L’agosto 2025 non è solo stato caldo, ma è stato il terzo agosto più caldo di sempre. I dati rilasciati da Copernicus, come ogni mese, mostrano un andamento preoccupante delle temperature. Per quanto sia il più fresco degli ultimi due anni, questo mese ha comunque registrato una delle medie più alte di sempre.
Gli effetti sono stati sotto gli occhi di tutti e sulla pelle. Non soltanto l’estate 2025 è stata caldissima, flagellata da ondate di calore, ma ha anche messo alla prova comunità e ambiente. Numerosi gli incendi in Europa, come quelli che hanno colpito Spagna e Portogallo, a cui si aggiungono i roghi dolosi che hanno distrutto ettari di bosco. E fuori dall’Europa la situazione non è andata meglio, con temperature elevate in Siberia, Antartide, Cina, penisola coreana, Giappone e Medio Oriente.
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Il terzo costo più caldo a livello globale
Secondo il servizio climatico Copernicus, agosto 2025 ha registrato una temperatura media globale di 16,60 °C, cioè 0,49 °C in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. Anche se più fresco di 0,22 °C rispetto ai record del 2023 e del 2024, resta uno dei mesi estivi più caldi mai documentati.
Se si prende come riferimento il livello preindustriale (1850-1900), l’anomalia positiva sale a +1,29 °C. Ancora più significativo il dato dei 12 mesi tra settembre 2024 e agosto 2025: +1,52 °C sopra la media preindustriale.
Le temperature in Europa e fuori
L’Europa ha vissuto una stagione estiva bollente, la quarta più calda mai registrata, con +0,90 °C sopra la media. Ad agosto, la temperatura media è stata di 19,46 °C, appena fuori dalla classifica dei dieci agosto più caldi, ma comunque con differenze notevoli tra le aree del continente:
- In Europa occidentale, la penisola iberica e Francia sud-occidentale sono state colpite da ondate di calore intense;
- In Europa settentrionale, Paesi come Fennoscandia, Stati baltici, Bielorussia e Polonia hanno invece registrato valori sotto la media.
- Il Sud-est Europa e la Turchia sono ancora una volta tra le aree più calde del continente.

Fuori dall’Europa, la lista delle anomalie è lunga: dalla Siberia, ad alcune zone dell’Antartide, in Cina, penisola coreana, fino Giappone e Medio Oriente hanno vissuto temperature ben oltre la media stagionale. Al contrario, Australia e parte del Sud America hanno registrato valori inferiori alla norma, segno delle oscillazioni regionali ma dentro una tendenza globale di caldo persistente.
Record di temperatura della superficie del mare
Agosto 2025 è stato anche il terzo mese più caldo di sempre per la temperatura media della superficie del mare (SST), con 20,82 °C tra 60°S e 60°N. Un dato appena sotto al record del 2023 ma comunque preoccupante.
Nel dettaglio:
- nel Pacifico settentrionale le acque hanno toccato valori record, ben al di sopra della media.
- nel Pacifico equatoriale le SST si sono mantenute più vicine alle medie storiche, grazie a condizioni ENSO-neutrali.
- nel Nord Atlantico, a ovest di Francia e Regno Unito, si sono registrati picchi record.
- nel Mediterraneo le temperature sono risultate meno estreme rispetto all’agosto 2024, ma sempre elevate.
La combinazione tra caldo atmosferico e temperature marine anomale aiuta a spiegare il numero di incendi che ha devastato foreste e aree naturali, lasciando territori senza il verde a cui siamo abituati.
Un’estate di incendi
L’Italia ha vissuto un’estate con incendi “eccezionali”. Secondo i dati di 31 luglio, sono stati registrati oltre 800 incendi, che hanno bruciato circa 56.000 ettari, ovvero una superficie equivalente a quasi 79.000 campi da calcio, superando i danni dell’intero 2024 già prima della fine dell’estate. Un esempio è il rogo avvenuto nell’agosto 2025 vicino al Vesuvio, tra Terzigno, Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano.
Questi episodi non sono isolati, ma parte di un pattern preoccupante. EFFIS (il sistema europeo sugli incendi boschivi), ha registrato solo nell’estate 481 incendi di entità rilevante (oltre 30 ha), con 72.263 ettari di territorio bruciati. Le aree tra le più colpite sono state:
- Toscana;
- Sardegna;
- Puglia;
- Basilicata;
- Sicilia.
A livello europeo la situazione non è meno allarmante. Da inizio anno al 2 settembre, la superficie bruciata in Ue ha raggiunto quasi 986.070 ettari, rispetto ai 227.627 dell’anno precedente nello stesso periodo. Il numero di incendi è salito a 1.923 (contro gli 1.296 del 2024), con emissioni di CO₂ pari a 39,4 milioni di tonnellate, contro le 12 della stagione passata.
Nel complesso, si tratta della peggior stagione di incendi in oltre due decenni, con oltre 1 milione di ettari bruciati nell’intera Ue, un dato più che quadruplo rispetto all’anno precedente