Concordato preventivo biennale, scadenza il 30 settembre: chi può restare escluso

I contribuenti interessati dovranno inviare entro la suddetta data all’Agenzia delle entrate il modello telematico CPB 2025/2026 debitamente compilato

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Scatta la corsa contro il tempo per il concordato preventivo biennale 2025-2026. L’Agenzia delle Entrate ha iniziato a notificare le lettere di invito alle Partite IVA che potranno regolarizzare la propria posizione, ma il termine per aderire è fissato per martedì 30 settembre. L’accordo con il fisco, che permette di mettersi al riparo da controlli per due anni, avrà un costo variabile: la richiesta economica sarà infatti più alta per i contribuenti con una minore affidabilità fiscale, calcolata in base agli indici ISA (Indicatori di Affidabilità).

Novità ed esclusioni

Rispetto allo scorso anno, sono esclusi dall’edizione corrente i regimi forfettari. Non potranno aderire neppure i contribuenti che hanno già accettato la proposta per il biennio 2024-2025 e quelli con ricavi o compensi superiori a 5.164.569 euro.

Insieme al concordato, sono state definite le modalità per il “ravvedimento operoso”, uno strumento complementare per sanare volontariamente irregolarità degli anni passati. È possibile regolarizzare una o più annualità dal 2019 al 2023. Per usufruirne, è necessario:

  • aderire entro il 30 settembre 2025 al concordato per il biennio 2025-2026;
  • versare l’importo dovuto in un’unica soluzione, oppure la prima rata, tra il 1° gennaio e il 15 marzo 2026.

L’opzione può essere esercitata anche da chi, negli anni da regolarizzare, ha percepito sia redditi d’impresa che di lavoro autonomo, a patto di applicare il ravvedimento a entrambe le categorie.

Scadenza anche per la dichiarazione precompilata

Sempre per martedì 30 settembre è prevista un’altra scadenza importante: l’invio della dichiarazione dei redditi precompilata. Per chi presenta il 730, l’Agenzia mette a disposizione anche quest’anno la “compilazione semplificata”: una modalità che, attraverso un’interfaccia guidata, evita di dover inserire manualmente i codici della dichiarazione, poiché il sistema inserisce i dati in automatico.

Le nuove regole sulle cause di esclusione

Intanto l’Agenzia delle Entrate, con un pacchetto di Faq pubblicato sul proprio sito, ha fatto chiarezza sulle regole che riguardano studi professionali e associati, introdotte dalla recente normativa. In sintesi, per aderire al concordato biennale, la partecipazione dello studio e dei singoli professionisti associati devono essere coordinate:

  • un associato che non ha aderito nel 2024-2025 può aderire per il 2025-2026, a condizione che lo studio rinnovi l’adesione per il 2026;
  • allo stesso modo, uno studio può aderire per il 2025-2026 anche senza averlo fatto in precedenza, purché i suoi associati rinnovino per il 2026.

Il mancato allineamento di queste adesioni rappresenta una nuova causa di esclusione espressamente prevista dalla legge. L’Agenzia precisa inoltre che l’adesione è possibile anche se all’interno dello studio è presente un socio (ad esempio, un forfettario) che non può applicare gli ISA, a condizione che gli altri membri per cui gli ISA sono obbligatori vi aderiscano.

Infine, una rassicurazione per le ditte individuali: secondo l’Agenzia delle Entrate, la cessione di un ramo d’azienda non comporta la cessazione del concordato. Tale causa di esclusione si applica solo a società ed enti, non agli imprenditori individuali.