Trasferire le finanze all’estero, al contrario di quanto si possa immaginare, è una pratica legale, che, in molti casi, permette di usufruire di legislazioni fiscali migliori rispetto a quella italiana. È un’operazione, però, che deve essere pianificata ed eseguita correttamente, onde evitare di finire sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate.
Le operazioni bancarie, infatti, rispettano diverse regole a seconda del Paese nel quale si decide di trasferirsi: le normative e i servizi che vengono offerti agli utenti variano ed è importante, prima di muoversi, essersi informati adeguatamente su quali siano le implicazioni fiscali e gli obblighi da rispettare.
Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire come trasferire le finanze all’estero rispettando tutte le leggi italiane.
Indice
Trasferire le finanze all’estero, i motivi di una scelta
Sono diversi gli aspetti fiscali che devono essere valutati nel momento in cui si dovesse decidere di trasferire la propria residenza all’estero. E con essa le proprie finanze.
L’Agenzia delle Entrate si aspetta che nel nostro Paese l’espatriato lasci solo una parte del proprio patrimonio, composto per lo più da investimenti finanziari o valute virtuali. È necessario, in altre parole, che la maggior parte delle finanze siano detenute all’estero. Sono due i motivi che determinano questa scelta:
- è importante riuscire a dimostrare che i proprio interessi finanziari – almeno nella maggior parte dei casi – non siano più collegati con l’Italia;
- le esigenze di vita e di investimento non sono più gestite dall’Italia, ma dall’estero.
Trasferire le finanze all’estero: la checklist
Trasferire le finanze all’estero è perfettamente legale. Ma è necessario predisporre una precisa checklist delle operazioni da effettuare e non seguirla alla lettera. Questa eviterà di scontrarsi contro alcuni muri burocratici. Vediamo come è importante muoversi.
Prima di effettuare il trasferimento è necessario:
- è importante comunicare alla banca l’intenzione di trasferirsi all’estero. Una delle opportunità da valutare è quella di operare con un conto corrente per non residenti;
- devono essere aggiornati i dati anagrafici di contatto della banca. L’operazione deve essere effettuata prima del trasferimento e successivamente, comunicando anche l’indirizzo di iscrizione Aire. Questa operazione deve essere effettuata per rispettare gli obblighi fiscali verso l’Italia, ma anche per permettere alla banca di rispettare gli obblighi di comunicazione automatica Crs e Fatca;
- se sul conto corrente ci sono degli addebiti diretti o degli ordini permanenti non necessari devono essere annullati. Nel momento in cui si decide di trasferirsi all’estero, la movimentazione sul conto corrente italiano deve essere minima e deve essere legata a delle operazioni giustificabili e strettamente necessarie;
- eventuali debiti in sospeso devono essere pagati, compresi quelle delle carte di credito o di debito. Stesso discorso vale per i pagamenti rateali e per le movimentazioni sul conto corrente italiano;
- potrebbe essere opportuno prendere in considerazione l’apertura di un conto bancario offshore, con delle opzioni multivaluta, in modo da proteggere il denaro nel corso di queste operazioni. Un rapporto bancario all’estero è importante per trasferire le proprie finanze, ma anche per dimostrare che i propri interessi finanziari non sono più in Italia. O per lo meno che quelli che rimangono sono minoritari.
Come muoversi dopo il trasferimento
I passi da compiere dopo il trasferimento delle finanze all’estero sono importanti tanto quanto quelli effettuati prima di aver effettuato l’operazione. Ecco cosa è necessario fare dopo:
- deve essere aperto un conto corrente in una banca locale per gestire le finanze quotidiane. Così come accadeva in Italia è necessario instaurare un rapporto bancario per gestire le movimentazioni di tutti i giorni. Oltre a costituire un elemento base per costituire un fascicolo probatorio nel caso in cui ci dovessero essere degli accertamenti fiscali;
- è importante utilizzare le opzioni messe a disposizione dal mobile banking per semplificare tutte le operazioni relative ai vari trasferimento di denaro e la gestione dei rapporti bancari. Se è vero che i trasferimenti dall’Italia all’estero non sono problematici, è importante limitare il più possibile i trasferimenti dall’estero all’Italia;
- i servizi di trasferimento internazionale possono permettere di risparmiare denaro nel momento in cui ci si dovesse trasferire all’estero.
Il capitolo più importante, la pensione
Tema delicato e da affrontare con la dovuta diligenza, nel momento in cui si procede con il trasferimento delle finanze all’estero, è la pensione. La scelta di espatriare, infatti, può avere degli impatti sull’assegno previdenziale.
Gli impatti possono coinvolgere sia i versamenti contributivi obbligatori che gli eventuali versamenti a delle forme integrative di pensione, i quali, spesso e volentieri, rappresentano dei veri e propri investimenti finanziari. In questo caso è necessario:
- verificare se è possibile continuare a versare i contributi per la pensione anche se si vive in un altro paese. In molti casi è possibile accedere ad uno strumento: la totalizzazione contributiva, che permette di totalizzare i contributi previdenziali con quelli esteri, in modo da appurare quali siano i requisiti pensionistici all’estero o in Italia. Questo è il motivo per il quale è importante verificare quale sia la propria posizione con l’Inps e quella nel paese estero;
- chi avesse intenzione di andare in pensione all’estero deve individuare quali sono i requisiti previsti dal Paese nel quale vuole recarsi. Qualsiasi decisione si abbia intenzione di prendere è opportuno valutare quali sono i requisiti richiesti per raggiungere il pensionamento e capire se ci sono degli eventuali fondi di previdenza integrativa presso i quali fare degli investimenti;
- verificare in quale modo il sistema fiscale del Paese scelto impatterà sulla pensione. È importante capire quali sono i regimi di tassazione sugli assegni previdenziali e quali spese devono essere affrontate per collegare eventuali le posizioni.
Aspetti fiscali, le tasse da pagare
L’aspetto più importante del trasferimento delle finanze all’estero è legato alle tasse da pagare. Il diretto interessato deve verificare:
- se esistono degli accordi sulla doppia imposizione tra l’Italia e il Paese in cui si ha intenzione di trasferirsi. La loro presenza o meno impatta in maniera decisiva sulle tasse da versare relative all’anno nel quale si è trasferita la residenza all’estero;
- è necessario verificare se sarà necessario versare l’imposta di plusvalenza sulle proprietà o sui beni esistenti in Italia. In alcuni casi sono previste delle tassazioni sulle plusvalenze maturate all’estero e sono previste delle patrimoniali su beni o proprietà detenute fuori dai loro confini.
Attenzione, inoltre, alla gestione delle proprietà immobiliari che sono rimaste in Italia e che, se non vengono cedute, devono continuare ad essere gestite correttamente. In questo caso è sempre bene verificare cosa prevede il paese nel quale si è deciso di trasferirsi.