Allarme rosso nei supermercati italiani, con l’inflazione che pesa in maniera significativa sulle tasche dei cittadini. Fare la spesa, infatti, è diventato sempre più complicato in questo 2023 che risente del rialzo dei prezzi dovuti alla crisi economica conseguente allo scoppio della guerra in Ucraina.
A oltre un anno dall’avvio del conflitto, però, la situazione è tutt’altro che risolta, col prezzo più caro che ricade proprio nelle tasche dei comuni cittadini il cui carrello della spesa è sempre più vuoto, così come il portafoglio (qui vi abbiamo spiegato perché l’inflazione scende e la spesa resta comunque carissima).
Prezzi alimentari in crescita, la situazione
Da Nord a Sud, non si salva nessuno. Secondo quanto emerso dall’ultima analisi dell’Osservatorio di Italmercati, la Rete nazionale dei mercati all’ingrosso, da Milano a Bergamo, passando per Torino, Firenze, Verona, Padova, Rimini, Parma, Pescara, Fondi e Catania la maggior parte dei mercati all’ingrosso hanno registrato l’aumento dei prezzi.
Costi cresciuti sì, ma non compensati dalla riduzione dei margini. Secondo lo studio oltre il 65% dei mercati all’ingrosso italiani ha registrato un aumento dei prezzi dei prodotti agroalimentari nei primi mesi del 2023, mentre soltanto a Genova si è assistito a un trend inverso, con una diminuzione dei prezzi rispetto allo stesso periodo del 2022.
A Roma, Cesena, Treviso, Catanzaro e Cagliari, invece, i costi di frutta e verdura all’ingrosso non hanno subito alcuna variazione, ma gli scenari non sono dei migliori. Secondo Italmercati, infatti, diverse sono le città che prevedono presto un ulteriore incremento dei prezzi, in quanto la riduzione del costo dell’energia non sembra essere stato sufficiente per tamponare la situazione. I supermercati, infatti, sono soggetti energivori che a causa degli elevati consumi devono alzare i prezzi per non avere eccessivi risvolti negativi sull’andamento della propria attività (qui la mappa delle città in Italia più colpite dall’aumento dei prezzi).
Ma Italmercati sottolinea anche un’altra preoccupazione, ovvero quella del cambio delle abitudini di acquisti degli italiani. La maggior frequenza di fenomeni estremi hanno infatti provocato impatti importanti sull’andamento del business. Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, ha quindi voluto sottolineare: “Stiamo registrando una generale situazione di depressione del settore legata in particolare ad un calo dei consumi e ad una minore disponibilità di reddito da parte dei consumatori. Il protrarsi del freddo, così come il repentino cambio di temperatura, sta modificando le abitudini d’acquisto dei consumatori“.
I prodotti che costano di più
Ma quali sono i prodotti che in questo 2023 sono arrivati a costare di più? Paragonando i primi mesi dell’anno con gli stessi del 2022, a colpire è il rincaro di peperoni e melanzane, che hanno registrato l’incremento più alto arrivando al +10%.
Diverso invece il trend per finocchi, zucchine e carciofi, che hanno registrato una diminuzione. Per i consumi ittici si assiste invece a una riduzione compresa tra il 10% ed il 20% degli acquisti e guardando ai mesi a venire, si prevede una stabilizzazione dei prezzi per quasi tutti i mercati agroalimentari italiani.
“Per questo — conclude il presidente di Italmercati — siamo convinti che sia sempre più urgente una azione per ridare slancio ai consumi delle famiglie italiane, per una dieta sana ed equilibrata”.