PNRR, arriva la Sabatini Green: cos’è e perché è importante

Secondo stime possono essere coinvolte circa 200mila micro e piccole imprese con una nuova potenza installata di quasi 9 GW

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Redazione

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Favorire investimenti in impianti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle imprese, per consentire loro una riduzione significativa dei costi energetici connessi alla propria attività produttiva. Questo l’obiettivo del “Credito di imposta per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili” e del “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle Piccole e Medie Imprese (PMI)”, anche nota come Sabatini Green, tra le misure presentate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ambito del progetto di revisione del Pnrr a valere sul piano RePoweEU.

Transizione verde ed efficientamento energetico

Il Pnrr sarà integrato con misure da oltre 19,2 miliardi a valere sul piano RePoweEU (qui maggiori dettagli sul piano europeo). Queste nuove risorse, tutte dedicate alla transizione energetica, saranno distribuite in 19 interventi suddivisi in tre capitoli tematici o “investimenti”. Il Capitolo 2 “Transizione verde ed efficientamento energetico privato e pubblico” – il più corposo nonché quello che riguarda più da vicino le imprese – prevede interventi per 14,8 miliardi ci cui 6,26 miliardi per la transizione green del sistema produttivo. Gli interventi dedicati al settore produttivo sono il piano Transizione 5.0, che assorbirà ben 4,04 miliardi di euro; il Credito di imposta per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili (1,5 miliardi); il Sostegno per gli investimenti green e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI – Sabatini Green (320 milioni); il Miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità nei settori agroalimentare, zootecnico, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo (400 milioni).

Il Credito di imposta per l’autoconsumo di energia

Con una dotazione di 1,5 miliardi questo incentivo – si legge nel documento – “intende sostenere le imprese negli investimenti in impianti (realizzazione di nuovi, nonché ampliamento di impianti già esistenti) per la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili da utilizzare esclusivamente nel proprio processo produttivo”.

Sabatini green per l’autoproduzione di energia

Il “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle Piccole e Medie Imprese (PMI)” prevede 320 milioni di euro di dotazione volti a “favorire la transizione energetica del sistema delle PMI italiane nei processi di attivazione, consolidamento e modernizzazione di modelli produttivi basati su un utilizzo più razionale, efficace e sostenibile delle risorse, con particolare attenzione all’adozione di soluzioni innovative sul piano tecnologico e digitale, che consentano la realizzazione di programmi di investimento diretti alla autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e all’ottimizzazione dei consumi energetici, funzionali ad una riduzione significativa dei costi energetici di produzione, nonché a garantire la sostenibilità ambientale del ciclo produttivo”. La misura funzionerà con lo stesso meccanismo collaudato della “Nuova Sabatini” (di qui il nome Sabatini Green): a fronte della concessione di un finanziamento bancario, all’impresa beneficiaria è riconosciuto un contributo a fondo perduto parametrato a un tasso di interesse convenzionalmente assunto.

L’impatto dei sostegni per l’autoproduzione

La CNA ha espresso un forte apprezzamento alle modifiche al PNRR approvate dalla cabina di regia a Palazzo Chigi, in quanto recepiscono alcune proposte presentate dalla Confederazione oltre un anno fa per accelerare la capacità di messa a terra delle risorse rispettando le scadenze del Piano. “Il sostegno all’autoproduzione di energia – spiega la CNA – attraverso l’utilizzo dei tetti dei capannoni delle imprese per l’installazione di impianti fotovoltaici consentirà di utilizzare fonti rinnovabili per l’autoconsumo sfruttando l’enorme potenziale offerto dalle piccole imprese. Oltre a velocizzare la capacità di spesa, la misura offre l’opportunità di accelerare il processo della transizione green attivando ingenti investimenti aggiuntivi da parte delle imprese private producendo uno straordinario effetto leva a beneficio dell’intera economia”. Nel dettaglio – secondo stime della CNA – possono essere coinvolte circa 200mila micro e piccole imprese con una nuova potenza installata di quasi 9 GW, senza consumare territorio. “Le piccole e medie imprese – sottolinea la Confederazione – possono avere un ruolo strategico nella produzione di energia da fonti rinnovabili, sfruttando lo spazio sui loro tetti per installare impianti fotovoltaici. I capannoni industriali o artigianali, infatti, sull’intero territorio nazionale sfiorano le 800mila unità, che sono per 70% di proprietà delle Pmi. Considerando una dimensione media di circa 500mq a immobile, si può stimare una superficie complessiva di 400 milioni di metri quadri da utilizzare per l’energia solare”.

“Anche solo coinvolgendo 200mila imprese si potrebbe ottenere l’equivalente di un terzo di tutta l’energia che attualmente è prodotta dal fotovoltaico in Italia – ha spiegato il presidente di CNA Emilia-Romagna Paolo Cavini –. Questa strada non solo è possibile, ma è anche auspicabile”. Grazie a questo tipo scelta strategica si ridurrebbe il consumo di suolo, fattore spesso usato come freno all’utilizzo dell’energia solare. Dall’altra parte, si ridurrebbe anche il consumo di gas per la generazione elettrica di circa un miliardo di metri cubi e le emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate con evidenti benefici per l’ambiente. “Senza contare – ha aggiunto Cavini – che l’autoproduzione energetica farebbe scendere i consumi e quindi i costi che le piccole imprese devono sostenere. La politica, però, deve fare la sua parte – incalza il presidente regionale di CNA – per esempio istituendo un credito d’imposta fino a un massimo del 50% per le spese sostenute per l’installazione di impianti fotovoltaici”.