Dopo circa un’ora di dialogo, si è concluso a Palazzo Chigi l’incontro tra l’amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, e i membri del Comitato Golden Power. Il meeting aveva lo scopo di fare chiarezza sulla cessione da parte di TIM della Rete Netco alla cordata guidata da KKR, fondo statunitense al cui interno ci sono anche il Mef e F2i. In particolare si cercava la verifica delle prescrizioni, espressamente previste nella normativa sul Golden Power. All’incontro era stata chiamata a partecipare anche Vivendi che, però, non si è presentata. La società francese ha giustificato la sua assenza con una lettera.
L’assenza di Vivendi
Vivendi è il primo socio di TIM, con quasi il 24 per cento, ma non esercita più attività di direzione e coordinamento, avendo perso di fatto il controllo. La convocazione per l’incontro a Palazzo Chigi era stata inviata giovedì scorso all’ad della società francese, Arnaud de Puyfontaine, ma lo stesso ha preferito non esserci. Nella lettera inviata ai membri della Golden Power avrebbe nello specifico giustificato la sua assenza dichiarando di non essere in alcun modo coinvolto nei processi decisionali che interessano la società. A questo aspetto si aggiunge il fatto che Vivendi non ha più rappresentanti nel cda di TIM (in scadenza) e che l’invito a partecipare sarebbe stato inviato troppo a ridosso dell’incontro, soprattutto considerando le festività pasquali dello scorso weekend. Scuse di facciata, secondo diverse letture, soprattutto considerando la contrarietà di Vivendi, più volte espressa, alla cessione della Rete Netco al fondo americano KKR.
Bocche cucite al termine dell’incontro
Al termine dell’incontro con il Comitato Golden Power, che ha di fatto poteri speciali sugli asset strategici nazionali, nessuno dei partecipanti ha rilasciato dichiarazioni, motivo questo che rende al momento impossibile capire quale sia il reale stato di avanzamento dei lavori e della valutazione.
L’assemblea per il nuovo cda di TIM
Superato lo scoglio della Golden Power, l’attesa in TIM è tutta per quanto riguarda l’elezione del nuovo cda, con l’assemblea che è fissata al prossimo 23 aprile. In campo, così come confermato dalla società stessa, ci sono ben quattro liste oltre a quella del consiglio d’amministrazione uscente di TIM:
- la lista di Vivendi, che è stata presentata per la sola nomina del Collegio sindacale. Questo vuol dire che la società potrà decidere se votare oppure no una delle altre liste che si sono presentate;
- la lista gestori fondi e Sicav (società di investimento a capitale variabile), che si presentano in maniera congiunta e detengono in totale l’1,33684% del capitale composto da azioni ordinarie;
- la lista del fondo Merlyn, che è stata presentata dalla società di diritto lussemburghese (titolare dello 0,53% del capitale composto da azioni ordinarie);
- la lista di Bluebell capital partners, società con sede a Londra che, in qualità di gestore fondo Bluebell active equity master fund icav, ha dichiarato di essere titolare dello 0,5003% del capitale composto da azioni ordinarie;
- la lista di Asati, associazione che rappresenta i piccoli azionisti di TIM. In questo caso non era mancata la polemica dopo che si era appreso che tutti gli otto candidati in lista fossero uomini. Il tiro è stato in seguito aggiustato con l’inserimento di 4 donne.