Giorno dopo giorno, di fronte al persistere della guerra in Ucraina, diventano sempre di più le multinazionali che prendono le distanze dalla Russia, anche a costo di perdere diversi miliardi di fatturato. Sia per gli effetti provocati dalle sanzioni, sia per le prese di posizione nette contro il conflitto, le aziende stanno creando il vuoto intorno a Mosca in tanti settori dell’economia: dall’energia ai trasporti, dai servizi ai beni di consumo. Uno dei comparti più colpiti dalla crisi internazionale è l’industria dell’auto, come dimostra la decisione presa dai più grandi produttori di vetture al mondo di bloccare il mercato russo.
Stop alle auto in Russia: chi sono i colossi che hanno fermato le vendite
A muoversi per prima è stata la Volvo, comunicando lo stop delle spedizioni di automobili ai concessionari russi fino a nuovo avviso, e il costruttore tedesco Daimler Truck che ha affermato il blocco delle sue attività commerciali con la Russia di Vladimir Putin con effetto immediato, inclusa la sua cooperazione con il produttore di autocarri russo Kamaz.
Nelle stesse ore il Gruppo Volkswagen, ha annunciato “la temporanea sospensione della vendite” in Russia di Audi, Porsche e Skoda, seguito a ruota dalla britannica Land Rover, di proprietà dell’indiana Tata Motors, e da General Motors.
Tra le case automobilistiche più esposte alle conseguenze del conflitto ucraino c’è però la Renault, che controlla AvtoVAZ, il produttore del marchio Lada in Russia, Paese che rappresenta per il marchio francese il secondo mercato più grande dopo quello casalingo.
Altri leader delle vendite di automobili in Russia sono la Bmw, pur non avendo impianti sul territorio, e la Mercedes che ha uno stabilimento vicino Mosca, così come in Russia posseggono degli insediamenti Stellantis e soprattutto Hyundai e Kia, che nel 2021 sono stati i produttori con le vendite più elevate, con circa 380 mila veicoli.
Stop alle auto in Russia: le conseguenze della guerra sull’automotive
Tutte le marche di auto più affidabili pagheranno le conseguenze del conflitto tra Russia-Ucraina, in un mercato come quello russo considerato un orizzonte promettente per l’industria automobilistica, dopo che nel 2012 si era avvicinato al livello della Germania con 2,8 milioni di veicoli venduti.
Come previsto in uno studio dall’istituto tedesco di studi Center of Automotive Management (CAM), specializzato nel comparto automobilistico, a seguito dei devastanti fatti di questi giorni “per molto tempo la Russia non sarà un importante mercato di vendita e luogo di produzione per l’industria automobilistica”.
Secondo il direttore dell’istituto Stefan Bratzel ” è vero che non si possono ancora prevedere con precisione gli effetti concreti della guerra e delle sanzioni pendenti. Tuttavia, è probabile che le immobilizzazioni delle Case automobilistiche e dei fornitori in Russia perdano considerevolmente valore. L’industria automobilistica non farà investimenti rilevanti in Russia per molti anni”.