Droni russi sulla Polonia, si teme l’escalation con la Nato in guerra

Per la prima volta un Paese Nato ha abbattuto droni russi. La Polonia parla di atto di aggressione, cresce il rischio di una guerra tra Occidente e Mosca

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web dal 2005, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

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L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia registra una nuova e delicata escalation. Per la prima volta dall’inizio della guerra, un Paese Nato ha aperto il fuoco contro obiettivi russi. La Polonia ha annunciato di aver abbattuto diversi droni che avevano violato il suo spazio aereo durante un attacco massiccio lanciato da Mosca contro l’Ucraina occidentale. Secondo quanto dichiarato dalle autorità di Varsavia, i radar hanno rilevato oltre 10 oggetti in ingresso nel Paese, alcuni dei quali ritenuti pericolosi per la sicurezza interna.

Le operazioni si sono concluse con la neutralizzazione dei velivoli e l’avvio di ricerche per individuare i possibili punti di caduta. Si temono ora conseguenze importanti. Dal Cremlino la versione ufficiale è quella di un guasto tecnologico.

La versione della Russia

Come riporta la Tass, il ministero della Difesa russo Andrej Rėmovič Belousov ha dichiarato di essere pronto a sentire il suo omologo polacco. Intanto avrebbe dichiarato che le forze armate del Cremlino non avevano intenzione di colpire la Polonia.

Coinvolti anche gli aerei italiani

L’episodio è avvenuto durante una notte di attacchi intensi: secondo le forze ucraine, la Russia ha lanciato oltre 400 droni e decine di missili, colpendo soprattutto le aree occidentali di Volyn e Leopoli, al confine con la Polonia.

L’annientamento dei droni ha coinvolto anche gli aerei da ricognizione Awacs italiani, gli F-35 olandesi e i caccia F-16 nazionali, con il coordinamento del comando aereo Nato.

Il precedente e il rischio escalation

La violazione dello spazio aereo è stata definita un atto deliberato di aggressione e ha portato la Polonia a consultazioni immediate con i vertici dell’Alleanza Atlantica.

Secondo quanto è emerso su canali non ufficiali, i droni avrebbero colpito anche un’abitazione. Non ci sarebbero vittime.

Una casa nella città di Wyryki Wola colpita da un drone russo, secondo fonti su Telegram
ANSA
Una casa nella città di Wyryki Wola colpita da un drone russo, secondo fonti su Telegram

La Polonia è un obiettivo sensibile per la Russia, che lo vorrebbe come uno stato cuscinetto indipendente dal blocco occidentale, anche perché solo l’anno scorso era stata individuata per il ruolo di avanguardia anti-russa per ospitare le armi nucleari Nato.

Quanto avvenuto è un precedente estremamente rilevante. Fino a oggi gli Stati confinanti con l’Ucraina, pur registrando più volte intrusioni di droni russi, avevano evitato l’abbattimento per scongiurare un’escalation diretta con Mosca.

La decisione di Varsavia segna dunque un cambio di passo che potrebbe influenzare il futuro del conflitto.

Già nel 2022 il Paese era stato colpito da un missile ucraino, finito accidentalmente nel proprio territorio, che aveva causato due vittime. Dopo quell’episodio, era stato intensificato il livello di vigilanza.

La Bielorussia attacca i droni e difende Mosca

La Bielorussia, alleata storica della Russia e già coinvolta indirettamente nel conflitto in Ucraina (ospita truppe e missili di Mosca), ha provato a ridimensionare l’accaduto.

Il viceministro della Difesa Pavel Muravyeika ha sostenuto che i droni abbattuti in Polonia avrebbero perso la rotta a causa di interferenze nei sistemi di navigazione.

In un video diffuso sul canale ufficiale del governo di Minsk, ha dichiarato che alcune di queste unità sarebbero state neutralizzate anche sul territorio bielorusso e che, nelle ore degli attacchi, esisteva un flusso di comunicazioni tra Polonia, Lituania e Bielorussia.

Una versione che, tuttavia, appare poco credibile agli occhi dell’Occidente, dove quanto è accaduto è stato considerato una chiara violazione dello spazio aereo Nato.

Chiuso il traffico aereo in Polonia

Durante le ore di massima tensione, Varsavia ha chiuso temporaneamente lo spazio aereo della capitale e sospeso le attività all’aeroporto Chopin, principale hub polacco, con inevitabili ritardi e cancellazioni.

Anche lo scalo di Lublino è rimasto fermo. Alle popolazioni delle regioni di Podlaskie, Mazowieckie e Lublino è stato raccomandato di rimanere in casa.

Inoltre, da giovedì è previsto il blocco del confine con la Bielorussia, dove si svolgono in questi giorni le esercitazioni militari congiunte russo-bielorusse note come Zapad, che si svolgono periodicamente e simulano scenari di guerra contro potenziali minacce provenienti dall’Europa e dalla Nato.

Le reazioni del blocco Nato

Non si sono fatte attendere le reazioni dell’Occidente, tra chi ha parlato di un attacco deliberato del blocco Nato e chi si è espresso con più cautela.

Ursula von der Leyen, durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione davanti al Parlamento europeo in seduta plenaria, ha promesso una nuova tranche di aiuti all’Ucraina e il supporto per la costruzione di nuovi droni.

Il premier polacco Donald Tusk, dopo aver parlato di una provocazione su larga scala, ha fatto sapere che:

Siamo pronti a respingere le provocazioni. La situazione è grave e nessuno dubita che dobbiamo prepararci a diversi scenari (…). È la prima volta che dei droni russi vengono abbattuti sul territorio di un Paese della Nato ed è per questo che tutti i nostri alleati prendono molto sul serio questa situazione (…). Non c’è motivo di farsi prendere dal panico. Forniremo regolarmente informazioni sulla situazione nei cieli polacchi e vicino al confine.

Antonio Costa, presidente del Consiglio Europeo, che nella giornata di martedì stava visitando la Polonia, ha dichiarato:

Gli eventi di ieri sera sono un duro monito che la sicurezza di uno è la sicurezza di tutti. Siamo pienamente solidali con la Polonia in seguito all’inaccettabile violazione del suo spazio aereo da parte della Russia. La continua aggressione della Russia contro l’Ucraina e le incursioni sconsiderate nello spazio aereo degli Stati membri dell’Ue rappresentano una minaccia diretta alla sicurezza di tutti gli europei e alle infrastrutture critiche del nostro continente.

Il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto espresso solidarietà a Varsavia:

Condanno con fermezza la violazione del territorio polacco da parte di droni russi: un fatto gravissimo e inaccettabile, che è un’offesa alla sicurezza dell’intera area euro-atlantica (…). L’Italia esprime piena solidarietà alla Polonia, Paese amico e alleato, ribadendo il suo impegno per la difesa della sovranità e dell’integrità territoriale. Ogni provocazione va respinta con fermezza e unità da parte dell’Europa.

Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è entrato nella discussione via Telegram:

Mosca mette sempre alla prova i limiti del possibile e, se non incontra una forte reazione, passa a un nuovo livello di escalation. Oggi c’è stato un altro passo di escalation: gli shahed’ russo-iraniani hanno operato nello spazio aereo della Polonia, nello spazio aereo della Nato. Non un solo shahed, che si potrebbe definire casuale, ma almeno 8 droni d’attacco diretti verso la Polonia. Un precedente estremamente pericoloso per l’Europa. Se ci saranno ulteriori passi dipenderà completamente dalla coordinazione e dalla forza delle azioni di risposta. I russi devono sentire le conseguenze.