Partite Iva, acconto da pagare entro il 27 dicembre. Ma non tutti devono versare

Il 27 dicembre i contribuenti devono passare alla cassa per effettuare l'ultimo versamento dell'anno: l'acconto Iva

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Entro il 27 dicembre 2023 i contribuenti devono passare alla cassa per il versamento dell’acconto Iva: è giunto il momento, infatti, di saldare l’ultimo onere dell’anno. Per assolvere a questo adempimento è necessario utilizzare il Modello F24: è possibile compensare il debito Iva con altri eventuali crediti derivanti dal imposte o contributi.

Con l’acconto Iva di dicembre, sostanzialmente si chiude l’anno fiscale. Sono tenuti ad assolvere questo adempimento tutti i titolari di partita Iva, salvo alcune eccezioni. Esclusi da questo onere sono i contribuenti non tenuti ad effettuare le liquidazioni periodiche. Non è necessario versare l’acconto nel caso in cui l’importo dovuto risulti essere inferiore a 103,29 euro.

Acconto Iva di dicembre: quanto si deve versare

Sono due le variabili che vanno ad impattare direttamente sulla determinazione dell’importo che deve essere versato come acconto Iva. A determinare l’ammontare della cifra da versare sono:

  • la periodicità dei versamenti che il contribuente ha deciso di adottare;
  • il metodo di calcolo, che può essere storico, previsionale o analitico.

Metodo storico

Il metodo più utilizzato per calcolare l’acconto Iva è quello storico. Viene scelto perché è quello con il rischio più basso: l’ammontare del versamento risulta essere pari all’88% del versamento effettuato nel mese di dicembre 2022 o nell’ultimo trimestre dello scorso anno. A seconda che il contribuente abbia optato per l’Iva mensile (primo caso) o trimestrale (secondo caso).

Volendo sintetizzare al massimo, il calcolo per determinare l’ammontare dell’acconto Iva deve risultare direttamente:

  • per i contribuenti mensili dalla liquidazione Iva del mese di dicembre 2022;
  • per i contribuenti trimestrali dalla dichiarazione annuale Iva;
  • per i trimestrali speciali dalla liquidazione periodica del quarto trimestre 2022. In questa categoria rientrano, tra gli altri: gli autotrasportatori, i distributori di carburante e le imprese di somministrazione acqua, gas, energia elettrica.

Metodo previsionale

Risulta essere meno sicuro il metodo previsionale. In questo caso il calcolo si va ad appoggiare unicamente su un’ipotesi: quella di realizzare un volume d’affari inferiore rispetto a quella del 2022. In questo caso l’ammontare dell’acconto Iva non viene determinato da dei dati effettivi, che si basano sul passato. Ma si effettua una stima di quello che dovrebbe essere il debito tributario, che, almeno stando alle ipotesi del contribuente, dovrebbe risultare dall’ultima liquidazione periodica 2023 se è mensile o dalla dichiarazione annuale se è trimestrale. Per gli speciali, invece, si prenderà in considerazione la liquidazione per il quarto trimestre.

L’acconto, anche in questo caso, deve essere calcolato sull’88% della previsione di debito per il 2023.

Metodo analitico

Nel caso in cui si volessero seguire le regole del metodo analitico è necessario versare un acconto Iva pari al 100% dell’imposta, che risulterà dalla liquidazione periodica straordinaria effettuata al 20 dicembre 2023. Questa liquidazione viene effettuata prendendo in considerazione tutti i documenti contabili – di vendita e di acquisto – che devono essere registrati nel periodo compreso tra il 1° ed il 20 dicembre nel caso dei contribuenti mensili o tra il 1° ottobre ed il 20 dicembre per quelli trimestrali.

Chi dovesse optare per questa soluzione, l’imposta che andrà a pagare è quella effettiva fino alla data presa in esame.

Chi non deve versare l’acconto Iva

Non tutti i contribuenti titolari di partita Iva sono tenuti ad effettuare il versamento. Come abbiamo anticipato non si è tenuti ad effettuare l’operazione nel caso in cui l’importo dovuto sia inferiore a 103,29 euro. Oltre a questo requisito generico, esistono anche altre ipotesi di esonero dall’adempimento, come ad esempio quando non si disponga dei due dati:

  • storico;
  • previsionale.

Sono esonerati dal versamento dell’acconto Iva, inoltre, quanti:

  • abbiano chiuso l’attività – anche per decesso – entro il 30 settembre se trimestrale o entro il 30 novembre se mensile;
  • abbiano iniziato l’attività nel corso del 2023;
  • abbiano chiuso il periodo d’imposta precedente con un credito d’imposta, indipendentemente dal fatto che abbiano presentato una richiesta di rimborso;
  • chi, pur avendo effettuato nel 2022 una dichiarazione annuale Iva, preveda di chiudere la contabilità Iva con un’eccedenza detraibile d’imposta.

Tra i soggetti che risultano essere esonerati dall’obbligo di versare l’acconto Iva ci sono:

  • i contribuenti che nel corso del periodo d’imposta abbiano effettuato unicamente delle operazioni non imponibili, esenti o non soggette Iva. Per le quali, in altre parole, non debbano versare l’imposta;
  • i produttori agricoli, ai sensi dell’articolo 34, comma 6, del DPR n, 633/1972;
  • i contribuenti che stiano esercitando attività di spettacoli e giochi in regime speciale;
  • le associazioni sportive dilettantistiche;
  • le associazioni senza fini di lucro;
  • i rivenditori e i raccoglitori di rottami.

Acconto Iva: come effettuare il versamento

I contribuenti devono effettuare il versamento attraverso un Modello F24. E deve essere utilizzata esclusivamente la modalità telematica. È possibile compensare quanto dovuto con eventuali altri crediti derivanti da imposte o contributi.

Nella compilazione del Modello F24 devono essere utilizzati i seguenti codici tributo:

  • 6013, per i contribuenti mensili;
  • 6035, per quelli trimestrali.

Ovviamente l’anno di riferimento è il 2023.

I contribuenti trimestrali, a differenza di quanto accade con le liquidazioni periodiche, non devono applicare la maggiorazione degli interessi dell’1%.

Quando è necessario effettuare più liquidazioni

Nel caso in cui i contribuenti dovessero avere delle contabilità separate, ai sensi dell’articolo 36 del Dpr n. 633/1972, devono determinare diversi acconti per ogni attività che stanno svolgendo. Saranno tenuti, a questo punto, ad effettuare delle liquidazioni distinte. Una volta effettuata questa operazione, l’acconto Iva che deve essere versato corrisponde alla somma dei dati relativi alle differenti attività. Gli importi a debito potranno essere compensati con quelli a credito.

All’interno del Modello Iva, inoltre, dovrà essere indicato l’ammontare dell’acconto Iva ed il metodo che è stato adottato per arrivare alla sua determinazione.

In estrema sintesi

Il 27 dicembre 2023 i contribuenti devono passare alla cassa per l’ultima volta di quest’anno. Sono tenuti, infatti, a versare l’acconto Iva. Per determinare la cifra è possibile fare riferimento alla dichiarazione annuale Iva del 2022. Dovrà essere versato l’88% di quanto dovuto nell’ultimo trimestre, per chi ha optato per la liquidazione trimestrale, o dell’ultimo mese, per i mensili.