Scatta l’allarme nelle imprese per l’improvvisa chiusura del fondo Transizione 5.0. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha comunicato ufficialmente l’esaurimento delle risorse, spaventando centinaia di aziende che dovranno ora accontentarsi di una lista d’attesa.
La notizia era stata anticipata ieri da diverse testate, con la comunicazione del Mimit che ha confermato l’esaurimento in serata. Lo stesso Ministero specifica che è possibile presentare domande fino al 31 dicembre, ma le prenotazioni inviate dopo il 7 novembre saranno considerate valide solo “in caso di nuova disponibilità finanziaria”, da evadere in ordine cronologico.
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Le rassicurazioni del Governo
Il Mimit, “alla luce dell’alto gradimento” del piano, assicura che troverà una soluzione alternativa per coprire le domande in eccesso “reperendo nuove risorse” e attraverso “soluzioni di continuità” con il nuovo iper-ammortamento 5.0 in manovra. Come dichiara il ministro Adolfo Urso:
Abbiamo già previsto nella legge di Bilancio la nuova Transizione 5.0 che partirà subito, con 4 miliardi per il 2026. C’è stata una significativa accelerazione da parte delle imprese e quindi abbiamo chiuso lo sportello consentendo però di presentare progetti che saranno messi in sequenza secondo la data di presentazione, perché speriamo di poter finanziare questi progetti con altre risorse che stiamo cercando di recuperare.
Ma i problemi non finiscono qui. Le imprese devono fare i conti anche con l’imminente esaurimento delle risorse per i crediti d’imposta 4.0: restano disponibili solo 200 milioni dei 2,2 miliardi stanziati per il 2025.
Cos’è il Fondo Transizione 5.0
Transizione 5.0 è un pacchetto di crediti d’imposta (fino al 45% dell’investimento oltre ai benefici legati al risparmio energetico) che il governo Meloni ha approvato, nel febbraio dello scorso anno sulla scia del successo dell’Industria 4.0 lanciato nel 2016.
Al Piano Transizione 5.0 erano stati destinati circa 6,3 miliardi di euro alle imprese di qualsiasi dimensione, forma giuridica, attività economica o localizzazione geografica sul territorio italiano che avrebbero sostenuto investimenti agevolabili tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025.
La speranza ora è che il fondo venga rifinanziato e difficilmente le regole cambieranno per accedere al tax credit. Il pacchetto era di:
- il 35% per spese fino a 10 milioni di euro
- il 5% per la quota eccedente, fino a 50 milioni.
L’aliquota base aumenta fino al 40% o 45% se il progetto produce, rispettivamente, un risparmio energetico annuo superiore al 10% o al 15% rispetto all’anno precedente. Per accedere all’agevolazione, la riduzione dei consumi deve essere comunque almeno del 3% a livello di struttura produttiva, o del 5% sul singolo processo.
Imprese in difficoltà
L’esaurimento dei fondi “mette in difficoltà numerosissime imprese e sta generando forte preoccupazione”, ha affermato Marco Nocivelli, vicepresidente di Confindustria per le Politiche industriali.
È necessario individuare con urgenza una soluzione per tutelarle ed evitare che si perda fiducia nelle istituzioni. Occorre prevedere che i progetti in lista d’attesa vengano finanziati attraverso meccanismi di prioritizzazione in vista del nuovo iper-ammortamento che partirà a gennaio, o con soluzioni ponte.
I numeri danno ragione alla preoccupazione: le prenotazioni già “scoperte” ammontano a 500 milioni di euro, a fronte di un dato Gse di ieri che segnava 3 miliardi di richieste. Fino a fine anno, altre domande potranno aggiungersi alla lista.