Modello 730, quali scontrini e fatture possono essere cestinati quest’anno

Da quest'anno possiamo iniziare a cestinare gli scontrini e le fatture della dichiarazione dei redditi del 2020. Non quelli che vengono dopo

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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Quando è possibile cestinare scontrini e fatture utilizzati per il Modello 730 senza temere d’aver sbagliato? Il dubbio è quanto mai attuale: le indicazioni e i chiarimenti che arrivano dai canali ufficiali non sempre sono chiari e permettono di farsi un’idea precisa su come ci si debba muovere.

L’Agenzia delle Entrate, più di una volta, ha fornito delle proprie interpretazioni alle norme, andando oltre alla semplice lettura dei documenti e assumendo un ruolo che in realtà non le spetta: fornire delle interpretazioni di portata più ampia rispetto agli intenti originari del legislatore. Questo è il motivo per il quale è importante sapere quali documenti è necessario conservare e quali possono essere buttati via quest’anno. Ah, volendo togliere questo dubbio fin da subito, anticipiamo che si possono cestinare quelli della dichiarazione dei redditi presentata nel 2020.

Dichiarazione dei redditi: quali documenti è necessario conservare

Prima di addentrarci nel capire quando possono essere buttati via, e necessario, prima di tutto, comprendere quali documenti è necessario custodire. In caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate è importante avere a portata di mano le fatture, gli scontrini e le ricevute delle spese che sono state sostenute nel corso del periodo d’imposta. Questi documenti sono necessari per poter dimostrare di aver avuto diritto a beneficiare delle detrazioni e delle deduzioni.

L’elenco dei documenti è ampio ed è per questo che a volte si ha fretta a liberarsene: gli archivi, soprattutto quando sono cartacei, portano via molto spazio in casa. Un po’ meno quando sono digitalizzati ed archiviati nel cloud.

Spese sanitarie

Indubbiamente la voce di maggiore spessore delle spese sanitarie è occupata dagli scontrini parlanti, che sono fondamentali per l’acquisto di farmaci ed è necessario che riportino la natura e la quantità del prodotto che è stato acquistato. Oltre al codice fiscale del contribuente e il codice a barre del farmaco.

Devono essere conservati inoltre:

  • i ticket sanitari che si riferiscono alle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale;
  • le fatture e le ricevute fiscali che sono state rilasciate per le visite mediche specialistiche o generiche. Ma anche per gli esami di laboratorio, analisi, terapie, spese odontoiatriche ed oculistiche (compresi gli occhiali e le lenti a contatto);
  • le spese sostenute per i dispositivi medici. Per poterle detrarre dalla dichiarazione dei redditi è necessario conservare la documentazione che attesti il marchio CE.

Spese di istruzione

Per quanto riguarda le spese di istruzione è necessario conservare:

  • per quanto riguarda le spese scolastiche è necessario conservare le ricevute dei versamenti per la frequenza degli asili nido, delle scuole primarie e secondarie, comprese quelle delle gite scolastiche e delle mense;
  • per le spese universitarie, invece, si devono conservare le ricevute per frequentare i corsi di laurea e specializzazione.

Altri costi da conservare

Altri costi che vanno conservati con la massima cura sono quelli degli interessi passivi sui mutui ipotecari; le spese relative per i servizi funebri e gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Da non dimenticare, inoltre, le fatture relative alle spese di ristrutturazione e riqualificazione energetica.

Come devono essere conservati i documenti

Per molte spese, oltre alle ricevute e agli scontrini, è necessario conservare il metodo con cui sono state pagate: bonifico, carta di credito o quant’altro. Molti costi sono detraibili solo se sono stati pagati con dei mezzi tracciabili.

Ricordiamo che gli scontrini su carta termica tendono a sbiadire nel corso del tempo: è consigliabile farne una copia per conservarli correttamente.

Dichiarazione dei redditi, i termini di accertamento

A regolamentare in modo preciso e dettagliato i termini di accertamento delle imposte sui redditi è l’articolo 43 del Dpr 600/1973, che prevede nello specifico che:

  • è necessario notificare gli avvisi di accertamento entro il 31 dicembre del quinto anno successivo rispetto a quello nel quale è stata presentata la dichiarazione dei redditi. In caso contrario la notifica decade;
  • quando il contribuente omette di presentare la dichiarazione dei redditi, è necessario notificare l’avviso di accertamento entro e non oltre il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui il contribuente avrebbe dovuto presentare la dichiarazione.

Da quello che si riesce a percepire fino a questo momento siamo davanti a una netta differenziazione, costituita dalla presentazione o meno della dichiarazione dei redditi.

Cosa prevede la riforma fiscale

All’interno di questo più ampio contesto si inserisce la riforma fiscale, attraverso la quale è stato previsto un allungamento dei termini per effettuare gli accertamenti legati a delle somme che hanno natura fiscale e che:

  • costituiscono a tutti gli effetti degli aiuti di Stato e aiuti de minimis;
  • non risultino essere subordinati all’emanazione di provvedimenti di concessione;
  • sono (al contrario dei precedenti) subordinati all’emanazione di provvedimenti di concessione o di autorizzazione alla fruizione. In questo caso l’importo non viene determinato dai provvedimenti appena menzionati, ma viene deciso dopo che è stata presentata la dichiarazione dei redditi.

Quando si vengono a verificare queste situazioni, l’accertamento deve essere notificato entro e non oltre il 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello nel quale è stata presentata la dichiarazione dei redditi.

Quali scontrini o fatture si possono buttare via?

Abbiamo riportato un certo numero di informazioni, ma alla fine non è stato ancora risposto alla domanda: quali scontrini e fatture posso cestinare a fine anno? Sono proprio i dati che abbiamo fornito fino a questo punto che ci chiariscono quali accertamenti possono essere notificati entro fine anno che ci fanno anche comprendere cosa possa essere buttato via.

Entro il 31 dicembre 2025 possono essere notificati gli atti di accertamento delle dichiarazioni dei redditi che sono state presentate nel corso del 2020. Stiamo parlando, per intenderci meglio, al periodo d’imposta 2013. Questo significa, molto semplicemente, che sarà possibile cestinare le fatture e le spese che sono state pagate nel corso del 2019: per le persone fisiche, infatti, vale il principio di cassa.

Quando, invece, la detrazione è suddivisa in più anni, è necessario far partire i conteggi dei termini dalla dichiarazione nella quale è stata inserita l’ultima rata di detrazione.