Fisco, spunta lo scudo penale per gli evasori: cambia tutto

Arriva il colpo di mano "a sorpresa" del Governo Meloni. Per alcuni reati tributari, in caso di accordo col Fisco e pagamento delle tasse, scatta la non punibilità

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Di scudo penale per gli evasori fiscali se ne sente parlare già da un po’. Il Governo Meloni aveva tentato di inserirlo nella Legge di Bilancio 2023, venendo però poi stoppata dalle proteste delle opposizioni. Adesso la misura sembra destinata a diventare realtà.

La maggioranza ha infatti provveduto a includere a sorpresa (poiché nelle bozze non ce n’era traccia) la misura sullo scudo nel Decreto Bollette (di cui abbiamo parlato qui). Il tutto senza che la misura preveda i requisiti costituzionali di necessità e urgenza.

In cosa consiste lo scudo penale per gli evasori

Lo scudo penale riguarda gli evasori che decidono di pagare il dovuto una volta scoperti. Nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi si legge: “Si prevedono cause speciali di non punibilità di alcuni reati tributari (omesso versamento di ritenute dovute o certificate per importo superiore a 150mila euro per annualità, omesso versamento di IVA di importo superiore a 250mila euro per annualità, indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50mila euro)”. L’unica grande differenza rispetto alle ipotesi emerse a dicembre e legate alla Manovra è che nella lista non sono entrate dichiarazione infedele e omessa dichiarazione (tregua fiscale, c’è la proroga: tutte le nuove scadenze).

Si parla dunque di importi che vanno ben oltre la cosiddetta “evasione di necessità”, andando a coprire in sostanza evasori seriali e non in crisi. Il dubbio e la preoccupazione di molti analisti e politici è che il contribuente possa ritenere più conveniente tentare di evadere il Fisco piuttosto che pagare le tasse. Senza contare i succitati dubbi di legittimità procedurale dovuti all’inserimento di misure su energia, salute e materia fiscale in un unico decreto legge.

Le novità sulle proroghe per mettersi in pari

La svolta è arrivata con la mossa da parte del viceministro dell’Economia, con delega al Fisco, Maurizio Leo, il quale ha dunque inserito nel ddl delega fiscale uno storico cavallo di battaglia della destra: il concetto che vada “salvato” dal penale chi evade “per necessità”. Il provvedimento precede che, nel valutare la rilevanza penale del reato fiscale, vengano considerate in particolare “le definizioni raggiunte in sede amministrativa o giudiziale”, ossia i casi in cui il contribuente aderisce all’accertamento e inizia a pagare anche a rate.

Non è tutto: il decreto dispone anche una proroga dei termini dei condoni previsti dalla Manovra. Nel dettaglio viene posticipata di sette mesi (dal 31 marzo al 31 ottobre 2023) la data per il versamento della prima rata per appianare le irregolarità, le infrazioni e l’inosservanza di obblighi o adempimenti, di natura formale, commesse fino al 31 ottobre 2022. Per il ravvedimento speciale sulle dichiarazioni validamente presentate per il periodo d’imposta al 31 dicembre 2021 e precedenti, la prima rata slitta invece dal 31 marzo al 30 settembre 2023. Sono definibili infine le controversie pendenti al 31 gennaio 2023 davanti alle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, con oggetto atti impositivi in cui è parte l’Agenzia delle Entrate.

La protesta delle opposizioni

Non si sono fatte attendere le critiche e le proteste da parte delle opposizioni. “Lo scudo penale per gli evasori inserito all’ultimo secondo dal governo Meloni nel dl bollette è inaccettabile. Nel merito, si tratta dell’ennesimo condono, nel metodo non ha alcun requisito di necessità e urgenza. Il Governo lo tolga dal provvedimento”, ha tuonato Antonio Misiani (Pd).

“Non solo si allunga il termine per accedere ai condoni già previsti, ma se ne estende anche il campo di applicazione, sia per gli atti di accertamento sia per la conciliazione agevolata delle controversie pendenti”, ha invece osservato l’ex viceministra Maria Cecilia Guerra (Pd-Idp). “Poi arriva, dopo tanti annunci, la prima depenalizzazione di alcuni, rilevanti, reati tributari: omessi versamenti di ritenute e dell’IVA, di importo elevato e compensazioni fasulle di crediti non spettanti. Sei stato scoperto? Ti accordi sull’importo da pagare, paghi e vai via senza essere punito. Ora il viceministro Leo deve veramente spiegarci cosa intende quando dice ‘Non faremo sconti agli evasori”.