Benzina, dietrofront del governo: “Pronti a reintrodurre sconto accise”

L'annuncio di Matteo Salvini: "L'accordo è che se il prezzo supera i 2 euro al litro si torna allo sconto su accise".

Foto di Paolo Viganò

Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Pubblicato: 9 Febbraio 2023 09:05

Il prezzo dei carburanti alla pompa non sta facendo registrare scossoni verso l’alto, come temuto dopo l’inizio dell’embargo ai prodotti petroliferi russi del 5 febbraio. Ma quanto durerà? Cosa farà il Governo se il prezzo della benzina tornerà sopra i 2 euro? Stando al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, l’esecutivo è pronto a replicare la mossa di Mario Draghi reintroducendo lo sconto sulle accise, dopo averlo eliminato nell’ultima legge di Bilancio.

Salvini e l’accordo di governo

“L’accordo è che, qualora il prezzo della benzina tornasse a salire i 2 euro, ovviamente il governo interverrebbe” con un taglio delle accise. Lo ha ribadito oggi il vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini durante una visita ad un cantiere della M4 di Milano, assieme al Sindaco Sala. Un concetto che aveva riaffermato anche stamattina alla radio, precisando che il prezzo dei carburanti adesso è attorno agli 1,8 euro e si fa affidamento sul fatto che i 2 euro non li vedrà più.

Assoutenti critica

Una affermazione che è stata subito contestata da Assoutenti, secondo cui i prezzi dei carburanti in alcune zone d’Italia superano già i 2 euro al litro, come sulle autostrade dove i listini del gasolio, in modalità servito, viaggiano sopra quota 2,5 euro al litro. “Al di là dell’andamento dei prezzi medi attuali, i rincari dipendono dagli extraprofitti caricati sulla raffinazione oltre che dalle accise intere scattate a gennaio, e rischiano di avere ripercussioni sui listini di una moltitudine di prodotti”, afferma l’associazione dei consumatori, prospettando che l’incognita dell’embargo Ue ai prodotti raffinati russi “potrebbe portare ad una nuova fiammata dei carburanti“.

“Il Governo deve fare la sua parte non solo riducendo in modo strutturale la tassazione sui carburanti, che oggi pesa per il 57% sulla benzina e per il 50,6% sul gasolio – si sottolinea – ma anche intervenendo sugli extra-profitti incamerati dalle società petrolifere, pari a circa 9,4 miliardi di euro solo nel 2022, determinati dall’anomalo andamento dei listini alla pompa rispetto ai prezzi del petrolio”.

Il tavolo

In queste ore è riunito un tavolo di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MiMIT), alla presenza di rappresentanti della filiera della distribuzione dei carburanti, del MEF, del Ministero delle Infrastrutture e del Ministero dell’Ambiente, alla presenza del ministro Adolfo Urso e del sottosegretario Massimo Bitonci.

Il Ministro ha notato che “nell’ultima settimana in Italia non vi è stato il temuto impatto del nuovo embargo petrolifero sui prodotti russi; anzi, si è registrata una costante leggera flessione dei prezzi alla pompa” ed ha aggiunto “siamo sulla strada giusta, e questo spero contribuisca ad un confronto sereno con operatori e consumatori”.

Nel corso dell’incontro, Urso ha anche anticipato che intende presentare un provvedimento organico di riordino del settore, nel quale si discuterà anche dell’utilizzo e dei costi degli strumenti di pagamento elettronico. Una ipotesi su cui si è sollevata l’Unione Nazionale Consumatori: “Non vorremmo che dopo i tabaccai arrivasse l’esonero dall’obbligo di accettare i pagamenti elettronici anche per i benzinai”. “Il fatto che al tavolo del riordino del settore – si afferma – non ci siano i rappresentanti dei consumatori, che sono quelli che pagano per la scarsa concorrenza nel comparto e le inefficienze della filiera, è grave e preoccupante”.