Grazie all’inflazione ogni italiano spreca il 25% in meno di cibo. Ma non basta

Secondo l'International Observatory on Food & Sustainability, lo spreco alimentare nel 2023 è calato in 8 Paesi del mondo. La frutta è il cibo più buttato

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Alessandro Mariani

Giornalista green

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

L’inflazione sta mettendo a dura prova l’economia di molti Paesi, ma tra tutte le conseguenze negative della crescita dei prezzi, sembra esserci un effetto positivo. Lo spreco alimentare quest’anno è diminuito, mostrando come la perdita di cibo ancora commestibile sia inversamente proporzionale all’inflazione. In occasione della 4° Giornata Internazionale di Sensibilizzazione sulle Perdite e Sprechi Alimentari promossa dalle Nazioni Unite, sono stati presentati i nuovi dati del Cross Country Report su cibo e spreco nel mondo, un’indagine condotta da Waste Watcher International Observatory on Food & Sustainability in 8 Paesi: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan.

Crolla lo spreco alimentare in Italia e Usa

In Italia e nel mondo, i consumatori si stanno confrontando con un carrello della spesa sempre più caro. Sette su dieci sono costretti a compiere tagli drastici agli acquisti. Ma c’è una notizia positiva: lo spreco alimentare sta finalmente crollando in otto Paesi del mondo, tra cui l’Italia, gli Stati Uniti, la Spagna, la Francia, la Germania, il Regno Unito, l’Olanda e persino l’Azerbaijan. I dati pubblicati dal Cross Country Report su cibo e spreco nel mondo, condotto da Waste Watcher in collaborazione con l’International Observatory on Food & Sustainability e l’Università di Bologna, rivelano un cambiamento nella percezione del cibo e dello spreco a livello globale.

In Italia il crollo dello spreco alimentare è stato consistente, con una riduzione del 25% rispetto all’anno precedente. I dati indicano che ogni cittadino italiano ora spreca in media circa 469,4 grammi di cibo a settimana, un calo significativo di 125,9 grammi rispetto all’estate del 2022 e addirittura 54,7 grammi in meno rispetto alla rilevazione di gennaio. Gli Stati Uniti, noti storicamente per la loro scarsa attenzione allo spreco alimentare, hanno registrato un calo del 35%, portando la quantità di cibo sprecato a quota 859,4 grammi a settimana, una diminuzione di 479 grammi rispetto all’anno precedente, stabilendo così un nuovo record di riduzione. Gli statunitensi si rivelano particolarmente preoccupati per l’impatto economico dello spreco alimentare, con l’ 81% che lo considera uno spreco di denaro, il 62% che teme conseguenze economiche per la propria famiglia e il 59% che vede implicazioni economiche e sociali negative.

Spreco alimentare in Europa e Azerbaijan

Tra le nazioni europee Spagna e Francia si distinguono per essere i Paesi più virtuosi, con un consumo medio di cibo sprecato rispettivamente di 446 e 459 grammi a settimana. La Germania ha ridotto in modo drastico il suo spreco medio del 43%, attestandosi a quota 512,9 grammi a settimana, un calo impressionante di 379,5 grammi rispetto al 2022. Uno dei dati più sorprendenti emersi dalla ricerca però riguarda la frutta, che è ancora l’alimento più sprecato al mondo, confermato dai dati di Waste Watcher che hanno coinvolto oltre 8.000 cittadini. La cultura dello spreco sembra ancora persistere, ma ci sono segnali di cambiamento. Questo studio ha coinvolto otto Paesi nel mondo, tra cui Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan.

Il rapporto ha coinvolto un campione statistico di 1.000 interviste per ciascun paese e 500 interviste per l’Azerbaijan, che ha partecipato per la prima volta alla rilevazione. L’Azerbaijan, partner commerciale dell’Italia e sede dell’Università Italo-Azerbaijana, ha mostrato una significativa quantità di cibo sprecato, evidenziando l’importanza della sensibilizzazione sulla prevenzione dello spreco alimentare.

Frutta e cibi freschi gli alimenti più sprecati

Dai dati dell’Osservatorio Waste Watcher International emerge evidentemente che l’inflazione e il rincaro della vita stanno mettendo a dura prova i cittadini di tutto il mondo. Lo spreco alimentare è ora identificato come spreco di denaro in famiglia, e questo si riflette nei dati. La crescente attenzione dell’ONU a questo tema è solo una parte della spiegazione. La situazione è il risultato di un quadro economico e sociale instabile in tutti i Paesi, con un basso indice di fiducia nel futuro. Per invertire questa tendenza, i governi dovranno concentrarsi su due fronti: quello economico ed educativo. È essenziale ridurre lo spreco alimentare e promuovere diete sane e sostenibili. Il monitoraggio rimane fondamentale per aumentare la consapevolezza sui comportamenti alimentari e prevenire lo spreco nelle case di tutto il mondo.

Uno dei dati più interessanti riguarda il tipo di cibo sprecato. Ancora una volta, la frutta fresca si piazza al primo posto tra gli alimenti più sprecati al mondo, con tassi elevati in Italia (33%) e Spagna (40%), entrambi paesi noti per le loro tradizioni culinarie mediterranee. Altre categorie di cibo sprecate includono insalate, verdure, cipolle, aglio, tuberi, affettati e pane confezionato, a seconda del Paese.

Azioni utili per contrastare lo spreco alimentare

Il rapporto include anche dati sulle misure pubbliche utili a ridurre lo spreco alimentare. L’istruzione nelle scuole è stata indicata unanimemente come una strategia chiave per combattere lo spreco alimentare. Inoltre, le etichette fronte pacco sono considerate un elemento significativo per contrastare il problema, con l’Europa che discute dell’implementazione del Nutriscore come modello di etichettatura alimentare. Un altro importante sviluppo nell’ambito della lotta allo spreco è l’introduzione di Sprecometro, un’applicazione che permette di monitorare il livello di spreco alimentare di cittadini, famiglie, gruppi di amici e colleghi. In soli otto mesi dall’uscita l’app ha coinvolto più di 10.000 cittadini ed è riuscita a registrare circa 96.000 euro di cibo sprecato, con un impatto ambientale di 44.100 kg di CO2 equivalente e 3.186 m3 di acqua. Sorprendentemente, l’incremento degli utenti non ha portato a un aumento proporzionale dello spreco, ma piuttosto a una maggiore consapevolezza e attenzione alla riduzione dello spreco alimentare.

Sprecometro, sviluppato dall’Osservatorio Waste Watcher International, è diventato uno strumento quotidiano per vivere in modo sostenibile. L’app offre contenuti educativi e permette agli utenti di monitorare il proprio comportamento alimentare, stabilendo obiettivi di riduzione in linea con l’Agenda dell’ONU per lo sviluppo sostenibile. Inoltre, assegna punteggi per il progresso individuale e consente di confrontarsi con altri utenti. Oltre a essere uno strumento per la riduzione dello spreco fa molto di più: stima anche l’impatto economico e ambientale dello spreco alimentare. Ovvero misura in euro la perdita economica e in CO2 e H2O l’impronta ecologica dello spreco. L’applicazione offre anche la possibilità di creare gruppi di riferimento, come famiglie, amici, classi scolastiche, e aziende, permettendo di valutare il progresso sia a livello individuale che collettivo.

Il rapporto Cross Country 2023 di Waste Watcher International fornisce un quadro chiaro e positivo sulla riduzione dello spreco alimentare in tutto il mondo. Mentre i consumatori si confrontano con sfide economiche crescenti, come l’inflazione, la consapevolezza dell’importanza di ridurre questo aspetto sta aumentando. La lotta contro lo spreco alimentare, infatti, sta diventando lentamente una priorità. È auspicabile che questo trend positivo continui e che il mondo compia progressi significativi nella riduzione dello spreco alimentare nei prossimi anni.