Prezzi, nuova stangata: la mappa delle città più colpite

L'inflazione, pur rallentando nel mese di febbraio, continua a gravare sulle tasche dei cittadini: il carovita assume valori diversi a seconda del luogo

Pubblicato: 19 Marzo 2023 12:23Aggiornato: 20 Marzo 2023 09:41

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si sta consolidando in Italia la fase di rallentamento dell’inflazione. È quanto emerge dai dati Istat di febbraio relativi all’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), che pur registrando da un lato un incremento dello 0,2% su base mensile, attestano su base annua una discesa al 9,1% (la stima preliminare era del 9,2%). In termini di costi aggiuntivi, considerando l’arco temporale di dodici mesi, sulle tasche di molte famiglie italiane continuano tuttavia a pesare i rincari sul carrello della spesa. Il quadro della situazione varia di città in città.

L’andamento dell’inflazione

La flessione dell’inflazione del mese di febbraio, come fa notare il report Istat, è il risultato dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei beni energetici, sia della componente regolamentata che di quella non regolamentata. Si mantengono però allo stesso tempo le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto alimentare, sia dei prodotti lavorati (da +14,9% a +15,5%) che di quelli che non lo sono (da +8,0% a +8,7%), dei tabacchi (da una variazione tendenziale nulla a +1,8%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,1%). Come conseguenza, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,3%) e quella del cosiddetto “carrello della spesa”, che risale a +12,7% dopo il rallentamento osservato a gennaio.

La mappa delle città più colpite dal carovita

Sulla base dei dati elaborati dall’Istat tenendo conto dell’inflazione di febbraio dei capoluoghi e comuni con più di 150mila abitanti, l’Unione Nazionale Consumatori ha fotografato la mappa delle città italiane più colpite dal carovita.

I dati ottenuti tengono conto un certo tipo di famiglia. Nello specifico è stato preso in considerazione un nucleo familiare di tre persone. Una classifica decisamente particolare, in testa alla quale troviamo Bolzano, dove l’inflazione al 9,3% si traduce in una spesa aggiuntiva di 3.261 euro. Subito dietro c’è Milano. Anche nel capoluogo lombardo il rialzo dei prezzi si è fatto sentire in maniera notevole. Un aumento del 9,9% che ha portato a un incremento di spesa annuo pari a 3.213 euro. Il terzo posto è occupato da Ravenna, che con un +10,3% ha una spesa supplementare di 3.137 euro annui.

A seguire c’è Genova, città con l’inflazione più alta d’Italia (11%), dove l’incremento del costo della vita per una famiglia di tre persone è di 3.095 euro. Proseguendo con l’elenco, ci sono poi Trento (+9,3%, +3.085 euro), Modena (+9,6%, +2.924 euro), Bologna (+9,2%, +2.873 euro), Perugia (+10,1%, +2.827 euro) e Brescia (+8,9%, +2.819 euro). A chiudere la top ten è Catania con un’inflazione al +10,9% e un aumento di spesa annuo pari a 2.727 euro. La città più virtuosa è Potenza, con un’inflazione del 6,5% e un carovita che arriva a 1.398 euro per un nucleo familiare di persone.

L’allarme del Codacons

Secondo il Codacons l’inflazione di febbraio al 9,1% “equivale ad un maggiore esborso pari a +2.662 euro annui per una famiglia ‘tipo’, spesa che sale a +3.447 euro per un nucleo con due figli”. Nonostante la decelerazione del tasso generale registrata dall’Istat negli ultimi due mesi, l’Associazione ha evidenziato che i prezzi dei prodotti più acquistati dai cittadini restano “a livelli elevatissimi”, considerando il carrello della spesa “che addirittura sale al +12,7% dal +12% del mese precedente”.