Negli Stati Uniti è scattato lo shutdown del governo federale, la chiusura parziale delle attività pubbliche dovuta al mancato accordo tra repubblicani e democratici sul disegno di legge di spesa. Il blocco, iniziato a fine ottobre 2025, rischia di diventare il più lungo della storia e di colpire milioni di famiglie americane.
Alla base dello scontro c’è il Medicaid, il programma sanitario per anziani e persone a basso reddito: i repubblicani vogliono ridurre i fondi, mentre i democratici si oppongono ai tagli voluti da Donald Trump. Intanto, lo shutdown paralizza servizi essenziali, mette in difficoltà 800.000 dipendenti federali e pesa sull’economia americana per 15 miliardi di dollari a settimana.
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Perché il governo degli Stati Uniti ha chiuso?
Il governo americano è “chiuso”. I repubblicani e i democratici, infatti, non sono riusciti a trovare un accordo. Anche se i repubblicani controllano entrambe le Camere, al Senato non hanno i voti necessari per approvare il disegno di legge sulla spesa. Questi hanno quindi sfruttato la loro ultima opportunità per spingere all’interno del disegno di legge un’estensione dei crediti d’imposta in scadenza per rendere più economica e accessibile a milioni di americani l’assicurazione sanitaria.
La proposta si scontra con i tagli voluti da Trump al Medicaid, il programma sanitario governativo che permette a milioni di anziani, disabili e persone a basso reddito di accedere alla sanità.
Per porre fine a quello che si chiama shutdown, i due partiti dovranno trovare un compromesso. Trump sta cercando di dare la colpa completamente ai democratici e non vuole trovare un momento di incontro con loro. Li definisce “pazzi” perché “non hanno mai fatto nulla del genere”. I democratici, da parte loro, sanno che questa è l’ultima barriera per evitare che milioni di persone finiscano per non accedere ai sistemi di sostegno sanitario.
Il problema è che lo shutdown blocca servizi governativi fondamentali ed essenziali, come:
- il pagamento degli stipendi;
- la distribuzione di beni alimentari;
- i parchi nazionali restano chiusi, perché l’ultima volta (tra il 2018 e il 2019) erano rimasti aperti senza personale pagato e furono saccheggiati e vandalizzati;
- la posta continua a essere consegnata, ma è possibile che vada verso il blocco;
- possibile blocco anche per le sovvenzioni e i prestiti agli studenti.
Questo potrebbe essere il blocco più lungo della storia e avrà un impatto concreto sull’economia americana. Secondo una stima, ogni giorno non vengono assegnati nuovi contratti federali per un valore di 800 milioni di dollari. Sempre secondo gli analisti, la chiusura ridurrà la crescita economica di circa 0,1-0,2 punti percentuali per ogni settimana in cui continuerà, ovvero circa 15 miliardi di dollari a settimana.
Supplemental Nutrition Assistance Program senza fondi
Negli Stati Uniti sono oltre 41 milioni le persone che vengono supportate dal programma Snap (Supplemental nutrition assistance program) e che potrebbero non avere i buoni pasto di novembre. Si tratta di famiglie sotto la soglia di povertà, invalidi, disoccupati o nuclei numerosi che, anche lavorando, non riescono a portare a tavola un pasto regolare.

Mentre lo scontro tra repubblicani e democratici prosegue, i singoli Stati stanno cercando di attuare programmi emergenziali per far fronte alla crisi, ma è chiaro fin da subito che riusciranno a sostenere solo una parte delle persone in difficoltà, solitamente assistite dal programma nazionale.
Ci sono fondi già accantonati e alcuni giudici stanno chiedendo che vengano sbloccati, ma il programma finanziario di Trump prevede una diminuzione di 187 miliardi di dollari all’assistenza alimentare nei prossimi dieci anni, introducendo di pari passo l’obbligo di lavorare almeno 80 ore mensili per poter accedere ai buoni.
Il tutto servirebbe per scoraggiare i “fannulloni”. Similmente a quanto accaduto in Italia, anche negli Stati Uniti è diffuso lo stereotipo classista e razzista che delinea “la persona che vive di sussidi”. Proprio contro queste figure si è mosso l’intero sistema di tagli voluto dall’amministrazione Trump, che punta invece sulla meritocrazia per l’accesso ai servizi sociali, ma si tratta di un approccio che lascia indietro moltissime persone.
Molti dipendenti civili hanno perso il loro primo stipendio
L’attuale crisi però si estende anche ai dipendenti, non soltanto a chi riceve aiuti. Infatti, l’assenza di stipendio ha bloccato molti servizi: dagli aeroporti alle scuole, fino ai tribunali. Sono fermi anche i pagamenti per i dipendenti della giustizia, le paghe dei militari e persino i fondi per le indagini dell’FBI. Tutto è fermo e la paralisi dura ormai da oltre un mese.
Almeno 800.000 dipendenti federali non stanno ricevendo lo stipendio e molti di loro rischiano di perdere il posto di lavoro.
Il punto di non ritorno sarebbe il blocco fino alla festa del Ringraziamento, a fine novembre. Famiglie senza stipendio da settimane non potranno festeggiare quello che per noi italiani equivarrebbe a non celebrare il Natale. Non è solo una crisi familiare, ma anche una crisi economica per tutto l’indotto delle festività, che inevitabilmente crollerebbe.
Ritardi nel traffico aereo
Tra i tanti problemi causati dalla chiusura del governo Usa, c’è anche il blocco dei voli e dell’aeroporto internazionale JFK, per la carenza di addetti nei centri di controllo di New York, Indianapolis e Boston.
Il segretario dei Trasporti ha spiegato che molti lavoratori, non retribuiti per via del blocco, si sono dichiarati malati per protesta. Il rischio è che la crisi si allarghi a molti altri centri nevralgici, come l’aeroporto in Florida che collega direttamente ai parchi di divertimento Disney e Universal Studios.
Inoltre, se la situazione proseguirà, si preannuncia già un disastro per il giorno del Ringraziamento, che vede milioni di americani spostarsi per raggiungere le famiglie o andare in vacanza.