballaggi alimentari. Si prevede che una futura relazione obbligatoria sulla presenza di sostanze pericolose negli imballaggi porterà maggiore chiarezza sulla misura in cui esse influiscono negativamente sulla circolarità, nonché sulla sicurezza chimica e sull’impatto sulla salute umana e ambientale.
La coalizione si rammarica tuttavia che la proposta iniziale della Commissione europea, pubblicata nel novembre 2022, sia stata annacquata da una serie di esenzioni e deroghe adottate sotto la pressione delle lobby usa e getta. È particolarmente deludente che la portata delle restrizioni per gli imballaggi non necessari sia limitata solo alla plastica monouso e non a tutti i formati monouso come previsto nella proposta originale (compresi gli imballaggi monouso a base di carta)”, ha specificato EEB.
L’Ufficio Europeo per l’Ambiente deplora anche l’esclusione degli imballaggi in cartone dagli obiettivi di riutilizzo per i trasporti, attribuendo tali lacune alle pressioni delle lobby della carta monouso. Queste criticità, secondo l’EEB, potrebbero compromettere l’efficacia del regolamento, portando a un aumento del consumo di imballaggi di carta e esercitando una pressione insostenibile sulle risorse forestali.
Il compromesso necessario, il commento di Marco Musso di EEB
Secondo Marco Musso, Senior Policy Officer dell’EEB per l’Economia Circolare presso l’Ufficio Europeo dell’Ambiente, le istituzioni dell’UE hanno finalmente concordato sull’urgente necessità di ridurre i rifiuti di imballaggio, diminuire la dipendenza dalle soluzioni usa e getta e promuovere i sistemi di riutilizzo.
Musso sottolinea che uno dei documenti più soggetti a pressioni in questo contesto ha resistito alle tattiche ingannevoli dei sostenitori dell’usa e getta. Ora, con obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti di imballaggio, si apre un percorso chiaro per il settore. Nonostante alcune critiche e deroghe ingiustificate, Musso ritiene che questo compromesso offra all’Ue e ai suoi Stati membri l’opportunità di fermare la crisi dei rifiuti di imballaggio.
McDonald’s e l’industria degli imballaggi in carta sotto accusa
Sergio Baffoni, attivista senior per gli imballaggi di carta di Environmental Paper Network, ha espresso gravi preoccupazioni riguardo alla distorsione e al vuoto creati dall’industria degli imballaggi in carta e da McDonald’s su una normativa originariamente concepita per ridurre gli imballaggi monouso.
Baffoni ha affermato che questa normativa, anziché ridurre gli imballaggi monouso, ora li promuove, a discapito delle foreste e del clima globali. Gli attivisti si trovano quindi in un momento di delusione mentre i lobbisti festeggiano. Baffoni ha sottolineato che i consumatori continueranno a essere sommersi da crescenti quantità di rifiuti, questa volta principalmente costituiti da carta.
Prospettive sul riciclo, necessario un passo più ampio
Valeria Botta, Responsabile Circular Economy & Nature presso Environmental Coalition on Standards – ECOS, ha commentato il recente sviluppo sull’ambito degli imballaggi, definendolo “un passo nella giusta direzione, ma necessario un passo molto più ampio”.
Botta ha sottolineato che la produzione di imballaggi non necessari e eccessivi costituisce uno spreco di risorse e che il riciclaggio da solo non è sufficiente. Ha evidenziato la necessità di maggior supporto per le opzioni di riutilizzo e ricarica, affinché si utilizzi meno materiale e si prevengano gli sprechi.
Stop ai PFAS, una vittoria per la salute dei consumatori
Dorota Napierska, Responsabile delle politiche sull’economia circolare senza sostanze tossiche presso Zero Waste Europe, ha accolto con favore la volontà politica volta a garantire una migliore protezione dei consumatori. L’eliminazione del gruppo di PFAS particolarmente problematici dagli imballaggi alimentari è stata definita come un’azione urgentemente necessaria e molto apprezzata dalla coalizione. Napierska ha sottolineato l’incoraggiante passo avanti per affrontare le sostanze dannose comunemente utilizzate negli imballaggi alimentari, sia in plastica che non.
Appello per un impegno tempestivo
Dopo 4 anni di lavoro preparatorio e oltre 15 mesi di negoziati intensi, la coalizione di ONG sollecita le istituzioni dell’Ue a non perdere tempo nell’adozione del regolamento chiave prima delle elezioni europee. L’appello è rivolto al Parlamento europeo affinché ratifichi il compromesso raggiunto nella plenaria di aprile, ponendo fine alle pratiche dispendiose e sbloccando le opportunità di un imballaggio veramente circolare.
La coalizione esorta inoltre la Commissione europea a firmare l’accordo il prima possibile. La nota di EEB specifica che la coalizione di ONG continuerà a sostenere un’elevata ambizione a livello europeo e una corretta attuazione delle nuove norme per fermare la crescita incontrollata dei rifiuti di imballaggio attraverso la prevenzione e il riutilizzo. Si anticipa che numerose decisioni sull’attuazione delle misure del regolamento saranno prese successivamente, e l’alleanza Rethink Plastic insieme alla coalizione di ONG monitoreranno attentamente questo processo.