Superbonus, Pnrr decisivo per non gravare sui conti: spesi 13,5 miliardi di fondi europei

Il Superbonus è stato sostenuto da oltre 13,5 miliardi di fondi del Pnrr. La decisione la prese nel 2021 l'allora premier Mario Draghi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Nel Superbonus sono confluiti fondi del Pnrr per fare in modo che il massiccio piano di ristrutturazioni edilizie non gravasse eccessivamente sui conti pubblici. La scelta, nel 2021, venne operata dal governo Draghi. Ora il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato la lista dei lavori di ristrutturazione finanziati con i soldi del Pnrr. Si tratta di oltre 60.000 interventi.

Dal Pnrr al Superbonus

In Italia per il Superbonus sono stati spesi 13,726 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza per portare a termine 60.755 interventi di ristrutturazione:

  • 6,5 per interventi su 46.922 villette e unità unifamiliari;
  • 7,2 miliardi per 13.833 condomini.

Il governo Meloni ha drasticamente ridimensionato il Superbonus, ma nonostante ciò i costi dell’intervento edilizio sono saliti a 122,731 miliardi a maggio secondo le stime di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).

Alcuni esempi

Fra chi ha potuto beneficiare dei fondi europei per rifarsi casa si segnala il caso del proprietario della villetta di Guidonia Montecelio in provincia di Roma che ha ricevuto 426.969,22 euro. A Tarzo, piccolo centro in provincia di Treviso, una famiglia ha beneficiato di 400.410,24 euro per ristrutturare la propria villetta. A Torre del Greco, in provincia di Napoli, una famiglia ha beneficiato di un’agevolazione pari a 389.429 euro. E a Mezzana in provincia di Trento un residence è stato ristrutturato con quasi 39 milioni di euro.

La maggioranza dei lavori si è concentrata al Nord. La Lombardia è la regione capofila con il 21,3% degli interventi per un importo complessivo di 2,92 miliardi di euro. In Lombardia sono stati ristrutturati 9.638 unità immobiliari indipendenti e 3.013 condomini. Segue il Veneto con 1,55 miliardi di euro pari all’11,2% del totale. In Veneto sono stati rimessi a nuovo 7.579 unità indipendenti e 975 condomini. Le due regioni insieme registrano il 60,1% degli interventi e il 57,8% della spesa.

Sul fronte delle ristrutturazioni è stata bucata quella clausola secondo la quale almeno il 40% delle risorse avrebbe dovuto essere dedicato al Mezzogiorno in nome della coesione nazionale. Al Mezzogiorno, infatti, è stato destinato solo il 26,4% dei fondi. Al Sud la regione capofila è la Puglia dove a fronte di un finanziamento di 682 milioni di euro sono stati compiuti interventi su 2.210 unità indipendenti e 531 condomini.

La regione in cui si è speso di meno è la Valle d’Aosta: sono state finanziate le ristrutturazioni di 51 unità indipendenti e 54 condomini per un importo totale di 37,4 milioni di euro.

Il costo totale del Superbonus

Secondo i dati Enea a maggio 2024 l’onere a carico dello Stato per i lavori conclusi è salito a 122,731 miliardi dai 122,643 miliardi di aprile. Il totale degli investimenti ammessi a detrazione è pari a 117,709 miliardi. Il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è di 112,127 miliardi.

Sono in totale 495.717 gli edifici che sono stati ristrutturati: si tratta di 133.401 condomini per una spesa di 78,48 miliardi; le unità immobiliari unifamiliari hanno visto 244.952 interventi pari a 27,924 miliardi di investimento complessivo ammesso a detrazione; sono poi stati compiuti interventi su 117.356 villette per un importo complessivo ammesso a detrazione di 11,3 miliardi. Anche 8 castelli hanno beneficiato della misura, per 1,082 miliardi di euro ammessi a detrazione.

Intanto è spuntata una maxi tassa sul Superbonus: chi abbia ristrutturato casa usufruendo della misura (con qualsiasi detrazione) e intenda vendere entro 10 anni dovrà pagare una tassa del 26%. La stretta del governo ha messo famiglie e imprese a rischio default. Secondo l’Oice (Organizzazioni di ingegneria e di consulenza) un professionista su tre rischia di non riuscire a farsi pagare.