Imu, cambiano le regole per determinare le aliquote. Le novità previste dal 2025

Modificate le regole per determinare le aliquote Imu. Le novità diventeranno operative dal 2025 ed impatteranno sui proprietari immobiliari

Pubblicato: 20 Settembre 2024 06:00

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Novità in arrivo per i contribuenti alle prese con l’Imu. Sono state definite le nuove fattispecie in materia di Imposta Municipale Unica sulle quali le singole amministrazioni comunali hanno la possibilità di diversificare le aliquote.

Un decreto del Mef datato 6 settembre 2024 ha integrato un precedente elenco e ha provveduto a fissare l’obbligo di redigere la delibera di approvazione delle varie aliquote Imu. Per farlo il Comune deve prima elaborare il Prospetto. Le novità saranno valide a partire dal 2025.

Per le operazioni di aggiornamento è necessario utilizzare l’apposita applicazione informatica, che è possibile reperire direttamente sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Imu, le regole per diversificare le aliquote

Il 18 settembre 2024 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto 6 settembre 2024 del Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso il quale sono state fornite le nuove regole sulle quali si devono basare i Comuni per diversificare le aliquote Imu.

Il nuovo provvedimento segue un decreto datato 7 settembre 2023, che viene integrato. Nel dettaglio viene sostituito completamente l’allegato A, importante per andare ad individuare le fattispecie in materia di Imu, grazie alle quali i vari comuni hanno la possibilità di diversificare le aliquote.

Criteri attraverso i quali diversificare le aliquote Imu

Il Decreto del 7 luglio 2023 ha sostanzialmente attuato quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2020: i Comuni hanno la possibilità di diversificare le aliquote Imu che vengono applicate alle singole fattispecie, che devono essere pubblicate all’interno di un prospetto, che periodicamente deve essere trasmesso in via telematica al Dipartimento delle Finanze.

Il servizio, sostanzialmente, è rivolto ai Comuni. Ma è senza dubbio molto utile anche per i contribuenti, che hanno la possibilità di prendere visione delle diversificazioni delle aliquote Imu che sono state approvate dall’amministrazione comunale di riferimento.

È importante, comunque, che il singolo Comune che effettua la diversificazione rispetti i criteri generali di:

  • ragionevolezza;
  • adeguatezza;
  • proporzionalità;
  • non discriminazione.

Le aliquote del 2025

Dal 1° gennaio 2025, così come prevede l’articolo 2 del Decreto del 6 settembre 2024, le singole amministrazioni comunali sono tenute ad utilizzare l’apposita piattaforma informatica, che risulta essere disponibile direttamente sul Portale Federalismo Fiscale: in questo modo hanno la possibilità di elaborare e trasmettere il prospetto direttamente al Dipartimento delle Finanze del Mef.

Per quanto riguarda il periodo d’imposta 2025, i Comuni devono provvedere a redigere la delibera di approvazione delle varie aliquote Imu. Lo devono fare elaborando il prospetto ed utilizzando la relativa piattaforma.

I diretti interessati, a questo punto, dovranno indicare i valori diversificati dell’imposta, sulla base delle varie fattispecie che sono state individuate attraverso il nuovo decreto. Le principali sono le seguenti:

  • abitazione principale, che rientra nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9;
  • fabbricati che appartengono al gruppo catastale D;
  • fabbricati rurali ad uso strumentale;
  • altri fabbricati;
  • aree fabbricabili;
  • terreni agricoli.

Nella rimodulazione delle aliquote i comuni devono obbligatoriamente rispettare i valori massimi che sono stati previsti direttamente dall’articolo 1, commi da 748 a 755, della Legge di Bilancio 2020.

Imu, come funziona

È bene ricordare velocemente come funziona l’Imu. È un tributo locale che va ad incidere direttamente sui beni immobiliari: il suo scopo è finanziare i servizi comunali. Il versamento – che viene suddiviso in due rate il 16 giugno ed il 16 dicembre di ogni anno – deve essere effettuato con un Modello F24. Per conoscere l’importo da versare è necessario fare un calcolo molto preciso, seguendo una serie di passaggi ben precisi:

  • si deve reperire il valore della rendita catastale dell’immobile. Viene fissato direttamente dall’Agenzia delle Entrate e costituisce il reddito teorico che un determinato immobile può generare in base alle sue caratteristiche e da come viene utilizzato. Questa informazione è ottenibile molto facilmente, andando a consultare la visura catastale dell’immobile per il quale si ha intenzione di calcolare l’Imu. O chiedendo i dati direttamente all’AdE;
  • coefficiente catastale: questo dato viene stabilito dalle singole amministrazioni comunali e varia a seconda della categoria catastale a cui un determinato immobile appartiene o è condizionato dalle decisioni prese a livello locale dall’amministrazione. Per conoscere quale sia il coefficiente catastale Imu da utilizzare è necessario consultare il sito web del Comune nel quale sono ubicati gli immobili. In alternativa è possibile consultare gli uffici competenti.

Come effettuare il calcolo

Una volta che siano state ottenute queste informazioni, la formula per calcolare l’Imu è molto semplice:

rendita catastale + 5% x coefficiente catastale.

Proviamo a fare un semplicissimo esempio: nel caso in cui la rendita catastale sia pari a 1.000 euro ed il coefficiente catastale è 0,8, il calcolo da effettuare è il seguente: 1.000 + (1.000x 0,05) x 0,8 =1.040 euro.

È necessario, inoltre, ricordare che oltre al calcolo, come lo abbiamo visto fino a questo momento, è importante prendere in considerazione alcune aliquote specifiche, che vengono stabilite direttamente dai comuni.

L’aliquota, infatti, può variare a seconda della categoria catastale e delle decisioni che possono prendere le varie amministrazioni comunali. Sono, poi, previste delle detrazioni o delle agevolazioni che possono seguire determinati criteri. Ad esempio l’abitazione principale risulta quasi sempre essere esente Imu (non lo sono, ad esempio, gli immobili di lusso).

Quella che deve essere sempre pagata è l’Imu sulla seconda casa, a meno che il proprietario non sia in possesso di un immobile inagibile. Generalmente l’aliquota Imu per la seconda casa è pari al 7,6 per mille, ma ogni comune la può aumentare o diminuire al 3,8 per mille.

In sintesi

Un nuovo decreto del Mef impone ai comuni di pubblicare le fattispecie che determinano le aliquote Imu. In altre parole stiamo parlando delle varie categorie catastali a cui appartengono i singoli immobili, che sono indispensabili per conoscere quali aliquote Imu devono essere utilizzate per fare i vari calcoli.