Arriva oggi la discussione di un nuovo emendamento al decreto legge fiscale per bloccare i controlli in azienda senza motivazioni “espressamente e adeguatamente” dichiarate.
La proposta di Vito De Palma (FI) arriva dopo la condanna all’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, che aveva censurato le norme vigenti sulle ispezioni delle autorità fiscali.
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Addio ai controlli fiscali senza motivazioni
Ci pensa Vito De Palma, di Forza Italia, a correggere il decreto legge Fiscale dello scorso febbraio. Dopo la condanna della Corte europea, arriva la proposta di emendamento prima della conversione in legge prevista per metà agosto.
La sentenza ha spinto all’introduzione, ora in discussione, di un emendamento che precisa i limiti di intervento delle autorità fiscali durante le ispezioni aziendali.
Così Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza avranno le mani legate: non saranno più possibili i “blitz” non motivati. Secondo il testo, per un’operazione di controllo fiscale e per le verifiche nei locali di aziende o studi professionali sarà necessario motivare negli atti di autorizzazione e nei verbali le circostanze e le condizioni che giustificano l’accesso alle sedi.
Cosa cambia?
Rispetto al dl Fiscale, le operazioni di controllo proseguiranno, ma con modalità più trasparenti. In assenza di motivazioni “espressamente e adeguatamente” descritte negli atti, le ispezioni potranno essere impugnate davanti al giudice tributario.
L’emendamento si limita a correggere le operazioni future, quindi non avrà effetto retroattivo. Se approvato, i nuovi blitz dovranno rispettare i requisiti indicati. Non sarà invece possibile impugnare quelli già effettuati.
In sostanza, gli atti e i provvedimenti già adottati non saranno messi in discussione, così come gli effetti prodotti tra sequestri e multe.
La condanna della Corte europea
L’emendamento si è reso necessario dopo la sentenza della Cedu, che aveva condannato l’Italia per le norme in vigore sui controlli fiscali. Secondo la Corte, non venivano garantiti livelli di difesa adeguati al momento dell’ispezione.
In particolare, la violazione riguardava il diritto alla vita privata e al domicilio, poiché esponevano l’azione a possibili abusi.