Alla Cop29 di Baku, dove si discute di finanza climatica, ha partecipato anche l’Udinese, che è senza ombra di dubbio la squadra di calcio italiana più attenta alla sostenibilità e sempre in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico. Il club friulano, infatti, fa parte della ristretta cerchia che comprende in tutto 7 club europei che hanno preso parte, in Azerbaigian, all’evento dell’Eca, l’Associazione dei club europei, proprio nell’ambito della Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. E per il mondo del calcio si è trattato di una storica partecipazione, mai avvenuta prima, a una Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente.
Firmato il Patto per il Clima
L’Udinese è stata scelta, per partecipare alla Cop29, assieme agli spagnoli dell’Atletico Madrid e del Real Betis, agli inglesi dei Liverpool e del Tottenham, ai portoghesi del Porto e agli azeri del Qarabag FK per l’impegno sociale e ambientale che, negli ultimi anni, ha dato origine a numerosi progetti attenti alla sostenibilità.
Questi club sono stati i firmatari della dichiarazione fondativa del Patto per il Clima tra i club calcistici, sottoscrivendo così l’impegno a lottare contro il cambiamento climatico e a implementare azioni per un futuro sostenibile, come agire sulla finanza sostenibile, tema al centro di questa 29esima Conferenza Onu sul clima.
L’accordo è stato siglato al termine di un dibattito in cui il club bianconero è stato rappresentato da Magda Pozzo, che ha illustrato tutte le attività ambientali e sociali grazie alle quali l’Udinese è diventata un esempio globale per quanto riguarda le politiche green. Il Patto firmato evidenzia l’impegno del club a intraprendere azioni concrete e immediate.
La prima volta del mondo del calcio
Con la partecipazione all’evento di Baku, l’ECA ha riaffermato così la volontà di avere un ruolo attivo di supporto alla sostenibilità, ribadendo la forza del mondo del calcio nel trasmettere messaggi sociali e ambientali positivi a tutte le parti interessate. È la prima volta, infatti, che alcuni club sportivi hanno scelto di rispondere collettivamente alla crisi climatica, cercando di trarre vantaggio dalla presenza mediatica del calcio per influenzare positivamente tutte le parti interessate a questo sport.
Perché l’Udinese è così green
Lo stadio
Ma quali sono le iniziative concrete portate avanti dall’Udinese e che ne hanno fatto uno dei club più virtuosi in termini di sostenibilità? Innanzitutto lo stadio: il Bluenergy Stadium sarà il primo impianto in Italia (e uno dei primi in Europa) ad avere un parco solare da 2.409 pannelli in grado di produrre 1.100.000 chilowattora annui di energia. Lo stadio inoltre fa uso di energia che Bluenergy fornisce unicamente da fonti rinnovabili (con un risparmio che ha fino ad ora consentito di risparmiare più di 5mila tonnellate di CO2).
Le maglie e le bottiglie di plastica
Dal 2020, inoltre, l’Udinese utilizza divise realizzate in tessuto ecosostenibile (13 bottigliette di plastica Pet per ogni maglia). Questo stesso tessuto poi è stato adottato da altre 100 squadre (che, come l’Udinese, hanno Macron come sponsor tecnico) permettendo di riciclare 345mila bottiglie di plastica.
Una cultura della sostenibilità per i giovani e per i tifosi
A Baku l’Udinese ha parlato anche di un altro suo progetto, quello dei Summer camp, partiti a giugno 2024: 600 bambini (per un totale di 3mila persone considerando anche le famiglie) hanno seguito corsi di formazione appositi sulla sostenibilità ambientale e sociale, sull’inclusione e sulla raccolta differenziata, per riuscire a creare una cultura della sostenibilità che parta dai giovani e possa poi estendersi ai tifosi.
Il sistema per generare report sulle emissioni
Del resto il lavoro dell’Udinese nella direzione di attività sostenibili, era già stato confermato dal Football Sustainability Index 2023, che certifica l’impegno sull’ambiente dei team di calcio delle prime cinque leghe europee: in questa speciale classifica, comandata dal Liverpool, il club italiano è al quarto posto.
L’Udinese, tra le altre cose, ha presentato il software UEFA “Carbon Footprint Calculator” per misurare le emissioni scope 1,2,3 (che sono l’insieme di tutte le emissioni, dirette e indirette, prodotte da un’azienda). Si tratta di uno strumento di analisi, un sistema che permette di generare report sulle emissioni, che utilizza una metodologia validata dalla Société Générale de Surveillance, leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione.
Sostegno ai club per ridurre le emissioni di carbonio
I progetti dell’Udinese a Baku sono stati raccontati da Magda Pozzo, strategic marketing coordinator del club, che si è detta “orgogliosa” di questa partecipazione alla Cop29. “Questa scelta rafforza ulteriormente il nostro impegno e la nostra collaborazione con l’Eca, la Uefa e le Nazioni Unite per combattere il cambiamento climatico”, ha detto.
“Continueremo a sviluppare insieme ai nostri partner progetti correlati principalmente al Bluenergy Stadium, che vogliamo trasformare nel primo impianto a zero emissioni di carbonio in Italia tramite l’installazione di un parco solare. Desideriamo ringraziare l’Eca per averci coinvolti in questo evento di livello mondiale e siamo orgogliosi di collaborare alle attività dell’associazione a favore della sostenibilità e di riaffermare l’importanza che attribuiamo all’impegno sociale e ambientale”, ha aggiunto Magda Pozzi.
“L’Eca riconosce la propria responsabilità di svolgere un ruolo attivo nella lotta alla crisi climatica”, ha detto Charlie Marshall, Ceo dell’organismo che rappresenta le società calcistiche a livello europeo. “Di recente abbiamo pubblicato la nostra prima Strategia di Sostenibilità e ogni club membro dell’Eca si è impegnato a ridurre le proprie emissioni di carbonio del 30% entro il 2030″, ha spiegato.
Il vero impatto degli impegni assunti dall’Eca, “sta nella nostra capacità di supportare i nostri membri nell’implementazione di strategie per ridurre la propria impronta di carbonio”, ha aggiunto Marshall, che poi sul Patto per il clima firmato tra i club calcistici, ha sottolineato: “Tramite questo Patto e la nostra collaborazione con l’iniziativa ‘Sport per l’Azione Climatica’ della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ci impegniamo a supportare i nostri club in ogni fase del loro percorso di azione climatica e a definire obiettivi concreti, realizzabili e misurabili in linea con la Convenzione quadro e con questa iniziativa”.
Insomma, anche il calcio vuole iniziare a fare la sua parte con iniziative concrete e facendosi portavoce (con la consapevolezza che deriva dalla capacità di veicolare certi messaggi) di una cultura attenta e responsabile.
I club che si sono presi l’impegno di partecipare alla Cop29 e firmare il Patto per il Clima, hanno soprattutto voluto rispondere presente, rendersi disponibili a fare la propria parte e a mettersi in gioco nella partita, non più rimandabile, della lotta alle emissioni e al cambiamento climatico.