La rottamazione quinquies rappresenta la nuova misura di definizione agevolata delle cartelle esattoriali prevista dalla Legge di Bilancio 2026. L’iniziativa si applica ai carichi affidati all’agente della riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023 e consente ai contribuenti di estinguere il debito in condizioni più favorevoli rispetto alla riscossione ordinaria. Secondo la relazione tecnica allegata alla manovra, la misura potrebbe generare un gettito complessivo di 9 miliardi di euro nel periodo 2026-2036, grazie all’adesione di chi sceglierà di regolarizzare la propria posizione fiscale.
Le stime sul gettito
L’impatto finanziario della misura è stato calcolato su un arco temporale di dieci anni, ipotizzando che i contribuenti optino per il numero massimo di rate disponibili, ovvero 54 rate bimestrali in nove anni. Il gettito atteso parte da 500 milioni di euro nel 2026, per poi stabilizzarsi a circa 1 miliardo di euro all’anno nei successivi otto anni. A questi si aggiungono altri 500 milioni stimati nel 2035, per un totale di 9 miliardi. La relazione evidenzia anche una perdita stimata per la riscossione ordinaria pari a 9,7 miliardi di euro. Una parte dei carichi che rientreranno nella nuova definizione, infatti, sarebbe stata comunque riscossa attraverso le attività ordinarie o tramite piani di rateizzazione già in corso.
Chi può aderire
L’agevolazione prevista dalla Legge di Bilancio 2026 è riservata ai contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi ma non hanno versato le imposte dovute o i contributi previdenziali. Possono quindi rientrare nella misura persone fisiche, professionisti e imprese che hanno omesso il pagamento, pur avendo dichiarato correttamente i redditi. Sono invece esclusi coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione o che sono stati oggetto di accertamento. Restano fuori anche i debiti già inclusi nella precedente rottamazione quater, che non potranno essere trasferiti nella nuova definizione.
I vantaggi per i contribuenti
La rottamazione quinquies consente di estinguere i debiti fiscali versando solo:
- le somme dovute a titolo di capitale;
- gli importi maturati per spese di procedura esecutiva e diritti di notifica.
Vengono invece esclusi dal pagamento gli interessi iscritti a ruolo, le sanzioni, gli interessi di mora e l’aggio di riscossione. In questo modo, il contribuente può regolarizzare la propria posizione a condizioni più vantaggiose rispetto alle procedure ordinarie.
Modalità e tempi di pagamento
Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o in rate fino a un massimo di 54 rate bimestrali di pari importo, distribuite su nove anni. Le prime tre rate scadranno il 31 luglio, 30 settembre e 30 novembre 2026, mentre l’ultima è fissata al 31 maggio 2035. In caso di pagamento rateale, verranno applicati interessi annui del 4%.
Chi sceglie il pagamento in un’unica soluzione dovrà invece versare l’intero importo entro il 31 luglio 2026.
Regole sulla decadenza
La nuova rottamazione prevede criteri più severi in caso di mancato pagamento. Il contribuente decade dal beneficio se omette il versamento di due rate, anche non consecutive. In tal caso, il debito residuo non potrà più essere rateizzato e dovrà essere saldato in un’unica soluzione. Inoltre, torneranno applicabili sanzioni e interessi ordinari.
La misura non riguarda solo i carichi di competenza nazionale. È prevista anche l’estensione ai tributi locali, come IMU e TARI, gestiti dai Comuni. Le Regioni e gli enti locali avranno inoltre la facoltà di introdurre propri provvedimenti di definizione agevolata, che potranno prevedere la riduzione o l’esclusione di sanzioni e interessi sui tributi di loro competenza.