Sciopero benzinai, impianti chiusi per due giorni: stop anche ai self

Nessuna intesa tra distributori e governo, i benzinai chiudono per due giorni: quando, dove e perché protestano

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Continua il durissimo braccio di ferro tra benzinai e governo, che porterà – salvo ribaltoni dell’ultimo minuto – allo sciopero dei distributori, ridotto a 48 ore dalle 60 inizialmente previste. Anziché prorogare il taglio delle accise, come invece aveva fatto Draghi, il governo ha deciso di intervenire sul caro-carburanti con una norma sulla trasparenza dei prezzi ai distributori, che dovranno esporre il prezzo medio nazionale accanto a quello di vendita, e rinnovando il cosiddetto Bonus benzina per un valore massimo di 200 euro per i lavoratori dipendenti. Misure che non sono affatto piaciute ai gestori.

I benzinai si avviano dunque alla chiusura degli impianti per protestare contro l’introduzione del cartello del prezzo medio, come ulteriore obbligo.

“Questo adempimento aggiuntivo ai tanti altri continua a pesare come un macigno sulla categoria chiamata a pagare per tutti la presunta lotta alla speculazione. Come se la speculazione la facessero i gestori, vincolati irrevocabilmente e contrattualmente ad un prezzo imposto dai fornitori, e dunque senza alcuna possibilità di manovrarlo o ritoccarlo. Un’accusa ingiusta che rischia anche di creare confusione e problemi sulle aree di servizio con i consumatori” denuncia la Faib-Federazione Autonoma Italiana Benzinai.

Intanto, è stata aperta un’istruttoria da parte dell’Antitrust per indagare sulle grandi big del petrolio, accusate di lucrare sui prezzi.

Cosa prevede il decreto benzina e cosa farà il governo

È stato giudicato troppo debole l’intervento del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che si era appellato alle associazioni di categoria perché revocassero il blocco, che, dice, “danneggia gli utenti”. “Sinceramente non capisco come si possa scioperare contro la trasparenza, contro un cartello. La trasparenza servirà anche e soprattutto ai benzinai per far emergere quello che anche loro denunciano, quelle zone d’ombra di possibili speculazioni sul prezzo. E temo che non lo capiscano nemmeno i cittadini” ha tuonato il ministro dalle pagine del Corriere della Sera.

Il decreto prevede che in ogni stazione sia visibile il prezzo medio regionale, ciò a beneficio dei consumatori come della stragrande maggioranza dei gestori. Vero è, prosegue Urso, che i benzinai sono poco tutelati. Per questo il governo ha deciso di insediare un tavolo permanente per realizzare il riordino complessivo del settore. “Procederemo in tempi rapidi per dare serenità e giusti margini di guadagno a chi anche durante la pandemia non ha mai smesso di fare un servizio pubblico così essenziale. È il primo governo che riconosce le loro ragioni e proprio per questo lo sciopero è davvero incomprensibile. Mi appello al buon senso”.

Sciopero benzinai: quando e dove

Nulla da fare. La Faib si è riunita d’urgenza il 19 gennaio, prendendo atto dell’incontro “molto deludente” svolto al Mimit, alla presenza del ministro Urso e dei dirigenti ministeriali incaricati di scrivere il decreto, che, dopo un lungo e articolato confronto con la rappresentanza dei gestori che hanno indetto lo sciopero, hanno riconfermato l’obbligatorietà dell’esposizione del cartellone, in aggiunta alla previsione di esposizione di un QR-Code.

Una soluzione che ai gestori è sembrata subito un passo indietro rispetto agli impegni presi, sempre in sede Mimit e alla presenza del ministro, che avevano spinto Faib a mantenere congelata ogni decisione in merito allo sciopero. Da qui la decisione di procedere con la chiusura degli impianti.

Lo sciopero dei distributori scatterà alle ore 19.00 di martedì 24 fino alle ore 19.00 di giovedì 26 gennaio sulla rete ordinaria, e dalle ore 22.00 del 24 alle ore 22.00 del 26 gennaio in autostrada.

Cosa vogliono i gestori

Il governo di Giorgia Meloni è stato comunque già battuto: l’Esecutivo ha infatti deciso di sospendere di fatto l’attuazione del decreto, proprio sotto la pressione della protesta dei benzinai, attendendo la conversione in legge del decreto stesso. Ridotte anche le sanzioni e superato l’obbligo della comunicazione dei prezzi in assenza di una loro variazione.

Le associazioni dei gestori avevano già evidenziato a Urso la loro disponibilità a garantire ancora più trasparenza sulla rete di distribuzione carburanti, già oggi è gravata da adempimenti fiscali e amministrativi: si tratta di circa una decina di obblighi, dalla comunicazione prezzi alla trasmissione telematica dei corrispettivi, dalla bollatura degli erogatori all’esposizione dei prezzi sulle carreggiate sugli impianti fino all’esposizione dei differenziali, alla fattura elettronica, capaci di tracciare e garantire il prodotto a tutti i livelli.

I gestori si dicono dunque favorevoli alla trasparenza, a patto che questa non si trasformi in nuovi appesantimenti gestionali a carico dei benzinai e conseguenti nuove sanzioni.

Governo bocciato quindi sul fronte benzina, e non solo dalle associazioni di categoria, ma anche dagli italiani. In un sondaggio politico elaborato da Emg per la trasmissione Cartabianca, agli italiani è stato chiesto, tra le altre cose, di esprimersi sulla questione benzina. La maggioranza degli intervistati ha detto che quanto fatto da Meloni non è abbastanza.

Prezzi benzina e diesel, nuovi rialzi: le cifre

Intanto, i prezzi di benzina e diesel hanno ripreso a salire. Stando alla rilevazione di Staffetta Quotidiana, si registrano nuovi rialzi nel fine settimana sui listini dei prezzi consigliati dei carburanti, sulla scia del balzo delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati.

Salgono ancora le medie nazionali dei prezzi alla pompa, con la benzina fai da te a 1,84 euro/litro (1,98 sul servito) e il gasolio a 1,89 (2,026 sul servito). Ecco le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, rilevati alle 8 di domenica 22 gennaio su circa 15mila impianti:

  • benzina self service a 1,842 euro/litro (+16 millesimi, compagnie 1,844, pompe bianche 1,839)
  • diesel self service a 1,888 euro/litro (+13, compagnie 1,891, pompe bianche 1,882)
  • benzina servito a 1,980 euro/litro (+16, compagnie 2,021, pompe bianche 1,898)
  • diesel servito a 2,026 euro/litro (+13, compagnie 2,068, pompe bianche 1,940)
  • Gpl servito a 0,782 euro/litro (invariato, compagnie 0,793, pompe bianche 0,769)
  • metano servito a 2,144 euro/kg (-22, compagnie 2,162, pompe bianche 2,130)
  • Gnl 2,622 euro/kg (-2, compagnie 2,663 euro/kg, pompe bianche 2,590 euro/kg).

In autostrada, come sempre accade, i prezzi volano ancora di più:

  • benzina self service 1,922 euro/litro (servito 2,179)
  • diesel self service 1,967 euro/litro (servito 2,225)
  • Gpl 0,884 euro/litro
  • metano 2,187 euro/kg
  • Gnl 2,503 euro/kg.