Fisco, per i professionisti arriva la Banca dati degli ordini professionali

La Banca dati centralizzata sarà gestita direttamente dagli Ordini professionali. Le nuove norme antiriciclaggio coinvolgono professionisti e AI per una maggiore trasparenza finanziaria.

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 28 Ottobre 2023 18:00

Il governo ha introdotto nuove misure antiriciclaggio che mirano a intensificare la lotta contro la criminalità finanziaria, coinvolgendo professionisti come commercialisti e avvocati. Questa stretta sul settore professionale è stata presentata come parte della bozza della Manovra economica, ed è destinata a promuovere una maggiore collaborazione tra i professionisti e le istituzioni per rilevare casi di riciclaggio.

La banca dati informatica degli Ordini professionali

Una delle misure chiave in questa nuova normativa è la creazione di una “Banca dati informatica centralizzata”, che sarà gestita dagli Ordini professionali. Questa banca dati conterrà documenti, dati e informazioni raccolti dai professionisti nel corso della loro attività professionale. L’obiettivo principale di questa iniziativa è prevenire attività di riciclaggio di denaro.

Questa Banca dati sarà gestita direttamente dagli Ordini professionali, i quali stabiliranno quali documenti, dati e informazioni dovranno essere trasmessi dai professionisti. Questo consentirà agli Ordini di adattare la Banca dati alle specifiche esigenze del loro settore e di assicurare che siano raccolti i dati rilevanti per combattere il riciclaggio di denaro.

Le novità della banca dati informatica degli Ordini professionali

Un aspetto innovativo di questa Banca dati è la possibilità di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale per emettere un “avviso automatico” ai professionisti che inviano i documenti. Questo avviso verrà generato qualora emergano operazioni anomale basate su parametri quantitativi e qualitativi. È importante sottolineare che, nonostante l’avviso automatico, la responsabilità per la segnalazione delle operazioni sospette rimane a carico del professionista, anche in caso di mancata ricezione dell’avviso.

L’avviso sarà basato su elementi informativi associati a persone fisiche o giuridiche, come la tipologia di cliente, la capacità economica, la situazione economica e patrimoniale, l’attività svolta, la residenza o la sede in Paesi a rischio, e altre caratteristiche delle operazioni professionali. Questo approccio mira a individuare operazioni sospette in modo più efficiente e preciso.

Chi può accedere alla banca dati degli Ordini professionali

Inoltre, il ministero dell’economia e delle finanze, l’Unità di informazione finanziaria per l’Italia, il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, la Direzione investigativa antimafia e la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo avranno accesso diretto alla Banca dati.

Queste misure rappresentano un passo significativo nel rafforzare il quadro antiriciclaggio in Italia. Coinvolgendo direttamente i professionisti nel monitoraggio e nella segnalazione delle operazioni sospette, il governo mira a ridurre al minimo i rischi associati al riciclaggio di denaro sporco, lotta all’evasione fiscale e al finanziamento del terrorismo. Sarà interessante vedere come questa nuova normativa verrà implementata e quali impatti avrà sul settore professionale nel Paese, visto che un sondaggio condotto da Alavie, società italiana nella gestione semplice e completa della conformità normativa, ha rivelato che solo la metà dei commercialisti e consulenti del lavoro in Italia si sente conforme alle norme antiriciclaggio. Un terzo di loro non è soddisfatto del proprio modello di gestione delle verifiche antiriciclaggio. Ciò è evidenziato dai bassi numeri di segnalazioni di operazioni sospette all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia. Il sondaggio rivela che il 100% dei commercialisti si occupa dell’identificazione del cliente, ma solo il 15% riesce a valutare il rischio.