Fattura elettronica: a cosa serve e come funziona

Imprese e professionisti sono ormai abituati ad utilizzare la fattura elettronica. Ma le novità non sono ancora finite.

Pubblicato: 6 Giugno 2023 15:49Aggiornato: 28 gennaio 2025 13:57

Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

A cosa serve e a come funziona, in estrema sintesi, la fattura elettronica? Nel corso del 2019 i titolari di partita Iva hanno dovuto affrontare una vera e propria rivoluzione delle loro abitudini. Fino al 31 dicembre 2018 era possibile emettere le fatture in formato cartaceo, a partire dal 2019 sono scattati nuovi obblighi e nuove disposizioni. Sono passati un po’ di anni e le novità continuano a non mancare. A partire dal 2022 l’obbligo della fattura elettronica ha coinvolto anche i forfettari, anche se con alcune deroghe.

Ricordiamo che, ora come ora, tutte le fatture viaggiano attraverso il SdI, ossia il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. Per dare la possibilità ai contribuenti di emettere e ricevere i vari documenti, l’AdE ha messo a disposizione, nel corso degli anni, alcuni servizi. Tra questi rientra un’App gratuita, con la quale è possibile emettere le fatture elettroniche.

Il capitolo fattura elettronica, almeno per l’Agenzia delle Entrate, non è completamente chiuso. Periodicamente vengono messe a disposizione per i contribuenti ma anche per i professionisti del settore delle importanti novità. Tra queste, ad esempio, vi è il calcolo in automatico dell’Iva effettuata direttamente dagli uffici del fisco.

Fattura elettronica: ecco cos’è

Quando parliamo di fattura elettronica sostanzialmente di cosa stiamo parlando? L’e-fattura è, a tutti gli effetti, un documento informatico, che può essere trasmesso telematicamente attraverso il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. Tramite lo stesso mezzo può essere trasmesso al soggetto ricevente. A definire ufficialmente cosa sia la fattura elettronica è stato un provvedimento pubblicato il 30 aprile 2018: al suo interno il legislatore ha provveduto ad inserire tutte le informazioni e le istruzioni sul come debba funzionare la fattura elettronica.

Ad introdurre l’obbligo dell’e-fattura è stata la Legge di Bilancio 2018: lo scopo di questa novità era quello di prevenire l’evasione fiscale e le potenziali frodi in materia di Iva. Grazie all’invio all’SdI, l’Agenzia delle Entrate riesce ad avere a disposizione – in tempo reale – tutte le operazioni di vendita e di acquisto effettuate in Italia. I dati, ovviamente sono suddivisi per ogni titolare di partita Iva.

L’obbligo di emettere la fattura elettronica non vale unicamente per le operazioni tra diversi soggetti Iva – le cosiddette operazioni business to business – ma anche quando il cliente finale è un consumatore privato: in questo caso siamo davanti ad un’operazione business to consumer.

I titolari di partita Iva che avevano optato per il regime forfettario fino al 2022 erano esonerati dall’obbligo di emettere la fattura elettronica. Da luglio 2022, anche per loro sono arrivate delle importanti novità. Anche loro si sono dovuti passare alla fatturazione elettronica.

Attenzione ai reati

Grazie alla fatturazione elettronica, l’amministrazione tributaria riesce a tenere sotto controllo l’evasione Iva. Quello a cui devono continuare a stare attenti i titolari di partita Iva è di evitare di commettere un errore grossolano: emettere delle fatture o qualsiasi altro documento per delle operazioni inesistenti. Questa operazione diventa un reato vero e proprio, perché permette ad un terzo di evadere le imposte sui redditi o sull’Iva.

L’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti può essere punito con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni.

Come trasmettere la fattura

Il SdI (Sistema di Interscambio) è quello che gestisce di fatto la parte elettronica. Nle momento in cui un documento viene inviato, vengono verificati i dati e il formato della documentazione, se non supera il controllo verrà mandata al mittente una “ricevuta di scarto”. Se invece tutto è stato inserito nella maniera corretta si procederà con l’invio al destinatario, che dopo ulteriori verifiche, potrà procedere con il pagamento.

La fattura elettronica può arrivare su posta certificata, servizi web creati appositamente oppure anche con altri sistemi.

Per emettere la fattura elettronica, l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione un sistema gratuito. È possibile trovarlo sia sul web che attraverso un’app apposita che permette di produrre la fattura, ma anche trovare gli altri dati necessari. Infatti tramite questi servizi si potranno acquisire “in automatico” i dati identificativi del cessionario e l’indirizzo telematico tramite un apposito QR – code. Quest’ultimo sarà a disposizione di tutte le Partite Iva in un’apposita area del sito dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre le fatture possono essere conservate su uno spazio creato ad hoc dall’Agenzia.

Il recapito sarà “semplificato” per i consumatori finali e soggetti Iva che rientrano nei regimi agevolati: il file sarà a disposizione in un’apposita area web riservata dell’Agenzia delle Entrate.

Fattura elettronica, come ottenere il codice destinatario

Il codice destinatario è un elemento fondamentale per poter inviare una fattura elettronica. Può essere costituito da un codice vero e proprio o può essere una Pec (posta elettronica certificata). Generalmente non è necessario andarlo a cercare, perché viene fornito direttamente dal cliente a cui si deve inviare la fattura. Quello personale – o dell’azienda per la quale si emettono delle fatture – e che deve essere a sua volta fornito quando richiesto, viene rilasciato dal programma di fatturazione che viene utilizzato normalmente.

Questo significa, in altre parole, che per ottenere il codice destinatario è necessario registrarsi ad un programma di fatturazione elettronica: ne verrà fornito uno, al quale sin potranno ricevere tutti i documenti contabili.

Codice destinatario B2B

Come si fa ad ottenere il codice destinatario B2B delle fatture elettroniche? In questo caso la risposta è molto semplice: è costituito dal codice che si riceve con il programma di fatturazione.

Viene chiamato B2B perché prevede delle relazioni tra due imprese, quindi business a business.

Codice destinatario per chi è senza partita Iva

Il discorso cambia leggermente per i privati che non sono in possesso di una partita Iva. In questo caso è possibile ricevere una fattura elettronica non serve un codice destinatario. Per visionarle è sufficiente andare sul portale dell’Agenzia delle Entrate.

Generalmente quanti non siano in possesso di una partita Iva preferiscono non spendere. È molto più semplice accedere alla documentazione ricevuta nella sezione Fatture e Corrispettivi del sito dell’Agenzia delle Entrate, a cui è possibile accedere con le proprie credenziali digitali.

Anche quando si è privi di partita Iva, per ottenere un codice destinatario è necessario abbonarsi ad un sistema di sola ricezione e conservazione delle fatture.

Come ricevere una fattura eletronica senza condice destinatario

L’alternativa più comoba per ricevere una fatturazione elettronica senza codice destinatario è farsela inviare sulla propria Pec, la posta elettronica certificata. Questa soluzione può essere adottata liberamente da privati e imprese. Non implica costi aggiuntivi – eccetto quelli della Pec – e permette di accedere alla documentazione consultando la Pec.

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