Cos’è un dazio doganale e perché lo si introduce

Il dazio doganale è una tassa antichissima che risale al Medioevo. Ma che viene applicata ancora oggi anche se sono state abolite le frontiere in Europa

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 14 Marzo 2018 17:07Aggiornato: 29 Gennaio 2024 14:53

Il dazio doganale è una tassa risalente al Medioevo e costituiva, un tempo, la principale entrata economica di un paese. Generalmente venivano associati ad una tassa sulle merci che venivano trasportate da un comune all’altro. Il concetto, grosso modo, oggi non è cambiato. Anche se il tributo viene generalmente pagato alla dogana dall’importatore o dall’esportatore attraverso una dichiarazione doganale. Questa costituisce un introito fiscale per il paese.

Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa sia un dazio doganale e come funziona al giorno d’oggi.

Dazio doganale: cos’è

I dazi doganali sono tributi applicati ai prodotti importati (o esportati) e vengono definiti dal Paese che li impone. Il tributo viene pagato normalmente alla dogana dall’importatore o dall’esportatore, tramite dichiarazione doganale, e costituisce introito fiscale per lo Stato.

I dazi risalgono al Medioevo, quando erano la principale entrata economica ed associati ad una tassa sulle merci che venivano trasportate tra i diversi comuni.

I dazi possano essere imposti sui prodotti esportati: è il caso dei Paesi economicamente poco sviluppati e ricchi di risorse naturali, come ad esempio diversi Stati dell’Africa che hanno preso questa scelta per supportare l’economia nazionale.

Tuttavia il principale utilizzo è fatto sui prodotti di importazione, come nel caso dei dazi che aveva introdotto Donald Trump sull’importazione di acciaio e alluminio, e fissati rispettivamente al 25 e al 10%.

Come vengono applicati i dazi doganali

Ma cerchiamo di capire come vengono applicati i dazi doganali. L’applicazione può essere di due tipi: ad valorem quando la tassa viene applicata come percentuale al valore della fattura, oppure specifico quando l’imposta applicata varia in base al numero di pezzi, di chilogrammi, di litri.

L’istituzione dei dazi risponde ad una precisa scelta di economia politica ed è alla base del cosiddetto protezionismo. In particolare nel caso dei dazi sull’importazione, la loro introduzione ha l’obiettivo di privilegiare le industrie e le produzioni nazionali scoraggiando l’importazione di prodotti esteri.

È importante sottolineare che il dazio doganale varia a seconda del tipo di bene che viene importato. Il suo ammontare viene calcolato in base al suo valore dichiarato dallo stesso venditore, che nella maggior parte delle volte corrisponde alla fattura che viene inviata insieme al prodotto.

Nel caso in cui, a fronte di un controllo effettuato alla Dogana, dovesse emerge che non c’è alcuna corrispondenza tra quanto è stato pagato ed il valore della merce, questa viene rivalutata e il dazio viene calcolato di nuovo, basandosi sulle nuove valutazioni.

Quando le spedizioni hanno come destinazione un qualsiasi paese che fa parte dell’Unione europea, il dazio doganale corrisponde alla TARIC, il cui ammontare viene calcolata percentualmente basandosi su alcune tabelle merceologiche che sono state introdotte attraverso il Regolamento CEE n. 2658/87. L’imposta viene applicata nel momento in cui la merce passa la prima dogana di ingresso nell’Unione. È possibile consultare l’importo della TARIC in qualisiasi momento direttamente sul sito dell’Agenzia dell Entrate o sul sito gestito direttamente dalla Commissione europea.

Immettere un qualsiasi prodotot all’interno dell’Unione europea, inoltre, comporta il pagamento dell’Iva del paese di destinazione final edel pacco, che viene calcolata sull’intera cifra: costo del prodotto più spese di spedizione e dazio.