Tari, dove si paga di più? Le province più care d’Italia

Ecco le province più care d’Italia nelle quali la Tari è più costa e quelle dove invece la tassa per i rifiuti è più bassa

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 2 Gennaio 2025 07:36

Tutti conoscono la Tari. Si tratta infatti di una delle tasse più odiate dagli italiani. Non si può però negare che essa è fondamentale per il decoro della città e per evitare che si crei caos per i rifiuti. Nonostante ciò, quando arriva il momento di pagarla, si pensa sempre a dove si vive perché, come in ogni cosa della vita, ci sono le province più care e quelle più economiche. Tale tributo, ripetiamo, è fondamentale perché ogni euro investito nella pulizia della città contribuisce a rendere l’ambiente migliore. Ecco dove si paga di più e dove il costo è più basso.

La Tari è aumentata del 10% in molte città

Negli ultimi cinque anni, però, il costo della Tari è aumentato di quasi il 10% in molte città e ciò l’ha resa insostenibile per molte famiglie italiane, secondo l’ultima analisi della Uil relativa al 2023, quando l’aumento è stato dell’1,66% rispetto all’anno precedente. Non si tratta di un incremento da poco, soprattutto per i nuclei con i redditi più bassi.

Nel caso di una famiglia composta da quattro persone che vive in un appartamento di 80 metri quadri, il costo della Tari è stato in media di 331 euro contro i 302 del 2018. Si tratta di un rincaro di 29 euro nell’arco di 5 anni, che possono pesare particolarmente per chi già fatica ad arrivare a fine mese.

La segretaria confederale della Uil Vera Buonomo ha spiegato che lo studio fatto sulla Tari ha mostrato che le famiglie stanno pagando di più per colpa di un aumento medio della tassa del 9,69% negli ultimi cinque anni. Secondo la Buonomo, il sistema attuale non funziona bene in quanto non assicura l’equità e giustizia sociale. Il motivo è che peggiora le differenze tra il Nord, Sud, Centro e le Isole. La segretaria ha inoltre avvertito che la Tari potrebbe aumentare ancora nei Comuni che nel 2023 non hanno aggiornato il piano tariffario.

In quali province si paga la Tari più alta

Ma qual è la provincia italiana dove secondo l’indagine effettuata dalla Uil si paga più la tassa sui rifiuti? Si tratta di Pisa, con una media di 545 euro all’anno per ogni famiglia tipo composta da 4 persone con un reddito Isee di 25mila euro e abita in un immobile di 80 metri quadri circa. Nel calcolo della Tari è compresa anche la Tefa, il tributo provinciale ambientale.

Al secondo posto in classifica troviamo Brindisi, dove le famiglie spendono per la Tari circa 518 euro all’anno, seguita da Genova, dove il costo medio annuo è di 508 euro. Ci sono poi Latina e Napoli, dove la spesa media è di 495 euro.

Le altre province d’Italia dove il costo della tassa è più alto sono poi Trapani con 472 euro in media l’anno, Messina con 470 euro in media l’anno e Taranto con 469 euro in media all’anno. Purtroppo tutti gli aumenti che si susseguono di continuo stanno gettando nello sconforto molte famiglie che già hanno difficoltà a far quadrare i conti. È quindi di fondamentale importanza che le autorità si rendano conto di questa situazione e facciano il possibile per rendere la Tari più equa e sostenibile per tutti.

Chi migliora e chi peggiora in classifica

Sempre secondo l’analisi della Uil nel 2023 ci sono delle province che sono riuscite ad abbassare le tariffe Tari, uscendo così dalla top ten delle più care, come Benevento, che è riuscita a ridurre il costo della Tari del 4,76%. È passata infatti dai 480 euro del 2022 ai 457 euro del 2023.

Ha diminuito poi il costo della tassa sui rifiuti anche Siracusa, esattamente dell’1,59% per cui è passata dai 472 euro del 2022 ai 464 euro del 2023. Infine anche Agrigento ha abbassato la Tari dello 0,77% passando da 471 euro a 476 euro. Non si tratta di grosse cifre ma è comunque una buona notizia in quanto i cittadini di tali province potranno contare su qualche euro in più per le loro spese quotidiane.

Se ci sono province che migliorano, ce ne sono altre che peggiorano. La medaglia d’oro per questa categoria va a Latina che ha registrato un aumento del 29,38% per cui è passata da 382 euro nel 2022 a 495 euro nel 2023. Si tratta quasi di 100 euro.

Anche Napoli secondo il report della Uil ha registrato un aumento dell’1,87%, passando da 442 euro a 494 euro, ed è seguita da Pistoia, con un incremento del 10,67%. È passata infatti da 445 a 492 euro, un aumento quindi che lascia davvero poco spazio al risparmio.

Dove si paga la Tari più bassa

Ci sono però anche province più fortunate dove i costi per la Tari sono abbastanza bassi. Al primo posto per il 2023 c’è Belluno, che si è distinta come città più virtuosa con una spesa media annua di soli 178 euro a famiglia. In seconda posizione troviamo poi la provincia di Novara dove si pagano mediante 183 euro all’anno mentre in terza posizione Pordenone con una media di 186 euro all’anno.

Seguono Brescia con una media di 187 euro all’anno, Ascoli Piceno con una spesa media di 187 euro, Macerata e Trento poco sopra i 189 euro, Fermo che si attesta a 191 euro, Mantova con una spesa di 192 euro e Vercelli che chiude la top ten con una media di spesa di 197 euro.

Dove ci sono gli aumenti più alti

Dall’analisi della Uil, si evince anche quali sono le province che lo scorso anno hanno registrato i rincari maggiori della Tari. Eccoli:

  • Rovigo con +61,34% (l’aumento più alto di tutte le città considerate);
  • Latina con +29,38%,;
  • Firenze con +14,67%;
  • Napoli con +11,87%;
  • Pistoia con +10,67%;
  • Crotone con +9,34%;
  • Chieti con +8,57;
  • Monza con +7,83%;
  • Sassari con +7,98%;
  • Nuoro con +7,08%.

Le diminuzioni maggiori, invece, si sono registrate nelle seguenti province:

  • Imperia con -24,28%;
  • Mantova con -15,63% (Tarip);
  • Milano con -9,55%;
  • Ancona con -8,90%;
  • Biella con -8,84% (Tarip);
  • Benevento con -4,76%;
  • Avellino con -4,11%;
  • Lucca con -3,49%;
  • Grosseto con -2,96%;
  • Lodi con -2,86%.