Via al Decreto Agricoltura, stop al fotovoltaico sui terreni agricoli

Il freno al fotovoltaico, in contrasto con la politica del Governo per la crescita delle rinnovabili, ha scatenato le critiche delle organizzazioni ambientaliste

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Con la firma del decreto Agricoltura da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il settore agricolo, della pesca e della produzione riceverà nuovi strumenti per rafforzare le filiere italiane e proteggere i nostri prodotti, riconosciuti come simboli di eccellenza e qualità. È quanto dichiara in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Attraverso piccoli ma significativi ritocchi, è stato definitivamente approvato e “bollinato” il decreto Agricoltura, che era stato varato più di una settimana fa dal Consiglio dei ministri. Questo provvedimento prevede lo stanziamento di risorse e l’implementazione di misure di ristoro per affrontare varie emergenze che gli operatori dell’agricoltura e della pesca stanno affrontando. Gli aiuti sono destinati alle imprese colpite dall’aumento dei costi seguito al conflitto russo-ucraino, ai cerealicoltori danneggiati dall’incremento delle importazioni di grano dalle zone di conflitto e ai pescatori danneggiati dal Granchio Blu, per il quale è prevista anche la nomina di un Commissario straordinario. Ulteriori misure sono destinate a fronteggiare altre calamità emergenti.

Fotovoltaico a terra: stop su terreni agricoli, ok all’agrivoltaico

Il recente decreto sulle emergenze in agricoltura ha introdotto nuovi limiti per le installazioni di impianti fotovoltaici con moduli a terra su terreni produttivi. L’obiettivo principale di questo decreto è creare un equilibrio tra lo sviluppo delle energie rinnovabili e la tutela delle aree agricole, cercando al contempo un’integrazione tra terreni agricoli produttivi e la produzione di energia solare.

Il decreto ha suscitato reazioni contrastanti tra i vari soggetti coinvolti. Le aziende del settore fotovoltaico hanno espresso preoccupazione, sostenendo che queste limitazioni potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi comunitari riportati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) in materia di energie rinnovabili. Inoltre, potrebbe essere a rischio il raggiungimento dell’obiettivo indicato nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec), che prevede una produzione di circa 38 gigawatt di energia solare entro il 2030, considerando che la copertura di terreni agricoli destinata a impianti fotovoltaici è attualmente molto limitata, pari allo 0,35% della superficie agricola totale.

Il decreto mira a porre dei limiti allo sfruttamento incontrollato dei terreni agricoli per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra, proteggendo così le aree produttive agricole. In particolare, l’articolo 6, intitolato “Disposizioni finalizzate a limitare l’uso del suolo agricolo”, integra quanto stabilito dal Decreto Red II (D.lgs. 199/2021) e stabilisce che “le aree classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra di cui all’art. 6-bis, lettera b, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28″. In conformità a queste disposizioni, non sarà possibile installare nuovi impianti fotovoltaici a terra né aumentare l’estensione di quelli esistenti su terreni agricoli e coltivabili.

Tuttavia, i nuovi limiti non si applicano agli impianti agrivoltaici, ossia quelli sospesi ad almeno 1,3 metri dal terreno nel caso di attività zootecnica e ad almeno 2,1 metri nel caso di coltivazioni.

Confagricoltura: “Dl Agricoltura, un passo avanti importante”

Confagricoltura esprime apprezzamento per il nuovo strumento normativo messo a disposizione dell’agricoltura, riconoscendo l’impegno del ministro Lollobrigida. Commentando il recente passaggio del Dl Agricoltura, firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’associazione sottolinea l’importanza degli interventi di sostegno al settore agricolo inseriti nel decreto. In un momento di particolare difficoltà, Confagricoltura valuta positivamente le conferme degli investimenti e dei progetti previsti dal Pnrr e lo sforzo compiuto per affrontare le emergenze che colpiscono le imprese agricole. Tuttavia, auspicano che la discussione parlamentare possa approfondire alcuni aspetti del testo per migliorare ulteriormente una normativa fondamentale per la crescita del comparto agricolo e delle filiere agroalimentari.

Copagri: “Dl Agricoltura, sull’agrivoltaico un compromesso di assoluto buon senso”

Il presidente di Copagri, Tommaso Battista, evidenzia l’importanza dell’intervento governativo per limitare l’uso del suolo agricolo per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra. Con la perdita di terreni agricoli in aumento, Battista sottolinea la necessità di proteggere il suolo agricolo per tutelare la popolazione dai rischi del dissesto idrogeologico e ridurre la dipendenza agroalimentare dall’estero. Il compromesso individuato dal governo sull’agrivoltaico viene visto come un approccio sensato che equilibra la protezione del settore primario e la promozione della transizione energetica, supportando la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) e gli investimenti del Pnrr. Battista conclude ricordando che la perdita di suolo agricolo ha un impatto significativo sulla capacità di fornire servizi ecosistemici fondamentali, come la regolazione del clima e la conservazione della biodiversità.

Cia: “Dl Agricoltura, risposte dal Governo alle nostre richieste”

Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, accoglie favorevolmente la firma del Dl Agricoltura, che offre strumenti urgenti per affrontare la crisi, inclusi la moratoria sui mutui e gli aiuti alle filiere in difficoltà. Fini auspica che il decreto venga ulteriormente migliorato e potenziato in Parlamento attraverso emendamenti. In particolare, Cia chiede la reintroduzione del Granaio Italia per una maggiore trasparenza sui mercati e più fondi per le emergenze di alcune filiere, compresa la Xylella, per la quale si richiede la nomina di un commissario straordinario. Fini sottolinea anche l’importanza del sostegno al credito delle imprese, del rafforzamento delle norme contro le pratiche sleali, della regolamentazione del fotovoltaico a terra che non ostacoli le coltivazioni e della lotta alla peste suina tramite l’abbattimento dei cinghiali. Queste misure sono viste come essenziali per sostenere gli agricoltori in una fase molto complicata.

Coldiretti soddisfatta per la firma del decreto agricoltura da parte di Mattarella

Coldiretti esprime soddisfazione per la firma del decreto legge sull’agricoltura da parte di Sergio Mattarella, poiché rappresenta un segnale importante per il mondo agricolo e una risposta concreta alle richieste dell’associazione di misure a sostegno del settore.

In particolare, il decreto prevede la possibilità di beneficiare della moratoria dei debiti per 145 mila imprese agricole, della pesca e acquacoltura che hanno registrato una diminuzione pari almeno al 20% del volume d’affari dell’anno 2023 rispetto a quello dell’anno 2022.

Inoltre, Coldiretti sottolinea l’importanza di mantenere lo stop al fotovoltaico selvaggio, dopo anni di richieste per l’emanazione del decreto aree idonee sul fotovoltaico a terra. Il decreto contiene un giusto intervento per fermare le speculazioni dei grandi fondi di investimento che in molte aree del Paese stanno mettendo in difficoltà la produzione agricola.

Per quanto riguarda la fauna selvatica, Coldiretti ritiene che sia necessario un cambio di passo da parte di tutte le regioni.

Infine, il decreto prevede aiuti importanti per le filiere in difficoltà e risposte concrete sul tema delle pratiche sleali, con pagamenti più rapidi per gli agricoltori che vengono danneggiati e un rafforzamento del lavoro di Ismea sui costi medi di produzione.

Critiche e modifiche al Decreto Agricoltura, interventi e raccomandazioni dal quirinale

Nel corso della settimana sono emerse notizie riguardanti critiche mosse dagli uffici tecnici del Quirinale al provvedimento sul Dl Agricoltura. Le uniche critiche chiaramente emerse riguardano l’incorporazione del Sin (Servizio Informativo Nazionale) in Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) e il trasferimento del corpo dei Carabinieri ex forestali dal Ministero dell’Ambiente al Ministero dell’Agricoltura. Tuttavia, secondo indiscrezioni governative, dal Quirinale sarebbe stata esercitata anche una moral suasion riguardo al contestato capitolo del fotovoltaico, con la raccomandazione di mantenere intatti i punti dell’accordo e le deroghe previste per gli investimenti fotovoltaici sui terreni agricoli.

Nella versione finale del decreto è stata inclusa una specifica relativa alla salvaguardia degli investimenti e dei progetti approvati e finanziati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, uno dei punti chiave dell’accordo finale. La versione uscita dal Consiglio dei Ministri aveva già preservato il capitolo sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, altro elemento fondamentale su cui il Ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, aveva insistito.

Il Wwf critica il Dl Agricoltura: “un freno allo sviluppo delle rinnovabili in Italia”

Il Wwf ha espresso preoccupazione riguardo al Decreto Agricoltura, considerandolo inopportuno rispetto alle attuali politiche energetiche del Governo, che mirano a un incremento delle energie pulite e rinnovabili. Secondo l’associazione, l’articolo 5 del decreto, se approvato, potrebbe rappresentare un ostacolo significativo per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia, compromettendo le politiche di pianificazione e le normative per il settore, con ripercussioni negative anche per gli agricoltori.

Prima della firma del Decreto, il Wwf aveva criticato la formulazione dell’articolo, che sembrava vietare l’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli, inclusi quelli precedentemente designati come idonei, come i siti di bonifica. Le eccezioni previste sono ritenute insufficienti e non giustificano l’impatto negativo del decreto.

L’organizzazione sostiene che esistono modi per bilanciare i benefici del fotovoltaico con le esigenze dell’agricoltura, offrendo agli agricoltori la possibilità di diversificare le loro fonti di reddito. Il decreto, tuttavia, li priverebbe del diritto di decidere sull’uso delle proprie terre, favorendo coloro che gestiscono i fondi della Pac.

Il Wwf ricorda che il Governo deve approvare il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima entro giugno 2024, con l’obiettivo di semplificare le procedure autorizzative per le rinnovabili e quadruplicare la capacità solare entro il 2030. Per raggiungere gli obiettivi internazionali, sarebbe necessario meno dell’1% dei terreni agricoli, escludendo le aree di maggior valore. Il Governo deve ora chiarire come intende perseguire questi obiettivi, evitando di lasciare spazio ai combustibili fossili e ai biocarburanti non sostenibili, oltre a scartare le opzioni nucleari.

Il Decreto Agricoltura e le limitazioni al fotovoltaico: impatti e criticità

Il Decreto Legislativo recentemente introdotto, stabilisce un divieto sull’installazione di nuovi impianti fotovoltaici su suolo agricolo. Tuttavia, sono esentati da questa restrizione gli impianti finanziati dal Pnrr, i progetti di agrivoltaico, e quelli previsti in aree quali cave, miniere, concessioni ferroviarie e aeroportuali, zone adiacenti alle autostrade e siti industriali.

In riferimento all’agrivoltaico, è consentita l’installazione di pannelli sollevati almeno due metri dal suolo, nonostante ciò comporti un aumento significativo dei costi, anche considerando gli incentivi del Pnrr.

Dal punto di vista tecnico, un rapporto del Joint Research Center (JRC) dell’Unione europea ha evidenziato che l’agrivoltaico da solo potrebbe coprire lo sviluppo necessario del settore fotovoltaico entro il 2030, ma persiste una problematica legata alla sostenibilità economica.

L’interruzione dello sviluppo fotovoltaico, come annunciato dal Governo, metterebbe a rischio il raggiungimento degli obiettivi di energia rinnovabile per il 2030. Secondo Elettricità Futura, l’associazione che rappresenta il 70% del mercato elettrico nazionale, ciò potrebbe scatenare un effetto domino, con un aumento dei costi di realizzazione dei nuovi impianti e un inasprimento delle normative e dei processi amministrativi, oltre a rendere più arduo il conseguimento degli obiettivi prefissati. Questa decisione potrebbe incrementare il costo dell’energia più economica, quella generata dagli impianti fotovoltaici a terra, che attualmente ha un costo pari a un terzo rispetto a quello degli impianti residenziali sui tetti.

Il decreto Agricoltura contrasta con l’obiettivo del Governo, annunciato durante l’ultimo G7 il 30 aprile, di triplicare la capacità delle energie rinnovabili entro il 2030. Attualmente in Italia ci sono 66 GW di rinnovabili installate, ma triplicarle entro 7 anni richiederebbe un impegno significativo.

Fotovoltaico a terra: meno dell’1% dei terreni agricoli basterebbe per triplicare le rinnovabili

Secondo le ultime statistiche, la superficie agricola nazionale ammonta a circa 16,5 milioni di ettari, ma solo 12,8 milioni di ettari sono effettivamente utilizzati per la produzione alimentare, mentre circa 3,5 milioni di ettari risultano incolti o abbandonati.

Attualmente, solamente 17.000 ettari di superficie agricola ospitano impianti fotovoltaici. A livello regionale, la percentuale di terreni agricoli dedicati all’energia solare varia dallo 0,1% allo 0,2% del totale, con esempi come lo 0,17% in Abruzzo, lo 0,13% in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Piemonte, lo 0,12% in Sicilia e Basilicata, lo 0,11% in Molise e Umbria, lo 0,10% in Veneto, lo 0,07% in Campania e lo 0,05% in Lombardia.

Per conseguire l’obiettivo del 2030 di RePowerEu, che prevede l’installazione di 84 GW di energia rinnovabile, sarebbe necessario impiegare appena lo 0,5% dei terreni agricoli, preferibilmente quelli meno pregiati. Inoltre, per soddisfare l’impegno preso dall’Italia al G7 di triplicare la capacità rinnovabile, installando 140 GW aggiuntivi, si richiederebbe meno dell’1% dei terreni agricoli, evitando le zone di maggior valore agricolo.

L’impatto dei parchi fotovoltaici sui terreni agricoli

Come detto, il Governo ha deciso di bloccare gli impianti fotovoltaici a terra, che occupano poco più di 16.000 ettari in Italia. Considerando che la superficie totale del paese è di 30.207.300 ettari, di cui circa 12,8 milioni sono coltivabili, e che oltre 1,2 milioni di ettari non sono sfruttati dal settore agricolo, è evidente che questi impianti non rappresentano il cuore del problema. Attualmente, i parchi solari coprono solo l’1,4% dei terreni incolti in Italia.

Di fronte a questa situazione, alcuni industriali e organizzazioni ambientaliste come Legambiente hanno criticato il decreto Agricoltura del governo, sostenendo da tempo che le energie rinnovabili sono pienamente compatibili con l’agricoltura, anche dal punto di vista paesaggistico.