Buone nuove per tanti lavoratori che in passato hanno visto respingersi la domanda di richiesta d’accesso al bonus 200 euro varato negli scorsi mesi dal governo Draghi.
Pensato dall’esecutivo per aiutare delle categorie di professionisti che nel 2021 non avevano superato i 35.000 euro di reddito, la misura ora è stata ampliata anche ad altri beneficiari. A svelarlo è stata l’Inps, che valutando quanto effettivamente previsto dalla normativa, ha deciso di allargare la platea dei beneficiari aggiungendo anche nuove categorie di lavoratori.
Bonus 200 euro ampliato, i nuovi beneficiari
Dopo aver annunciato l’apertura di nuove posizioni, con lo sblocco delle graduatorie di concorso, dall’Inps proseguono le buone notizie per gli italiani. Questa volta a sorridere sono una serie di lavoratori che, loro malgrado, erano stati esclusi dal bonus 200 euro, l’indennità una tantum pensata per gli autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali.
Se in passato infatti erano stati esclusi, ora arriva il momento per collaboratori, dottorandi di ricerca e assegnisti di ottenere il bonus, rientrando nella platea dei beneficiari. Inizialmente esclusi, con tanto di domanda respinta in passato, ora anche questi lavoratori riceveranno i soldi stanziati dall’ex governo Draghi per far fronte al caro energia.
L’Inps, con il messaggio n. 635 del 2023, ha infatti deciso di fare chiarezza e, soprattutto, fare retromarcia sul respingimento delle domande dopo essersi confrontato col ministero del Lavoro. Infatti, dopo il parere del dicastero, l’Inps ha fatto dietrofront “sostenendo come basti una contribuzione connessa all’attività svolta dagli utenti interessati”.
Bonus 200 euro, cosa cambia e come ottenerlo
La domanda che sorge spontanea a tutti è come mai sia avvenuto questo dietrofront. Il problema era che molti collaboratori, assegnisti e dottorandi – cui spetta la Dis-Coll – non avevano mai formalizzato l’iscrizione al fondo, prevista per legge, nonostante negli archivi della Gestione separata ci fossero i dati forniti dai committenti relativi al periodo di attività svolta
A tutti i collaboratori, dottorandi e assegnisti di ricerca che si sono visti respingere la domanda per il bonus 200 (spettante a chi ha reddito inferiore a 35.000 euro) e 150 euro (con reddito sotto i 20.000 euro), in quanto non formalmente iscritti alla Gestione Separata, ora toccherà solo aspettare. Nel messaggio n. 635 del 2023, infatti, l’Inps ha anche spiegato come fare per ottenere il bonus.
Coloro che lo richiedono devono aver presentato domanda del bonus in qualità di collaboratori, assegnisti di ricerca e dottorandi e la richiesta poi deve essere stata respinta con la sola motivazione dell’assenza del requisito d’iscrizione alla Gestione separata. Inoltre, devono essere presenti denunce Uniemens presentate dal committente per periodi di competenza antecedenti alla data del 18 maggio 2022, deve essere presente una contribuzione connessa all’attività svolta dagli interessati e infine non devono risultare iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. In poche parole, poi, non serve presentare alcuna nuova domanda, in quanto tutte le domande respinte verranno riesaminate d’ufficio e accolte laddove risultino in possesso tutti i suddetti requisiti.
I soldi ai nuovi beneficiari saranno così accreditati in automatico e per tutti coloro che attendono ulteriori chiarimenti l’Inps si riserva di comunicare informazioni sul sito MyINPS (di recente vi abbiamo parlato del restyling del sito Inps).