Ritorno all’austerity: le nuove regole per il riscaldamento, con date e orari

Tra le misure che il governo Draghi ha deciso di adottare per contenere i consumi di gas, ci sono anche precise indicazioni sulla riduzione del riscaldamento

Tra le misure che il governo Draghi ha deciso di adottare per contenere i consumi di gas per il prossimo autunno e inverno, ci sono anche precise indicazioni sulla riduzione del riscaldamento in casa, in ufficio e nei locali commerciali. Questa misura – si legge nel Piano nazionale predisposto dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani – prevede l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in funzione delle fasce climatiche in cui è tradizionalmente suddiviso il territorio italiano.

Queste azioni si aggiungono a quanto già attuato col il decreto-legge del 1° marzo 2022 che è intervenuto sul riscaldamento degli edifici pubblici.

La riduzione dei consumi attraverso la regolamentazione del funzionamento degli impianti di riscaldamento sarà attuata entro il mese di settembre, modificando l’attuale regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale attraverso un decreto del Ministro della Transizione Ecologica, che già prevede che possano essere adottate, in caso di emergenza, misure di riduzione dei consumi gas per il riscaldamento invernale.

Qui tutte le nuove regole che dovremo adottare in casa e fuori (dalla doccia al forno alla tv).

Le nuove regole per il riscaldamento in inverno

In particolare, il decreto in arrivo prevede:

  • riduzione di 1° C del riscaldamento, e in particolare:
    – 19°C +/- 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici
    – 17°C +/- 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili

 

  • riduzione del riscaldamento:
    di 15 giorni per quanto riguarda il periodo di accensione: viene cioè posticipata di 8 giorni la data di inizio e anticipata di 7 giorni la data di fine esercizio
    di 1 ora per quanto riguarda la durata giornaliera di accensione con queste differenze a seconda delle zone:
    . Zona A: 5 ore giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo
    . Zona B: 7 ore giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo
    . Zona C: 9 ore giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo
    . Zona D: 11 ore giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile
    . Zona E: 13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile
    . Zona F: nessuna limitazione.

Restano escluse tutte le utenze sensibili, come ospedali, case di riposo, ecc., che non subiranno nessun cambiamento.

Qui trovate la mappa a colori con tutte le zone divise per fasce climatiche. Se volete sapere in quale fascia rientra il vostro Comune, potete cliccare qui.

Quanto si risparmia con le nuove regole

Una prima stima prudenziale di ENEA parlava di un risparmio di 2,5 miliardi di Smc risparmiabili, sostanzialmente agendo sulla modulazione della temperatura e delle ore giornaliere di accensione.

Ora, grazie a a un’analisi più approfondita, considerando anche la modulazione del periodo di accensione nel settore residenziale, i risparmi tra il 1° agosto ed il 31 marzo, fatto di 243 giorni, ammonterebbero, a seconda del settore domestico e di quello residenziale, a:

 

Il Piano precisa che sarà possibile comunque attuare, oltre a controlli a campione su edifici pubblici, grandi locali commerciali, punti a maggiore consumo, una responsabilizzazione dei conduttori degli impianti di riscaldamento centralizzato, monitorando a livello di reti di distribuzione gas cittadine la risposta degli utenti utilizzando i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione cittadine e i punti di riconsegna della rete di trasporto SNAM, che sono costantemente monitorati.

Qui dove prenderemo il gas in inverno: dalle nuove rotte del gas ai rigassificatori.

L’austerity del 1973

L’austerity in Italia non è cosa nuova. Ben prima dell’Unione europea così come la conosciamo oggi, che è stata costretta a imporre a più riprese tagli “lacrime e sangue”, c’è un celebre precedente nel nostro Paese, che risale agli albori degli anni di Piombo.

Dal 2 dicembre 1973 e per un anno, lungo tutto lo Stivale, ci fu un vero e proprio lockdown energetico: luci spente, chiusura anticipata di negozi e locali, auto a casa la domenica, benzinai chiusi dalle 12 del sabato fino al lunedì.

Ci si poteva spostare solo a piedi o in bicicletta, al massimo sui pattini. Il motivo? La terribile crisi petrolifera del ’73, passata alla storia. Egitto e Siria combattevano contro Israele nella guerra del Kippur. I Paesi Opec, i produttori di petrolio, alzarono i prezzi verso gli Stati proprio in sostegno di Israele, prima dell’embargo definitivo. Dal 2 dicembre di quell’anno in Italia i veicoli privati non potevano più circolare di domenica e nei giorni festivi. I neon di negozi e supermercati venivano spenti, gli uffici chiudevano prima.