Siti porno e gioco d’azzardo solo con Spid: cosa c’è di vero

Solo i maggiorenni potranno accedere a siti pornografici e di gioco d'azzardo, ma è polemica su privacy e strumenti di verifica dell’età

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 16 Ottobre 2024 17:11

Siti porno e gioco d’azzardo accessibili solo a chi ha lo Spid? La “stretta” è un po’ diversa da come è stata raccontata. Infatti è vero che la navigazione web per accedere a contenuti per adulti e piattaforme di scommesse potrebbe subire un cambiamento, ma solo in senso positivo. Restano facili da raggiungere a chi dimostrerà di essere maggiorenne, utilizzando per esempio lo Spid o altri sistemi digitali. Il nuovo regolamento dell’AgCom infatti punta a rendere il web più sicuro per i minori. Vediamo cosa potrebbe cambiare.

Cosa prevede (davvero) il nuovo regolamento

L’AgCom ha definito delle linee guida per l’identificazione digitale degli utenti che vogliono accedere a siti sensibili, ma lascia alle piattaforme la libertà di scegliere lo strumento tecnologico da utilizzare per la verifica dell’età. Tra le opzioni ipotizzate, oltre a Spid e CIE, figurano software che garantiscono un accertamento senza identificare direttamente l’utente, garantendo quindi la privacy.

Il regolamento è stato sviluppato in collaborazione con il Garante per la Privacy e prevede l’implementazione di un sistema che rispetti criteri di sicurezza ed efficacia.

In sostanza, il regolamento richiede che le piattaforme possano dimostrare che chi accede ai loro contenuti è maggiorenne. Non è importante quale strumento venga utilizzato, purché sia in grado di evitare che i minori accedano a contenuti pericolosi o non adatti alla loro età.

Novità: identificazione tramite identità digitale

Uno degli aspetti più discussi riguarda il timore che l’uso dello Spid possa portare alla tracciabilità e identificazione degli utenti, una preoccupazione che ha scatenato un ampio dibattito. In realtà, il regolamento non richiede la rivelazione dell’identità dell’utente, ma solo la verifica della sua età. Questo aspetto è centrale per garantire il rispetto della privacy degli utenti, soprattutto considerando la delicatezza dei contenuti che verranno regolamentati.

Laura Aria, commissaria AgCom, ha chiarito che l’obiettivo del regolamento è esclusivamente quello di proteggere i minori online, non di controllare l’identità degli adulti che accedono a siti per adulti o di gioco d’azzardo. Il regolamento si inserisce in un quadro più ampio di tutela dei minori online, allineandosi anche con il Digital Services Act europeo, che impone norme simili per la protezione dei più giovani.

Cosa prevede il regolamento Ue a tutela dei minori

La regolamentazione italiana si affianca al Digital Services Act (DSA), una normativa europea che richiede a tutte le piattaforme online di verificare l’età degli utenti per limitare l’accesso dei minori a contenuti inappropriati. Il regolamento impone regole stringenti a tutte le piattaforme che offrono servizi sensibili, non solo per il contenuto pornografico ma anche per il gioco d’azzardo e le scommesse.

Sempre secondo Laura Aria, la decisione italiana è in linea con le prossime direttive europee, e l’AgCom sta lavorando per assicurarsi che il regolamento sia conforme al quadro normativo dell’Unione Europea. Il 2025 è la data prevista per l’entrata in vigore delle nuove regole, una volta ricevuta l’approvazione definitiva dalla Commissione Europea.

Si ricorda inoltre che un aspetto cruciale del regolamento è il concetto di doppio anonimato, che permette la verifica dell’età sì, ma senza compromettere la privacy dell’utente. Questo sistema assicura che i fornitori di servizi non possano accedere ai dettagli personali degli utenti né abbiano informazioni su quale tipo di contenuto stiano cercando di accedere. Il rispetto della privacy è garantito, e i fornitori avranno libertà di sviluppare app o sistemi di verifica che soddisfino i requisiti di sicurezza stabiliti dall’AgCom e dal GDPR.

Spid, CIE e Wallet digitale: cambia la privacy

Molti però hanno sollevato preoccupazioni riguardo l’utilizzo di strumenti di identificazione digitale come lo Spid e la CIE, temendo che ciò possa compromettere la privacy degli utenti. Come specificato nel regolamento però, non esiste un obbligo specifico di utilizzo di Spid o CIE: sarà la piattaforma a scegliere lo strumento che ritiene più sicuro ed efficace. Ciò significa che potrebbe essere sviluppato anche un sistema completamente nuovo.

Nel frattempo, il Wallet digitale (It-Wallet), che dovrebbe essere lanciato nel 2025, potrebbe rappresentare un’alternativa sicura e facile da usare. Si tratta di un “portafoglio digitale” che permetterà di conservare documenti come la carta d’identità, la patente e altri certificati in formato elettronico, e potrebbe quindi diventare uno strumento utile per la verifica dell’età senza compromettere la privacy.