Anche a gennaio 2026 l’importo dell’Assegno Unico per i figli a carico sarà aumentato, grazie al meccanismo di rivalutazione legato all’inflazione. Questo aggiornamento annuale, pensato per proteggere il potere d’acquisto delle famiglie, interessa sia gli importi erogati che le soglie ISEE per il calcolo. Dopo gli aumenti significativi degli anni passati, trainati dall’alta inflazione post-pandemia, il rialzo del 2026 sarà più contenuto. La stima ufficiale, contenuta nel Documento programmatico di finanza pubblica, fissa al +1,6% l’inflazione prevista per il 2025, percentuale che verrà applicata all’assegno.
Cos’è l’Assegno Unico
L’Assegno Unico è un sostegno economico erogato dall’INPS a tutte le famiglie residenti in Italia con figli a carico. Spetta per ogni figlio fino a 21 anni, o senza limiti di età se disabile, con un importo variabile in base all’ISEE del nucleo familiare. Questa misura, introdotta il 1° marzo 2022, ha sostituito e potenziato precedenti sostegni, rendendo più semplice ed equo il supporto alle famiglie.
L’importo dell’assegno unico, come detto, varia a seconda di numerosi parametri, che influenzano tutti la cifra finale che la famiglia riceve. Tra questi i più importanti sono:
- l’Isee, che rappresenta la ricchezza della famiglia;
- il numero di figli a carico;
- la presenza di un minore disabile nel nucleo familiare;
- l’età dei figli a carico.
Anche aumentando questi parametri al massimo però, si riceve sempre una cifra minima, per la natura universale dell’assegno
Gli adeguamenti
L’adeguamento non riguarda solo l’importo dell’assegno, ma anche i limiti di reddito che determinano a quale fascia si ha diritto. La soglia per ricevere l’importo più alto passerà dagli attuali 17.227,33 euro a circa 17.503,97 euro, mentre il limite oltre il quale spetta solo l’assegno base salirà da 45.595,02 euro a circa 46.322,54 euro.
Confermate le nuove soglie ISEE, è ora possibile stimare anche gli importi mensili che le famiglie percepiranno a partire da gennaio 2026:
- l’importo massimo dell’assegno passerà da 201 euro a circa 204,22 euro;
- l’importo minimo salirà da 59 euro a 60,15 euro.
Si tratta di un incremento lieve (circa +270 euro per la prima soglia e +700 per la seconda), ma con un effetto concreto: allarga la platea delle famiglie che potranno beneficiare dell’importo massimo. Anche chi percepirà lo stesso importo del 2025, di fatto, vedrà preservato il suo valore reale in un contesto di inflazione ormai stabilizzata.
L’aumento di gennaio 2026 potrebbe non essere l’unica novità, in quanto ulteriori modifiche sono in discussione con la riforma dell’ISEE, che potrebbe portare a nuovi aggiustamenti.
L’aumento per le famiglie con figli
L’adeguamento interverrà anche sugli importi aggiuntivi previsti per specifiche condizioni:
- per quanto riguarda i figli con disabilità, si passa per quelli non autosufficienti da 120,60 euro a 122,53 euro;
- per chi ha un figlio con disabilità grave si passa da 109,10 euro a 110,85 euro;
- se hanno una disabilità media è da 97,70 euro a 99,26 euro.
- per i figli successivi al secondo, la maggiorazione massima passa da 97,70 euro a 99,26 euro;
- per le mamme under 21 l’importo aggiuntivo sale da 23,00 euro a 23,37 euro;
- se i genitori sono entrambi lavoratori (secondo percettore di reddito) la maggiorazione massima cresce da 34,40 euro a 34,95 euro.
Non sono quindi aumenti eclatanti per le famiglie, quanto un adeguamento tecnico e strutturale. In questo modo, lo Stato contiene la spesa pubblica in una fase di inflazione stabile, senza però penalizzare i genitori, preservando l’obiettivo finale della misura: sostenere la natalità e accompagnare le famiglie in tutto il percorso di crescita dei figli.