Regime forfettario, in cosa consiste il limite dei ricavi e cosa succede se lo si sfora

Rispettare il limite dei ricavi è importante per quanti abbiano aderito al regime forfettario. Come si calcola e cosa succede se lo si sfora

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 3 Marzo 2025 13:48

Possono aderire al regime forfettario le persone fisiche che esercitano attività d’impresa, arti o professioni. Grazie a questo particolare strumento, i contribuenti hanno la possibilità di beneficiare di una serie di agevolazioni dal punto di vista fiscale e contributivo. A ciò si aggiunge una netta riduzione degli adempimenti burocratici da svolgere periodicamente.

Sono diversi i requisiti che i contribuenti devono rispettare per poter aderire al regime forfettario. Il più importante è quello dei ricavi o compensi percepiti, che non devono superare, nell’arco di un anno solare, gli 85.000 euro. Ma in cosa consiste questo limite? Cosa deve prendere in considerazione il contribuente per effettuare questo calcolo?

Volendo dare una risposta sintetica al dubbio, potremmo rispondere che in questo importo massimo vi deve entrare la somma delle fatture emesse nel corso dell’anno solare.

Regime forfettario, il calcolo del limite dei ricavi

Quali compensi e quali ricavi devono essere presi in considerazione per calcolare il limite previsto dal regime forfettario? A dare una risposta a questa domanda ci hanno pensato gli articoli 54, 57 e 85 del Tuir, che considerano i ricavi e i compensi al netto dell’Iva. Quest’ultima ovviamente non è presente in quanti hanno aderito al regime forfettario.

Al netto anche del contributo integrativo previsto per le Casse previdenziali, che è richiesto per i professionisti che sono iscritti agli albi professionali. Discorso diverso per quanti sono tenuti ad addebitare ai committenti la rivalsa del 4% dell’Inps (che deve essere versata alla gestione separata), la quale entra nel computo.

Volendo essere molto pragmatici, il limite dei ricavi nel regime forfettario degli 85.000 euro:

  • deve essere obbligatoriamente verificato ad inizio anno, prendendo in considerazione quanto maturato nel corso di quello precedente. La verifica deve essere effettuata ad inizio di ogni anno, non solo nel primo di adesione;
  • devono essere presi in considerazione gli eventuali ricavi di un’attività cessata diversa da quella iniziata nel corso dell’anno successivo e per la quale si ha intenzione di avvalersi del regime forfettario;
  • l’eventuale computo deve essere calcolato in proporzione agli effettivi mesi di attività, nel caso in cui l’attività sia iniziata nel corso dell’anno;
  • il computo deve essere effettuato seguendo il principio di cassa.

Nono soni rilevanti eventuali compensi di natura occasionale, nel momento in cui siano qualificati come redditi diversi ai sensi dell’articolo 67 comma 1, lettera i) del Tuir: vi rientrano, solo per fare un esempio, quelli che sono stati corrisposti come indennità di maternità. Non sono rilevanti nemmeno i ricavi o i compensi che vengono dichiarati ai fini degli Isa.

Esempio di calcolo

Proviamo a fare un esempio molto semplice: un avvocato apre la partita Iva il 1° marzo. In questo caso il limite di fatturato per l’anno in corso non è pari a 85.000 euro, ma deve essere calcolato in proporzione agli effettivi giorni di attività (considerando che l’anno completo è composto da 365 giorni). Il calcolo per ottenere la soglia dei ricavi è il seguente:

85.000/365*306 = 71.260

Questo, in altre parole, è il limite massimo che l’avvocato che abbia aderito al regime forfettario può raggiungere nel corso dell’anno per non perdere le agevolazioni.

Diritto d’autore, come considerare eventuali redditi

Una voce a cui è necessario prestare attenzione, nel caso in cui si aderisca al regime forfettario, sono i compensi che vengono percepiti a titolo di diritto d’autore. A fare il punto della situazione, in questo caso, ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate rispondendo all’interpello n. 517/E/19. Questi emolumenti:

  • beneficiano della deduzione forfetaria nella misura del 25% o del 40% nel caso in cui i soggetti percipienti abbiano meno di 35 anni;
  • concorrono a pieno titolo alla formazione della soglia dei ricavi e dei compensi annui;
  • sono sottoposti alle stesse regole e alle stesse modalità di certificazione dei compensi previsti per il regime agevolato, con la sola esclusione della ritenuta d’acconto. L’Agenzia delle Entrate, all’interno del citato interpello, ha chiarito che che il sostituto d’imposta è tenuto a richiedere al professionista una dichiarazione nella quale metta in evidenza che i compensi percepiti come diritti d’autore rientrino nelle attività correlate alle attività esercitate in regime forfettario.

Cosa succede se si supera la soglia dei ricavi

Nel momento in cui il contribuente supera la soglia dei ricavi ci sono delle conseguenze immediate sul regime forfettario. Quello che accade è condizionato dall’ammontare dell’importo eccedente. È, infatti, importante distinguere due diverse situazioni: il superamento degli 85.000 euro ma non quello dei 100.000 euro ed il superamento di quest’ultimo importo.

Superare la soglia degli 85.000 ma non i 100.000 euro

Cosa succede se un contribuente che ha optato per il regime forfettario supera gli 85.000 euro di ricavi o compensi, ma non i 100.000 euro? Deve passare al regime ordinario, ma a partire dall’anno successivo.

Questo significa, molto semplicemente, che per l’anno in corso il soggetto continua a restare nel regime forfettario, beneficiando di tutte le agevolazioni fiscali previste. Tra queste ci sono l’aliquota al 15% (al 5% per i primi cinque anni di attività), l’esclusione dall’Iva e le varie semplificazioni contabili. Ma a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo è obbligato a passare al regime ordinario, adottando la contabilità semplificata od ordinaria e seconda dei casi previsti.

Con la fuoriuscita dal regime forfettario, il contribuente dovrà:

  • applicare l’Iva alle proprie fatture e provvedere agli adempimenti previsti dalla sua liquidazione periodica;
  • dovrà registrare le fatture emesse e ricevute con la redazione di un registro Iva;
  • deve sottostare alla tassazione ordinaria Irpef, con le aliquote progressive per scaglioni di reddito;
  • dovrà sottostare ai vari obblighi dichiarativi e dovrà applicare gli Isa laddove sia previsto.

Superamento della soglia dei 100.000 euro

Nel caso in cui dovesse superare la soglia dei 100.000 euro di ricavi o compensi annui, l’uscita dal regime forfettario è immediata. Questo significa che dal mese successivo il contribuente è tenuto ad applicare quanto abbiamo visto al punto precedente.

Superare la soglia dei 100.000 euro, in altre parole, ha un effetto immediato. Nel caso in cui il contribuente non dovesse adeguarsi tempestivamente, sono previste alcune sanzioni.