Il 30 settembre scade il termine ultimo per presentare domanda per il concordato preventivo biennale. Le partite Iva che possono richiederlo, dovrebbero aver già ricevuto nel proprio cassetto fiscale la lettera dell’Agenzia delle Entrate che le avvisa della disponibilità dell’accordo.
Per l’adesione al concordato preventivo biennale è stato inoltre aperto un doppio binario. Potrà essere comunicata insieme alla dichiarazione oppure in modo autonomo, con il modello Cpb. Come per lo scorso anno, è anche previsto un ravvedimento speciale, per gli anni che vanno dal 2019 al 2023.
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La scadenza per il concordato preventivo
Ultime ore per le partite Iva che vogliono richiedere il concordato preventivo. La data ultima per raggiungere l’accordo con il Fisco è il 30 settembre. Come previsto per lo scorso anno, la richiesta di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate sarà più alta con il diminuire dell’affidabilità fiscale del contribuente.
Una differenza significativa con l’iniziativa dello scorso anno è l’esclusione delle partite Iva forfettarie, che quest’anno non potranno partecipare al concordato preventivo. Saranno esclusi anche coloro che hanno già accettato il concordato per il biennio 2024-2025, così come chi ha fatto registrare ricavi superiori a 5.164.569 euro nel corso dello scorso anno fiscale.
Come funziona il doppio binario
Nel 2025 il Governo ha messo a disposizione dei contribuenti un “doppio binario“, per chiedere il concordato preventivo biennale. L’obiettivo è quello di rendere più semplice la richiesta e quindi di attrarre più persone, anche tra quelle che hanno fatto rientrare parte del guadagno nel sommerso. Le due opzioni sono:
- comunicare l’adesione insieme alla dichiarazione dei redditi;
- comunicare l’adesione in via autonoma, presentando il modello Cpb insieme al solo frontespizio Redditi 2025.
Per il Governo, in particolare per il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che ha spinto molto per questa misura, è essenziale che il concordato preventivo abbia successo nel regolarizzare le posizioni fiscali delle partite Iva. Ci si propone di porre al contempo al riparo tali soggetti da futuri controlli dell’Agenzia delle Entrate. Ha dichiarato lo stesso Leo:
Dal concordato preventivo biennale abbiamo ricavato 1,6 miliardi di euro e in un colpo sono usciti dal sommerso 190 mila soggetti, con cui ora si può lavorare e a cui è seguita una fase 2.0 del concordato con cui abbiamo spianato ancor di più la strada per far sì che le imprese aderiscano, e così facendo staranno tranquille e non avranno l’incubo delle tasse.
Il ravvedimento per gli anni tra il 2019 e il 2023
Esattamente come lo scorso anno, per le cinque annualità precedenti al concordato preventivo biennale, è disponibile un ravvedimento volontario. L’opzione va esercitata tra il 1° gennaio e il 15 marzo del 2026. L’importo del ravvedimento può essere versato o in una sola soluzione, oppure attraverso una rateizzazione.
Per aderire al ravvedimento bisogna:
- fare domanda per il concordato preventivo biennale entro il 30 settembre 2025;
- avere applicato gli Isa.
Il ravvedimento può riguardare anche soltanto una delle annualità concesse, tra il 2019 e il 2023. Anche chi ha conseguito durante quegli anni sia reddito d’impresa sia reddito da lavoro autonomo può accedere al ravvedimento.