Il Consiglio dei ministri del 15 ottobre ha approvato la prima bozza della Manovra finanziaria, in cui è inclusa anche una proposta per mantenere il bonus ristrutturazione al 50% anche per il 2025. Questa misura avrebbe dovuto ridursi di dimensione, fino al 36%, già a partire dal prossimo anno, ma il Governo ha deciso di renderla più significativa.
Quella approvata dal Consiglio dei ministri è soltanto una base di partenza della Manovra. Il testo dovrà essere discusso ed emendato in Parlamento nelle prossime settimane. I principali oppositori dei bonus edilizi sono però nella maggioranza, quindi si può ipotizzare che questa norma sia al sicuro, essendo frutto di un accordo interno al Governo stesso.
Come sarà il bonus ristrutturazione per il 2025
Il Governo ha deciso di mantenere il bonus ristrutturazione al 50% anche per il 2025. Questa norma permette di ottenere crediti fiscali quando si apportano migliorie a una casa, pari alla metà della spesa sostenuta, entro una certa soglia. Negli anni successivi, solitamente 10, si recupera questo denaro tramite sconti sull’Irpef che bisognerebbe versare.
Secondo il testo della Manovra approvato dal Consiglio dei ministri e che dovrà passare dal Parlamento, i nuovi parametri per il bonus ristrutturazione nel 2025 potrebbero essere i seguenti:
- dovrà essere applicato solo alle ristrutturazioni della prima casa;
- sarà al 50% della spesa sostenuta;
- la spesa sostenuta non potrà superare i 96mila euro.
Valgono quindi tutte le limitazioni precedentemente applicate al bonus ristrutturazione, con l’aggiunta della condizione che l’abitazione sottoposta ai lavori sia la prima casa. In caso contrario, la detrazione scenderà sensibilmente, passando dal 50% al 36% della spesa sostenuta con un tetto massimo di 48mila euro.
Come cambieranno i bonus edilizi nei prossimi anni
Il Governo Meloni aveva previsto una rapida riduzione dell’entità dei bonus edilizi nei prossimi anni. Il ministro dell’Economia Giorgetti in particolare ha operato per limitare la spesa pubblica in questi ambiti dato che, a causa soprattutto del Superbonus, l’esborso dell’erario per rimborsare lavori di ristrutturazione di case private ha superato i 100 miliardi di euro.
Sta proprio nell’inversione di rotta rispetto a questa politica il cambiamento, sponsorizzato dal viceministro Maurizio Leo, sul bonus ristrutturazione in Manovra per il 2025. Questo non significa però che il Governo abbia cambiato idea sulla necessità di ridurre la spesa dovuta ai bonus edilizi. Dal 1° gennaio 2028 lo sconto scenderà al 30% con un limite di spesa a 48mila euro.
Il Governo ha inoltre previsto di abbandonare due dei meccanismi che avevano favorito la diffusione e l’utilizzo massiccio di questi bonus: la cessione del credito e lo sconto in fattura. Per il Superbonus e per altri bonus edilizi, chi possedeva i crediti fiscali poteva venderli immediatamente a banche o aziende interessate, ricevendo uno sconto direttamente sul prezzo dei lavori.
In questo modo era possibile accedere a questi bonus anche se non si aveva la disponibilità economica per sostenere l’investimento iniziale richiesto. Questo meccanismo apriva però alla possibilità di truffare lo Stato, come successo in maniera massiccia per il Superbonus. Nel 2025 quindi bisognerà sostenere fin dal primo momento l’intera spesa della ristrutturazione sulla quale si vuole ricevere lo sconto. Lo Stato restituirà poi il dovuto tramite una riduzione delle tasse sul reddito del contribuente.