Avvisi bonari: come difendersi dalle richieste dell’Agenzia delle Entrate

L'Agenzia delle Entrate invia gli avvisi bonari per segnalare degli errori nella dichiarazione dei redditi. Ma non sempre ha ragione. Ecco come tutelarsi

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Cosa sono e a cosa servono gli avvisi bonari? Riceve una qualsiasi richiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate provoca ansia e preoccupazione, anche nel contribuente più onesto e ligio nel proprio dovere. Anche perché le insidie si nascondono sempre dietro ad un angolo e l’errore, in buona fede, può avvenire in qualsiasi momento.
Ma quando si ricevono degli avvisi bonari è necessario preoccuparsi? E soprattutto quali strategie è necessario adottare per ridurre al minimo il danno in caso di errore? O addirittura per chiederne l’annullamento, nel caso in cui il contribuente fosse completamente ed interamente dalla parte della ragione. Scopriamolo insieme.

Cosa sono gli avvisi bonari

Iniziamo con il capire cosa siano gli avvisi bonari e perché vengono inviati dall’Agenzia delle Entrate. Sono delle comunicazioni ufficiali inviate a seguito di un controllo formale, che viene effettuato sulla dichiarazione dei redditi presentata dal contribuente.

Un avviso bonario viene notificato nel momento in cui l’amministrazione finanziaria ha riscontrato delle incongruenze all’interno della dichiarazione dei redditi. Nella maggior parte dei casi gli uffici dell’AdE hanno riscontrato quanto segue:

  • il mancato pagamento di una delle tante somme che risultano essere a debito nella dichiarazione;
  • l’aver effettuato una compensazione indebita o che non spetta sulla base dei dati contenuti all’interno della dichiarazione.

Come è necessario comportarsi se ci si ritrova in queste situazioni? Il contribuente che dovesse aver ricevuto un avviso bonario ha tempo 30 giorni per scegliere se:

  • procedere con il pagamento dell’avviso in maniera totale o parziale, usufruendo della rateazione. Questa operazione viene effettuata perché la richiesta effettuata da parte dell’Agenzia delle Entrate risulta essere sostanzialmente corretta;
  • procedere con la presentazione di un’istanza in autotutela, attraverso la quale richiedere l’annullamento dell’avviso bonario. Si procede in questo senso nel momento in cui si ritenga che la richiesta dell’Agenzia delle Entrate sia errata.

Quando vengono inviati gli avvisi bonari

Attraverso gli avvisi bonari, l’Agenzia delle Entrate comunica ai contribuenti di aver riscontrato delle irregolarità emerse dopo aver effettuato:

  • un controllo automatico effettuato ai sensi dell’ex articolo 36-bis del DPR n. 600/73;
  • un controllo documentale ai sensi dell’ex articolo 36-ter del DPR n. 600/73.

A questo punto gli uffici tributari hanno la possibilità di procedere alla:

liquidazione delle imposte, dei contributi e dei premi dovuti, nonché dei rimborsi spettanti in base alle dichiarazioni presentate dai contribuenti e dai sostituti d’imposta.

È importante sottolineare che il controllo automatico viene effettuato basandosi esclusivamente sui dati e sugli elementi che si possono desumere direttamente dalle dichiarazioni presentate dal contribuente e dai dati già in possesso degli uffici dell’anagrafe tributaria.

Lo scopo di questo controllo, in estrema sintesi, è quello di:

  • correggere eventuali errori materiali derivanti dal riporto delle eccedenze delle imposte, dei contributi o dei premi;
  • procedere con la correzione di eventuali errori materiali e di calcolo che sono stati commessi dai contribuenti nella determinazione degli imponibili, delle imposte, dei contributi e dei premi;
  • andare a ridurre eventuali detrazioni d’imposta, che sono risultano essere state indicate in misura superiore a quelle che sono state previste dalla normativa;
  • rivedere e ricalibrare le eventuali deduzioni che sono state esposte in misura superiore a quanto previsto dalla legge;
  • ridurre eventuali crediti d’imposta che sono stati determinati in maniera superiore rispetto a quanto previsto dalla normativa. O che, addirittura, non dovessero spettare sulla base dei vari dati contenuti all’interno delle dichiarazioni;
  • effettuare un controllo e verificare una corrispondenza tra la dichiarazione e la tempestività con la quale i contributi sono stati versati.

Quando arriva un avviso bonario

Sostanzialmente un avviso bonario arriva nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate riscontra una qualsiasi anomalia a seguito di un controllo automatico. Lo scopo di questa comunicazione è quello di portare a conoscenza del contribuente il problema che è stato riscontrato.

Chi riceve la comunicazione, a questo punto, è tenuto a controllare che quanto sia contenuto all’interno dell’avviso sia veritiero. Nel caso in cui si dovesse ritenere di essere dalla parte della ragione – e che quindi l’Agenzia delle Entrate ha commesso un errore – è possibile presentare un’istanza di annullamento o rettifica in autotutela. L’operazione deve essere effettuata entro 30 giorni dal momento in cui è stata ricevuta la comunicazione. La richiesta di riesame può avvenire nei seguenti modi:

  • al telefono, chiamando il call center dell’AdE. Sarà necessario fornire tutti i chiarimenti necessari agli operatori, che hanno la possibilità di intervenire e modificare l’avviso bonario emesso;
  • attraverso un’istanza di autotutela in formato cartaceo, che deve essere depositato presso un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate;
  • utilizzando i canali telematici CIVIS, a cui i contribuenti hanno la possibilità di accedere utilizzando le credenziali che usano per accedere al proprio cassetto fiscale.

In quale modo arrivano gli avvisi bonari

La modalità attraverso la quale l’avviso bonario viene comunicato possono variare a seconda che il contribuente abbia o meno inviato la propria dichiarazione dei redditi tramite un intermediario abilitato.

Intermediari abilitati

Nel caso in cui il contribuente abbia presentato la propria dichiarazione dei redditi tramite un intermediario abilitato, ha la possibilità di delegare allo stesso la ricezione di eventuali avvisi bonari.

Nella maggior parte dei casi gli intermediari abilitati sono dei commercialisti, che hanno la possibilità di accettare o meno questo incarico. Nel caso in cui lo dovessero accettare devono comunicare al contribuente, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, l’esito della procedura. La comunicazione degli avvisi bonari agli intermediari deve avvenire tramite mezzi elettronici.

La notifica ai contribuenti

Gli avvisi bonari vengono notificati direttamente al contribuente nel caso in cui:

  • lo stesso abbia deciso di non avvalersi degli intermediari abilitati;
  • gli intermediari non abbiano accettato l’incarico.

In questo caso la notifica arriva presso il domicilio fiscale del contribuente. L’avviso bonario può essere inviato tramite raccomandata direttamente dall’Agenzia delle Entrate o tramite PEC, posta elettronica certificata.