La quietanza è un documento ufficiale emesso da un creditore per attestare il ricevimento di un pagamento da parte di un debitore. Questo documento conferma che il debitore ha adempiuto alle proprie obbligazioni finanziarie nei confronti del creditore. Le quietanze sono spesso utilizzate come prova di pagamento e vengono richieste per diverse transazioni, come il pagamento di bollette, affitti, prestiti o fatture. Esse forniscono una traccia documentale dell’avvenuto pagamento e possono essere utilizzate come prova legale in caso di contestazioni o controversie.
Gli elementi della quietanza
Tutte le quietanze contengono degli elementi comuni che le contraddistinguono, quali:
- i dati del creditore;
- i dati del debitore;
- l’importo pagato dal debitore;
- la data del pagamento;
- il metodo di pagamento utilizzato (bonifico bancario, assegno, carta di credito);
- la descrizione della transazione (anche breve);
- la firma del creditore per renderla valida.
Quietanza, quando è obbligatoria
A richiedere la quietanza è il debitore che, una volta effettuato il pagamento, ha diritto a ricevere tale documento emesso dal creditore per evitare ulteriori richieste future di denaro per il servizio o bene ottenuto. Il creditore è dunque sempre obbligato a emettere la quietanza. Tale obbligo viene meno se il pagamento è stato effettuato tramite carta di credito o bonifico in quanto la tracciabilità viene consentita dalla forma digitale del pagamento. Le quietanze possono essere conservate sia dal creditore che dal debitore come prova dei pagamenti effettuati. Inoltre, possono essere richieste dalle autorità fiscali o contabili per la tenuta dei registri finanziari.
La quietanza elettronica
Per accertare l’avvenuto pagamento, dal 2008 è stata introdotta anche la quietanza elettronica per chi salda le cifre dovute utilizzando il modello F24. In tal caso la quietanza viene conservata in forma digitale nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate.