Il nuovo decreto del viceministro Maurizio Leo pubblicato in Gazzetta Ufficiale include un aumento del numero di rate con cui i contribuenti che hanno un debito con il Fisco possono saldare quanto dovuto. Gli schemi di rientro dal debito sono ora disponibili sia per chi dimostra lo stato di difficoltà che per chi invece lo certifica senza presentare nessuna prova.
Chi dimostra di non avere la possibilità di saldare immediatamente il debito con lo Stato avrà comunque condizioni più favorevoli e il limite massimo di debito accumulato che il Fisco è disposto a rateizzare rimane 120mila euro.
Il nuovo decreto sui debiti con il Fisco
Il Ministro Leo ha promosso un decreto, ora entrato in Gazzetta Ufficiale, che migliora la possibilità di rateizzazione dei propri debiti con il Fisco. Questa novità fa parte del progetto “Fisco amico“, che il Governo sta portando avanti con l’intento di rendere la riscossione delle tasse meno onerosa per i cittadini. In questo contesto la rateizzazione è considerata uno strumento fondamentale per permettere a chi ha debiti con il Fisco di saldarli senza andare in difficoltà dal punto di vista economico nell’immediato.
Le nuove regole partono da una costante. Il limite di debito massimo che lo Stato permette di rateizzare in questo modo è di 120mila euro. Oltre non si può più accedere ai vantaggi previsti dal decreto. Cambia però un dettaglio importante: non sarà più necessario essere in uno stato di difficoltà certificata per poter rateizzare i propri debiti.
Lo stato di difficoltà è una situazione economica per cui il riscossore riconosce che il contribuente o non è in grado di pagare le tasse che deve allo Stato, oppure un pagamento immediato di tutti i suoi debiti comporterebbe un grave stato di stress economico. Per le persone fisiche, il parametro è il rapporto del debito con l’Isee familiare, mentre per le aziende all’Isee si istituisce il valore di produzione.
Fino a 120 rate per saldare il debito
Anche se non è più necessario comprovare lo stato di difficoltà per accedere alla rateizzazione dei debiti, questo non significa che non sia necessario certificarlo. Il contribuente deve comunque dichiarare di non essere in grado di pagare immediatamente tutte le tasse dovute, ma non deve presentare allo Stato alcuna prova. Questo divide i debitori in due categorie: chi ha provato il proprio stato di difficoltà e chi non lo ha fatto.
Per le due categorie di contribuenti esistono due diversi piani di rientro attraverso la rateizzazione dei propri debiti con il Fisco. Il più indulgente è quello per chi comprova il proprio stato di difficoltà:
- da 85 a un massimo di 120 rate, per istanze presentate negli anni 2025 e 2026;
- da 97 a 120 rate, per istanze presentate nel 2027 e nel 2028;
- da 109 a 120 rate, per istanze presentate dal 1° gennaio 2029.
Diversamente invece, chi non comprova il proprio stato di difficoltà dovrà limitarsi a un altro schema, con una progressione più limitata durante gli anni futuri:
- 96 rate mensili, per domande presentate negli anni 2027 e 2028;
- 108 rate mensili, per domande presentate dal 1° gennaio 2029.