Dal 1° febbraio 2024 scatta la nuova soglia della tax free shopping, la norma che permette ai turisti extra Ue di acquistare dei beni in Italia senza pagare l’Iva. O, in alternativa, di chiederne il rimborso in un secondo momento. La Legge di Bilancio 2024 ha portato la nuova soglia a 70 euro contro i precedenti 154,95 euro: l’agevolazione, sostanzialmente è stata migliorata facilitandone l’accesso ai turisti ed ai viaggiatori. I quali, a questo punto, vi potranno accedere anche quando effettuano degli acquisti per un importo inferiore.
La tax free shopping ha un obiettivo ben preciso: quello di incentivare gli acquisti di prodotti Made in Italy. La decisione di rimodulare al ribasso l’agevolazione è stata dettata dalla necessità di adeguare il minimo di spesa a quanto è previsto dagli altri paesi europei.
Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia per gli stranieri che vengono ad effettuare degli acquisti nel nostro Paese.
Indice
Tax free shopping: cosa cambia dal 1° febbraio
Le regole relative alla tax free shopping sono state modificate attraverso l’articolo 1, comma 77 della Legge n. 213/2023 – ossia la Legge di Bilancio 2024 – attraverso è stato abbassato da 154,94 euro a 70 euro il limite per poter accedere alla misura, che permette ai turisti extra-Ue di acquistare dei beni in Italia senza pagare l’Iva. O, in alternativa, di chiedere ed ottenere in un secondo momento il rimborso della stessa.
Lo scopo di questa misura è quello di sostenere la filiera del turismo nazionale. Ma soprattutto di contribuire ad implementare a livello internazionale il settore italiano.
Quando un turista extra Ue si reca in un negozio per fare degli acquisti, l’esercente ha due differenti opzioni. L’acquirente può scegliere che l’imposta non venga applicata, andandola a scorporare dal prezzo di vendita. O di addebitare l’Iva in modo che l’acquirente ne possa ottenere il rimborso.
In entrambi i casi l’esercente deve emettere una fattura all’Agenzia delle Dogane in formato elettronico. All’acquirente verrà inviato tramite e-mail un documento digitale – è possibile riceverlo anche in formato analogico -, con il quale si espone l’acquisto effettuato.
Daniela Santanchè, Ministro del Turismo, spiega che siamo davanti ad
Un importante intervento che servirà a sostenere l’attrattività dell’Italia incoraggiando ancora di più i flussi turistici internazionali.
Chi ha diritto di usufruire della tax free shopping
Per accedere alla tax free shopping è necessario rispettare alcuni requisiti ben precisi. La cessione dei beni deve essere svolta nei confronti di persone fisiche, che stiano agendo in qualità di privati. Ma non solo: i beni ceduti devono poter essere trasportati all’interno dei bagagli personali dell’acquirente. Quest’ultimo, inoltre, deve dimostrare di essere in possesso di una residenza o di un domicilio al di fuori del territorio dell’Unione europea.
I beni devono essere trasportati fuori dal territorio dell’Ue entro il terzo mese successivo rispetto a quello dell’acquisto. Deve essere restituita, inoltre, al cedente la fattura vistata dalla dogana entro il quarto mese successivo rispetto a quello nel quale si è comprato il bene.
Gli acquisti effettuati beneficiando delle agevolazioni previste dalla tax free shopping devono essere effettuati nello stesso negozio e in fattura devono avere un valore superiore a 70 euro.
I beni per i quali si può accedere all’agevolazione
La normativa stabilisce delle norme ben precise sui beni per i quali è possibile beneficiare delle agevolazioni previste dalla tax free shopping. Devono essere acquistati degli oggetti destinati all’uso personale. Attraverso la risoluzione n. 58/E dell’11 aprile 1997, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito che i beni, in via generale, devono essere privi di un qualsivoglia interesse commerciale. È previsto che gli stessi possano interessare anche dei familiari del viaggiatore che non siano in viaggio con lui.
L’Agenzia delle Entrate, attraverso la circolare n. 145/E del 10 giugno 1998, ha provveduto ad individuare le categorie merceologiche che possono essere oggetto dell’agevolazione. L’elenco, che non è ritenuto esaustivo dall’AdE, è il seguente:
- abbigliamento, calzature, pelletterie ed accessori;
- piccoli mobili, oggetti di arredamento e uso domestico;
- articoli sportivi;
- oggetti di oreficeria/ gioielleria;
- apparecchi radiotelevisivi ed accessori;
- alimentari;
- giocattoli;
- computer ed accessori;
- strumenti ed accessori musicali;
- apparecchi di telefonia;
- cosmetici;
- accessori per autoveicoli;
- prodotti alcolici e vitivinicoli.
Tax free shopping: l’analisi
Quanto incidono gli acquisti dei turisti extra-Ue sul commercio italiano? Nel 2019 i viaggiatori provenienti da paesi extra europei hanno speso qualcosa come 3,1 miliardi di euro per acquistare dei beni sui quali si sarebbe potuta applicare l’esenzione Iva. Ammonta a 119 milioni di euro il potenziale gettito per la pubblica amministrazione: nel breve periodo si stima che si possano perdere 30 milioni circa. Una cifra riconducibile, principalmente, all’Iva da rimborsare sui prodotti tra i 70 ed i 154,94 euro.
L’abbassamento della soglia potrebbe avere un buon riscontro sul turismo di prossimità e permetterebbe di ridefinire le mete nelle quali viene fatto shopping in Europa. Ma non solo: potrebbe aver un buon impatto per i marchi di lusso e per quelli meno noti.
Tra il mese di ottobre e quello di dicembre 2023, il recovery della spesa tax free è attorno al 122% se viene confrontato con il 2019. Mediamente uno scontrino ammonta a 995 euro con un incremento del 16% rispetto a quattro anni fa.
Le città nelle quali si effettua il maggior numero di acquisti sono Milano, Roma e Firenze. La maggior parte della spesa viene effettuata dai turisti statunitensi, seguiti da quelli cinesi.
In sintesi
Dal 1° febbraio 2024 viene abbassata la soglia della tax free shopping, che scende da 154,94 a 70 euro. Questo significa che i turisti provenienti dai paesi extra-Ue potranno beneficiare delle esenzioni Iva per degli acquisti più bassi.
L’obiettivo di questa misura, oltre ad allineare la soglia italiana con quella adottata dagli altri paesi europei, è quello di incentivare il commercio dei prodotti Made in Italy.